La cardiomiopatia dilatativa del gatto è sovrapponibile a quella osservabile nel cane ed è caratterizzata da notevole riduzione delle capacità contrattili miocardiche. Un tempo era l’affezione miocardica di più frequente riscontro nel gatto, ma scoperta la sua origine dietetica, al giorno d’oggi si presenta con estrema rarità. Forme di cardiomiopatia associate a insufficienza dietetica di taurina sono talvolta osservate in gatti alimentati con cibo per cani o con diete casalinghe povere in taurine ( per esempio diete vegetariane ). La carenza di taurina nella dieta può anche causare lesioni retiniche irreversibili.
FISIOPATOLOGIA
La cardiomiopatia dilatativa è caratterizzata da dilatazione del ventricolo sinistro che appare sottile e ipocontrattile. La disfunzione miocardica è accompagnata una notevole dilatazione dell’atrio sinistro. Spesso, simili lesioni sono osservabili simultaneamente a livello del cuore destro, con conseguente dilatazione di tutte e quattro le camere cardiache.
SEGNALAMENTIO E SEGNI CLINICI
Tempo addietro la cardiomiopatia dilatativa è stata descritta più frequente nei gatti di razze orientali, burmesi, siamesi, attualmente non si tende a riconoscere alcuna predisposizione di sesso, razza o età.
I segni clinici che si possono riscontrare nei gatti affetti da questa malattia sono di gravità proporzionale alla compromissione dell’attività contrattile del miocardio e alla durata della malattia che senza supporto terapeutico peggiora molto rapidamente. All’esame clinico questi gatti si presentano disidratati, anorettici, ipotermici e con le estremità fredde.
AUSCULTAZIONE
Si può riscontrare una tendenza alla bradicardia con una frequenza non superiore ai 120 bpm, grazie a questa frequenza è possibile sentire il terzo tono cardiaco dovuto al un riempimento ventricolare passivo.
Inoltre è spesso presente un leggero soffio cardiaco sistolico di insufficienza mitralica e/o tricuspidale.
ELETTROCARDIOGRAFIA
L’elettrocardiogramma può presentare aritmie di vario aspetto, quali bradicardia sinusale e blocchi atrio-ventricolari, meno frequenti ma comunque riscontrabili sono le tachiaritmie . I QRS possono essere normali o di ampiezza e durata aumentata.
RADIOLOGIA
L’esame radiografico mette in evidenza un aumento del diametro trasverso el cuore, arrotondamento della parete ventricolare sinistra, l’esame dei campi polmonari rivela versamenti pleurici, segni di edema polmonare o addirittura ipovascolarità polmonare a seconda delle complicanze in corso.
ECOCARDIOGRAFIA
L’ecocardiografia mono e bi-dimensionale è utilizzata per valutare sia il grado di dilatazione che la riduzione della contrattilità miocardica. Le immagini ecografiche mostrano assottigliamento delle pareti cardiache, dilatazione tetracamerale senza sostanziali cambiamenti di spessore del setto e della parete sinistra tra la sistole e la diastole e frazione di eiezione e di accorciamento particolarmente diminuite. In particolare si riscontrano valori della frazione di accorciamento estremamente bassi spesso inferiore al 10 %.
TERAPIA
I gatti che presentano una deficienza di taurina dovrebbero ricevere un supplemento di taurina pari a 250 mg ogni 12 ore finchè l’esame ecocardiografico non dimostra la normalizzazione delle dimensioni ventricolari sinistre. Questo di solito si verifica entro 4 mesi, mentre il miglioramento clinico è già evidente dopo circa 2 mesi.
I gatti che presentano cardiomiopatia dilatativa con segni clinici dell’ insufficienza cardiaca congestizia devono essere trattati per prevenire l’accumulo di fluidi extravascolare con la somministrazione di diuretici e di vasodilatatori.
Furosemide a bassi dosaggi 1 mg/Kg BID per via orale
ACEinibitori come l’enalapril al dosaggio di 0.25-0.5 mg/Kg PO ogni 12-24 ore o il benazepril alla dose di 0.25-0.5 mg/Kg PO ogni24 ore.
La prognosi dei gatti affetti da cardiomiopatia dilatativa è più in funzione della loro condizione clinica al momento della diagnosi piuttosto che del trattamento che ricevono.
I gatti asintomatici ai quali è diagnosticata la cardiomiopatia dilatativa in seguito al rilievo di un soffio cardiaco o di un galoppo durante l’esame clinico di routine possono sopravvivere per anni con l’insufficienza miocardica prima che compaiano i segni clinici dell’ insufficienza cardiaca congestizia.
Invece i gatti che al momento della diagnosi presentano i segni clinici dell’insufficienza cardiaca congestizia hanno una prognosi riservata. Per questo è molto importante effettuare controlli routinariamente e nel caso effettuare indagini diagnostiche più specifiche.
Articolo a cura della Dott.ssa Daniela Ferrari, Clinica Veterinaria Borgarello
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