Un sintomo per cui i veterinari vengono frequentemente “chiamati in causa” è la diarrea ovvero un'evacuazione “troppo veloce” di feci contenenti un'eccessiva quantità d'acqua.
La fisiopatologia della diarrea coinvolge più meccanismi: osmosi, ipersecrezione, aumento della permeabilità mucosale e anomala motilità.
Si parla di “diarrea acuta” riferendosi ad un evento insorto improvvisamente, che evolve per un tempo limitato sia spontaneamente (autolimitante) che con terapia. Molto spesso non si riesce a risalire alla causa scatenante poiché l'animale migliora prima ancora che si eseguano test diagnostici d'accertamento o perchè quest'ultimi non risultano comunque “illuminanti” riguardo l'eziologia. Altre volte nelle forme gravi e potenzialmente mortali (ad esempio gastroenteriti da parvovirus) bisogna assumere un approccio diagnostico e terapeutico più approfondito, volto innanzitutto a stabilizzare il paziente il più velocemente possibile.
Le cause di diarrea acuta sono molteplici e suddivisibili didatticamente in gastrointestinali ed extragastrointestinali
- Cause gastrointestinali
- virali (parvovirus, virus della panleucopenia felina, coronavirus canino, coronavirus enterico felino, cimurro, correlate a FIv e Felv)
- batteriche (Salmonella spp, Campylobacter spp, Clostridium spp, Yesrinia spp, E.Coli enterotossigeno, peritonite batterica)
- elminti (Trichuris vulpis, Ancylostoma/Uncinaria, Strongyloides, Toxascaris/Toxocara)
- protozoi (Giardia spp, Cryptosporidium spp, Coccidi, Balantidium coli, Entamoeba)
- agenti infettivi (Neorickettsia spp, Histoplasma, Prototeca che danno soprattutto forme croniche)
- altro (gastroenterite emorragica, ingestione di rifiuti/materiale estraneo, variazione dieta/iperalimentazione, ostruzione parziale, peritonite)
- Cause extragastrointestinali
- disturbi epatobiliari
- patologia pancreas esocrino (pancreatite acuta)
- disturbi renali
- disturbi endocrini (ipoadrenocorticismo, ipertiroidismo felino)
- altro (farmaci, tossine)
L'approccio alla diarrea acuta presuppone un'anamnesi dettagliata, individuando il distretto intestinale da cui proviene il problema (piccolo e/o grosso intestino) seguita da una valutazione oggettiva delle condizioni generali del paziente. Qualora si sia di fronte ad un soggetto abbattuto, disidratato, depresso, ipertermico, con segni concomitanti quali melena o ematochezia, vomito acuto e dolore addominale la priorità sarà quella di “stabilizzare”il paziente. Normalmente si ricorre a: fluidoterapia, somministrazione di protettori mucosali (farmaci “sintomatici”, da non usarsi oltre i 5 giorni, contenenti principi attivi quali caolino, pectina, montmorillonite e subsalicilato di bismuto), agenti modificatori della motilità (ad esempio gli oppiacei la cui azione principale è quella di ridurre la secrezione e in seguito a rallentamento della peristalsim aumento dell'assorbimento: da non usarsi in sospette forme infettive,tossiche o occlusive), terapia antibiotica a largo spettro (sempre indicata) e modificazioni a livello alimentare.
Per un approfondimento diagnostico, infine, si può procedere innanzitutto con un esame delle feci, soprattutto mirato all'eventuale identificazione di parassiti intestinali, emocromo (per valutare forme infettive, anemie di varia causa,stato di idratazione) profilo biochimico (per indagare problemi metabolici generali, variazioni elettrolitiche utili nelle malattie endocrine, stati di disidratazione gravi problemi pancreatici)), radiografie in bianco e/o con mezzo di contrasto (se si sospetta ingestione di corpi estranei, occlusioni o sub occlusioni), ecografia (può mettere in evidenza invaginamenti, torsioni, occlusioni o sub occlusioni da c.e, masse occupanti spazio, inspessimento delle pareti, variazioni della motilità).
Articolo a cura della Dr.ssa Martna Chiapasco
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