mercoledì 14 giugno 2017

I temuti forasacchi

Con l’arrivo della bella stagione bisogna fare i conti con i temuti forasacchi, nemici dei nostri amati animali. “Forasacco" è il nome popolare che indica l’arista delle graminacee selvatiche, in particolar modo l’avena e l’orzo selvatico. Essi si trovano in gran parte del territorio nazionale, principalmente nei prati di aperta campagna, ma anche nelle aiuole cittadine, specialmente quando la loro manutenzione non viene curata. Il periodo dell’anno nel quale bisogna prestare maggior attenzione va da aprile a ottobre. Durante la bella stagione le ariste si seccano e si trasformano, di fatto, in piccoli aghi molto appuntiti, lunghi da uno a tre cm circa. La forma caratteristica acuminata e la superficie ispida e zigrinata rende il forasacco capace di procedere solo in avanti, così una volta penetrato nell’animale risulta davvero difficile che esso ne esca in maniera naturale. I forasacchi possono infilarsi nella cute e procedere verso zone anatomiche differenti, dando così origine a svariate sintomatologie, talvolta anche molto gravi. Essi possono, altrimenti, penetrare attraverso orifizi naturali come occhi, orecchie, bocca, genitali, naso e da qui giungere fino ai bronchi. Altra sede particolarmente soggetta alla localizzazione del forasacco sono le zampe (spazi interdigitali e zona limitrofa al cuscinetto plantare).

i temuti forasacchi

I sintomi variano in base alla sede anatomica nella quale il forasacco è localizzato.

Di seguito analizzeremo quelli più frequenti:

  • zampe: l’animale si lecca insistentemente tra gli spazi interdigitali o a livello del cuscinetto plantare, potrebbe zoppicare o addirittura non poggiare la zampa a terra. Nella maggior parte dei casi il corpo estraneo genera un ascesso che fistolizzando provoca la fuoriuscita di pus.
  • orecchie: l’animale tiene la testa abbassata e ruotata e cerca di liberarsi del corpo estraneo scuotendo ripetutamente il capo e grattandosi. Qualora il forasacco non venisse tempestivamente rimosso il cane potrebbe rischiare la perforazione del timpano con conseguente comparsa di otite media.
  • occhi: l’animale reagisce alla presenza del forasacco con comparsa di blefarospasmo (ammiccamento dell’occhio) ed epifora (lacrimazione). La presenza del corpo estraneo provoca infiammazione della congiuntiva (congiuntivite) con possibile ulcerazione della cornea.
  • naso: l’animale starnutisce ripetutamente, cercando così di espellere il corpo estraneo. Gli starnuti sono molteplici e ravvicinati uno con l’altro e potrebbero essere associati a epistassi (fuoriuscita di sangue dal naso). Se non rimossi causano riniti purulente.
  • bronchi: il sintomo caratteristico di questa localizzazione è la comparsa di una tosse improvvisa. Se il forasacco non viene rimosso tempestivamente le conseguenze possono essere davvero gravi come la comparsa di ascessi polmonari, polmoniti, pleuriti e nei casi più infausti la morte dell’animale.

La diagnosi viene effettuata dal medico veterinario con l’ausilio di diversi strumenti come l’otoscopio o l’endoscopio ed avvalendosi della diagnostica per immagini (radiografie, ecografie e TAC).

i forasacchi temuti

Il trattamento mira esclusivamente all’eliminazione del corpo estraneo e alla cura della sintomatologia che la sua presenza ha generato (infiammazione, infezione, ulcere ecc.). Durante la manovra di rimozione, a seconda dei casi, potrebbe non essere necessario sedare l’animale così come, invece, essere indispensabile indurre l’animale in anestesia generale.

Alla luce di tutte le informazioni sopra esposte, si può asserire che la prevenzione resta il nostro maggior alleato.

Cosa fare quindi?

  • evitare in primis di portare in passeggiata il nostro amico in tutte quelle aree infestate dai forasacchi
  • spazzolare e controllare il pelo dell’animale almeno una volta al giorno (meglio se dopo la passeggiata)
  • osservare quotidianamente il comportamento dell’animale e qualora comparissero sintomi indicanti la presenza del corpo estraneo, non esitare a portare il proprio animale dal veterinario poiché il tempestivo intervento è fondamentale per una prognosi più benevola.

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