In questo articolo illustreremo nello specifico la tecnica di inseminazione artificiale che adottiamo in particolare nella cagna.
Lo strumentario necessario consta di un catetere semirigido sterile dalle dimensioni proporzionate alla taglia della femmina, un lubrificante non spermicida, una siringa sterile per la raccolta del seme possibilmente senza stantuffo di gomma poiché nocivo per gli spermatozoi, ed eventualmente uno speculum per individuare il punto di introduzione del catetere. Naturalmente non devono mai mancare un paio di guanti sterili.
STEP 1: TRASFERIMENTO DEL MATERIALE SEMINALE
Raccolto il seme del maschio nella provetta apposita noi procediamo con il trasferimento dello stesso nel catetere da inseminazione. In particolare raccordiamo il catetere alla siringa ed aspiriamo lentamente il liquido seminale direttamente dalla provetta. Due gocce di seme vengono subito trasferite su un vetrino per l’esame microscopico.
STEP 2: INTRODUZIONE DEL CATETERE DA INSEMINAZIONE
A questo punto introduciamo delicatamente il catetere lubrificato nel vestibolo della vagina dorsalmente cercando di evitare la fossa del clitoride che si trova nel vestibolo della vagina ventralmente ed evitando anche lo sbocco uretrale che si trova nel pavimento della vagina. Questa operazione, laddove si trovi una certa difficoltà, può essere facilitata introducendo l’indice guantato e lubrificato che fungerà da guida per il catetere, mentre a volte è possibile servirsi di uno speculum. Facciamo scivolare il catetere in profondità dove depositiamo il seme.
STEP 3: INSEMINAZIONE
Spingendo lo stantuffo della siringa promuoviamo la deposizione del seme in vagina. A questo punto preferiamo lasciare il catetere in situ e posizioniamo la femmina con il posteriore sollevato rispetto al treno anteriore. In questo modo si limita il reflusso dello sperma. Solitamente per questa manovra ci facciamo aiutare dal proprietario. Esso seduto su una sedia e con le gambe protette da un telo, manterrà in grembo il posteriore della cagna per almeno altri 10 minuti, durante i quali noi procediamo di solito con l’esame microscopico del seme.
Con la metodica artificiale preferiamo ripetere la procedura a giorni alterni finchè la cagna risulta recettiva. E questo perché in natura due soggetti tendono ad accoppiarsi più volte nell’arco dello stesso calore, e questo favorisce la possibilità di successo delle monte.
Bisogna specificare però che la percentuale di successo di questa metodica non è più elevata rispetto all’accoppiamento naturale, anche perché sicuramente vengono a mancare una serie di aspetti significativi per il concepimento e la prolificità. In particolare viene a mancare l’azione a pistone del pene del maschio, fondamentale per la promozione della risalita degli spermatozoi attraverso le vie genitali femminili. Inoltre mancano anche le contrazioni muscolari uterine che con movimento propulsivo agevolano questa risalita. E manca inoltre l’instaurarsi del cosiddetto nodo, ovvero il legame post-coito tra bulbo del pene e vestibolo della vagina, fondamentale per evitare il reflusso dello sperma.
Secondo il nostro parere quindi la fecondazione artificiale risulta ad oggi una metodica di grande ausilio laddove si riscontrino delle difficoltà di accoppiamento tra due conspecifici, ma non per questo dobbiamo pensare di poterla praticare sempre e senza cognizione di causa. L’accoppiamento naturale resta sempre la prima scelta da considerare.
A cura della dott.ssa Katty Camboni della Clinica Veterinaria Borgarello
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