martedì 16 luglio 2013

Panleucopenia felina

 

Panleucopenia clinicaborgarello

Iniziamo oggi un breve percorso sulle più comuni malattie infettive del gatto, partendo dalla panleucopenia felina. Alcune di esse (Felv, FIP, Herpesvirus) sono già state trattate in precedenza ma verranno rivisitate basandosi sulle più aggiornate fonti scientifiche, altre saranno affrontate ex novo.

La panleucopenia felina (PLF) è una malattia altamente contagiosa sostenuta da un DNA virus (FPV) strettamente correlato a quello che provoca la parvovirosi nel cane, parvovirus canino di tipo 2 (CPV2). Il FPV risulta piuttosto resistente nell'ambiente il che spiega la facilità e rapidità di diffusione soprattutto in zone ad alta concentrazione di gatti (gattili, allevamenti, pensioni). La principale via di trasmissione è quella oro-fecale, ma è contemplata anche un'infezione intrauterina.

La PLF colpisce principalmente gattini di 3-5 mesi, età in cui gli anticorpi materni tendono a diminuire, risultando spesso mortale; anche soggetti adulti, 4-5 anni, possono contrarre tale malattia se non vengono correttamente vaccinati, ma in questo caso c'è un minor tasso di mortalità.

L'infezione da FPV è diffusa in tutto il mondo e causa principalmente forme di enterite e panleucopenia oltre a malattie cerebellari, miocarditi, cardiomiopatie idiopatiche e morte fetale, se contratta nella prima metà della gravidanza.

Il segno clinico principale della panleucopenia felina, analogamente alla parvovirosi nel cane, è la diarrea dovuta a distruzione dei villi intestinali operata dal virus con riduzione, e talvolta scomparsa, delle cellule epiteliali intestinali. In realtà, oltre a questa presentazione “classica”, esistono altre più subdole e variabili sia per gravità che per sintomi.

  • la forma iperacuta e fulminante dà forte e improvvisa depressione, temperatura corporea al di sotto della norma e morte in 24 ore.

  • la forma acuta, invece, porta febbre (40-41°), anoressia, depressione del sensorio e dolore addominale; dopo 24-72h possono subentrare vomito e diarrea con feci liquide, copiose e talvolta emorragiche. Soggetti molto giovani sono destinati a morire per grave disidratazione se non si interviene velocemente con un adeguata terapia di supporto, soprattutto fluidi endovena. Alla palpazione addominale, nei gattini, si possono percepire irregolarità intestinali e linfonodi mesenterici ingrossati; altri possono presentare petecchie ed ecchimosi diffuse per il formarsi di una coagulazione vasale disseminata (CID). Il danno a livello di mucosa intestinale, tra l'altro, crea un ambiente batterico anomalo che favorisce gravi infezioni sistemiche ovvero setticemie con morte nel 90-95% dei casi.

  • la forma subacuta provoca un modesto rialzo della temperatura corporea, depressione ed enterite, talvolta, emorragica. I segni clinici durano due-tre giorni ma, con una buona terapia di supporto, il problema risulta risolvibile.

  • la forma subclinica, infine, è tipica dei soggetti adulti in cui non si hanno segni clinici ma agli esami di laboratorio si può riscontrare una riduzione dei globuli bianchi (leucopenia) da modesta a grave.

Panleucopenia. clinicaboragarello

Particolare attenzione va data a femmine che vengono a contatto col virus durante la gravidanza: l'infezione durante il primo trimestre porta a morte e riassorbimento fetale, se invece avviene più tardivamente determina nascita di gattini con ipoplasia cerebellare (sindrome cerebellare felina). I segni neurologici possono comparire già a tre settimane di vita, ma talvolta i soggetti sopravvivono convivendo con un deficit motorio. Nei casi più gravi, invece, possono subentrare convulsioni, alterazione del comportamento e danno retinico, disgiunto da quello cerebellare.

La diagnosi di PLF si fa' basandosi sulla storia dell'animale, l'età, la presenza dei segni clinici sopra descritti , la diagnostica per immagini e il riscontro di una concomitante panleucopenia grave.  Esistono kit diagnostici commerciali (ELISA) utilizzati nella diagnosi di parvovirosi canina che possono essere adottati anche in corso di panleucopenia felina, mentre poco utile è l'isolamento del virus nelle feci. La conferma definitiva si può avere solo dall'esame istopatologico post mortem del piccolo intestino, milza e linfonodi mesenterici e dal riscontro di ipoplasia cerebellare nel feto e nei neonati

eco panleucopenia

L'elevata contagiosità, la facilità di diffusione oltre alle gravi conseguenze dell'infezione, soprattutto nei gattini, suggeriscono di prevenire tale malattia eseguendo regolari vaccinazioni secondo i protocolli standard.

Non esiste una terapia specifica per la PLF: il rischio di mortalità può essere ridotto intervenendo repentinamente con una terapia di supporto mirata alla sintomatologia. La somministrazione di fluidi endovena con integrazione di elettroliti è un primo e fondamentale passo. Negli animali che vomitano, si sconsiglia una somministrazione forzata di cibo per bocca fino a quando non si è bloccata l'emesi con farmaci mirati (es: metoclopramide 0,2-0,4 mg/kg ogni 6-8 ore) e protettivi gastrici. Nei gatti con grave anemia, ipotensione e ipoproteinemia è consigliata una trasfusione. Importante risulta una copertura antibiotica a largo spettro per scongiurare il rischi di setticemie (amoxicillina/ clavulanico, cefalosporine o ampicilline con aminoglicosidi, fluorochinoloni o metronidazolo); anche in questo caso è preferibile, fin quando si ha una sintomatologia gastroenterica acuta, somministrali per via parenterale. In soggetti privi di sintomi ma ad elevato rischio di contagio, infine, sono state prese in considerazione due opzioni preventive. La prima prevede l'utilizzo di siero iperimmune contenente anticorpi anti FPV; la seconda, maggiormente utilizzata, è la via dell'interferone felino ricombinante (fIFNomega) che può ridurre la mortalità di 4-6 volte. Tanto più precocemente si interviene, tanto maggiore ne risulta l'efficacia: l’interferone viene somministrato alla dose di 2,5MU/kg EV ogni 24 ore per 3-4 giorni e l’effetto si monitora eseguendo conte leucocitarie per 48-72h. Di solito l'innalzamento dei globuli bianchi avviene entro 1-2 giorni.

A cura della dott.ssa Martina Chiapasco della Clinica Veterinaria Borgarello.

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