Il randagismo rappresenta ancora oggi un problema rilevante tanto sotto il profilo sanitario quanto sociale e non dovrebbe essere affrontato soltanto quando diventa “notizia”, talvolta di cronaca nera!, com’è accaduto la scorsa primavera a Marina di Modica quando un “branco di cani randagi” ha assalito ed ucciso un bimbo di 10 anni, ferendo poi altre persone. E’ inutile gridare indiscriminatamente al “cane assassino o killer”, senza informare ed informarsi sul perchè si possa ancora arrivare a questi estremi e sul come bisognerebbe agire per limitare al minimo tali rischi.
Bisogna ammettere che esiste tuttora una grande confusione di ruoli e competenze in tema di salute pubblica e privata: le persone difficilmente sanno chi, per ruolo istituzionale, si deve occupare di cani vaganti per il paese e come ci si deve comportare in caso di “fortuito incontro”con uno di questi “vagabondi”. Se è vero che il fenomeno dell’abbandono di animali non è purtroppo diminuito, lo è altrettanto l’aumento delle persone intenzionate e disposte ad adottare un cane. Chissà se si riuscirà prima o poi a mettere insieme regolamenti e buoni propositi, venendo finalmente a capo di un problema di convivenza uomo-cane, la cui soluzione, fino a prova contraria, spetterebbe a noi bipedi, e non ai “potenziali killer”, i quadrupedi!.In ambito locale, ad esempio, è bene sapere che spetta ai comuni “muoversi”in tal senso, così come alla polizia municipale intervenire in caso di “ritrovamento”di un cane vagante.
La Sardegna offre oggi un esempio importante di “intervento” nella lotta al randagismo: esiste infatti un programma regionale straordinario triennale (2008-2010) attuato in collaborazione con le aziende sanitarie locali, i comuni e le associazioni di volontariato, a favore del quale la Giunta regionale ha deciso di stanziare un milione di euro, su proposta dell’Assessore Regionale della Sanità, Antonello Lori. L’Assessore ha dichiarato che: “I comuni, le unioni di comuni e le associazioni, purchè regolarmente iscritte nel registro regionale, potranno presentare i propri progetti, ovviamente coerenti con gli obbiettivi e le azioni previste dal provvedimento della Giunta, che ha l’obbiettivo di contrastare la diffusione delle malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo, i danni al patrimonio zootecnico e dell’ecosistema, nonchè gli episodi di aggressione alle persone”. Tra le diverse azioni previste, oltre all’obbligo di iscrizione all’anagrafe canina per tutti coloro che adottano e possiedono un cane, c’è il controllo delle nascite attraverso l’incremento delle sterilizzazioni dei cani randagi e quelli di proprietà in situazioni di elevato rischio d’abbandono, di cucciolate “indesiderate” e di cani “border line”, ovvero viventi in condizioni di mancanza di un reale “proprietario”. Oltre a ciò verranno incrementate le “adozioni”, anche a distanza, di animali ricoverati nei canili, nonchè l’adeguamento e l’incremento dei canili comunali.
Articolo a cura della Dr.ssa Martina Chiapasco
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