venerdì 19 ottobre 2012

Malattia valvolare mitralica (5°parte)

Continuiamo a parlare della terapia nei pazienti affetti da malattia valvolare mitralica.
Studi recenti dimostrano come i cani trattati con pimobendan presentano una migliore qualità di vita e una maggiore sopravvivenza.
In base a queste considerazioni, la terapia standard dei cani affetti da insufficienza cardiaca determinata dalla malattia valvolare mitralica debba comprendere il Pimobendan in associazione con la furosemide e un ACE-i e se possibile lo spironolattone.

                           malattia valvolare mitralica  

Lo spironolattone, diuretico risparmiatore di potassio, è stato recentemente registrato per l’utilizzo nel cane. L’inibizione dell’aldosterone, oltre a produrre un effetto diuretico, riduce potenzialmente la fibrosi ed il rimodellamento cardiaco conseguenti all’attivazione di questo ormone in corso di insufficienza cardiaca congestizia.
Altri farmaci comunemente usati nel trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia associata a malattia valvolare mitralica sono la digossina e l’amlodipina.
La digossina è un farmaco con proprietà inotrope positive e cronotrope negative. Il suo utilizzo è perciò particolarmente indicato nei pazienti con disfunzione sistolica o con tachicardie sopraventricolari che richiedono un controllo della frequenza cardiaca.
La digossina non è tollerata da tutti i pazienti. Il controllo periodico della digossinemia permette di evitare il sovradosaggio del farmaco, specialmente nei pazienti che vanno incontro a modificazione del peso corporeo.
L’amlodipina è un arterio dilatatore, il suo utilizzo va riservato ai pazienti che hanno un’importante quota di rigurgito per ridurre il postcarico.
L’amlodipina può indurre ipotensione, perciò è particolarmente importante monitorare la pressione sistemica nei pazienti trattati con questo farmaco.
Sono stati inoltre riportati diversi casi di iperplasia gengivale in seguito all’uso di amlodipina nel cane. Tuttavia, nella maggior parte dei cani, l’iperplasia è reversibile in seguito all’interruzione della terapia.
L’utilizzo di diuretici e di vasodilatatori, può indurre azotemia pre-renale. In tutti i pazienti cardiopatici, il monitoraggio dei parametri renali, andrebbe incluso negli esami di controllo a cui sottoporre il paziente periodicamente.

Articolo a cura della Dott.ssa Daniela Ferrari, Clinica Veterinaria Borgarello

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