Proseguiamo oggi il discorso sulle malattie infettive virali nei gatti parlando di Calicivirosi felina. Il calicivirus felino (FCV), suo agente responsabile, appartiene alla famiglia Caliciviridae, genere Vesivirus, piccolo RNA virus privo di envelope. Quest'ultima caratteristica lo rende resistente ai solventi lipidici, mentre viene inattivato dall'ipoclorito di sodio e dalla glutaraldeide. L'FCV è anche il patogeno più comunemente associato al complesso delle infezioni delle prime vie respiratorie del gatto (URTD= upper respiratory tract disease).
L'FCV ha una distribuzione cosmopolita ed in natura colpisce il gatto ed il ghepardo. La trasmissione avviene tramite contatto diretto con secrezioni nasali, orali e congiuntivali di gatti infetti in fase acuta o con soggetti portatori. Il virus può persistere nell'ambiente e rimanervi per più di un mese su superfici umide ed a temperatura ambiente. In condizioni particolari, elevato numero di gatti in ambiente confinato (gattili, pensioni, allevamenti), è quindi possibile un'infezione indiretta da manipolazioni da parte del personale, condivisione delle ciotole e attrezzi per la pulizia, soprattutto per il ceppo di FCV sistemico. E' stata dimostrata anche la possibilità di una trasmissione placentare che tendenzialmente porta ad aborto.
La maggior prevalenza si riscontra in soggetti tra i 2 e i 12 mesi; in seguito a penetrazione attraverso la via oro-nasale, il virus replica nelle tonsille e nel tessuto dell'apparato respiratorio e si ha una prima fase viremica transitoria che dura 3-4 giorni, a cui può succedere una seconda in grado di diffondere il virus ad altri organi. L'eliminazione avviene prevalentemente per via nasale, congiuntivale e orale, ma sono ammesse anche feci e, talvolta, urine. Bisogna tenere bene a mente che esiste uno status di portatore asintomatico, molto importante in chiave epidemiologica: soggetti “guariti” da calicivirosi, infatti, possono continuare ad albergare il virus a livello tonsillare e diffonderlo per più di 75 giorni, talora anche per tutta la vita. L'FCV ha un azione necrotizzante sulle cellule epiteliali dei tessuti che invade: tipicamente questo si manifesta con vescicole/ulcere molto frequenti a livello di lingua e palato. Meno comunemente può diffondere altrove causando, ad esempio, polmoniti o zoppie (sinovite acuta).
Nella forma più classica e tendenzialmente benigna, la calicivirosi si manifesta in forma acuta come affezione delle alte vie respiratorie. I segni clinici comuni sono starnuti, scolo nasale prevalentemente sieroso, talvolta anche dispnea e tosse; a livello oculare, poi, si possono avere congiuntivite, blefarospasmo e chemosi. Vengono considerate patognomoniche di FCV le lesioni a livello orale con formazione di vescicole/ulcere soprattutto a livello del bordo della lingua e palato che possono dare ipersalivazione e, talvolta, dolore di una certa entità ma comunque transitorio.
Esistono poi manifestazioni cliniche differenti dalla classica e meno frequenti: gravi forme di gastro enterite o affezioni alle basse vie urinarie sono state associate alla presenza di FCV. La Limping Syndrome è un'altra manifestazione sporadica di calicivirosi caratterizzata da andatura rigida, iperestesia e dolorabilità articolare: si tratta di una poliartrite infettiva non erosiva. I gatti affetti da LS si presentano con febbre e iperestesia che compaiono assieme o seguono alcuni giorni (7-15) la comparsa di ulcerazioni a lingua e palato. Il quadro clinico tende a risolversi in 48-72 ore. L'infezione da calicivirus è stata poi associata anche allo sviluppo di polipi infiammatori rinofaringei. E' certo che l'FCV causi una grave forma di infiammazione a livello delle mucose nasali e orofaringee; si suppone che da questo tessuto si producano strutture polipoidi che tendono ad occludere il rinofaringe. In questi casi spesso si ha la compresenza di otite media e polipi infiammatori anche a livello della bolla timpanica. Per quanto molto rare, si annoverano infine forme dermatologiche da calicivirus che si manifestano soprattutto a livello di cuscinetti plantari. Non dimentichiamo, inoltre, che FCV è annoverato come cofattore causale di gengivo-stomatiti croniche feline.
Concludiamo questa prima parte annoverando una forma poco diffusa di calicivirosi, segnalata sia in America che in Europa, che tende a colpire gatti adulti, sani e regolarmente vaccinati e viene definita: malattia sistemica da calicivirus felino. L'agente causale è una variante dell' FCV denominato calicivirus sistemico felino (VS-FCV) in grado di causare una malattia sistemica dovuta a fenomeni di vasculite generalizzata con coinvolgimento multiorganico e morte nel 60% dei casi. La via di trasmissione è la stessa, l'incubazione varia da 1-5 a 12 giorni a seconda delle condizioni ambientali. I segni clinici inizialmente sono i medesimi dell' FCV ovvero ulcere orali, febbre, dolori articolari ma a differenza della forma classica, il virus tende a diffondere a più organi e far progredire la malattia in maniera piuttosto grave.
Nel prossimo articolo parleremo di diagnosi, terapia e profilassi di calicivirosi felina. Continuate a seguirci sul TgVet.
A cura della dott.ssa Martina Chiapasco della Clinica Veterinaria Borgarello.
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