martedì 20 aprile 2021

Ammiccamenti Nel Gatto: Parliamo Di Smorfie?

Gli ammiccamenti dei gatti possono facilmente diventare oggetto di video bizzarri che sempre più spesso è possibile osservare in giro sui vari social oramai esistenti e sulle piattaforme che consentono di condividere video. Solitamente si tratta di video esilaranti in cui i nostri amici pelosi fanno sorridere con i loro atteggiamenti particolari, ma si tratta davvero di questo? 
È molto facile, infatti, che alcune manifestazioni patologiche vengano erroneamente prese “sotto gamba” e scambiate per comportamenti carini e divertenti. Un esempio molto importante possono essere, appunto, “le smorfie” dei gatti. Nello specifico può capitare di osservare
felini che senza alcun apparente motivo inizino ad ammiccare (fare l’occhiolino), arricciare il naso, sollevare le labbra, alzare e/o abbassare le orecchie o anche tirare fuori la lingua muovendola sul mus
o. La reazione giusta a queste scene è un “oh, che carino il mio Fufi!” oppure “ehi, ma che sta succedendo al mio Fufi?!”? 
Ovviamente dipende, in quanto un singolo movimento potrebbe essere effettivamente un gesto di cui non preoccuparsi, ma specialmente se il movimento dovesse essere ritmico e continuativo per un po’ di tempo (secondi/minuti) il gatto potrebbe essere in preda a crisi convulsive parziali. Le crisi convulsive parziali sono crisi convulsive a tutti gli effetti come le classiche tonico-cloniche (animale steso di lato che muove tutte le zampe “pedalando” e spesso perde saliva, urina e/o feci), ma che affliggono solo uno o alcuni gruppi muscolari ed è proprio questo il motivo per il quale vengono riconosciute molto meno facilmente. I gatti, nello specifico, manifestano molto spesso questo tipo di crisi che possono anche essere associate a perdita di saliva e vocalizzazioni afinalistiche e vengono definite “crisi oro-facciali”. Quest’ultime possono esaurirsi autonomamente, oppure possono anche “generalizzare”, ossia coinvolgere tutto il resto del corpo. 
“Perché il gatto presenta queste crisi? Mi devo preoccupare?”: nonostante questi episodi possano essere di natura idiopatica, ossia senza alcuna causa scatenante, molto spesso, invece, scaturiscono da un precedente problema che può avere molte origini (dalle infezioni, a problemi metabolici, a tumori etc) e pertanto è sempre consigliata una visita neurologica per capire se effettivamente il sintomo sussista oppure no. Sarà premura del medico veterinario capire se possa trattarsi di crisi di natura idiopatica o meno, fermo restando che l’unico mezzo per definire al 100% la causa delle crisi convulsive (di qualsiasi tipologia) potrebbe essere un successivo esame in anestesia generale con la risonanza magnetica. 
Un grandissimo aiuto per il veterinario possono essere proprio i famosi video già citati. Questo perché la manifestazione clinica, oltre a tutte le manualità tipiche di una visita neurologica specialistica, possono essere la chiave di volta per alcuni pazienti che non presentano alterazioni in corso di esaminazione. 
Il consiglio, quindi, è sempre quello di parlare con il proprio veterinario in caso di atteggiamenti dubbi del proprio amico a quattro zampe, al fine di capire insieme il piano diagnostico e/o terapeutico più utile ove necessario.

Articolo a cura dello Staff della Clinica Veterinaria Borgarello
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