Dopo esserci dedicati alle cellule e alla loro analisi, apriamo un nuovo capitolo riguardante i test inerenti la parte liquida del sangue: il plasma.
Il plasma è composto principalmente di acqua all'interno della quale vengono trasportate numerose sostanze di differente origine e funzione quali proteine, sali inorganici, lipidi, carboidrati, ormoni e vitamine. In laboratorio si ottiene ponendo il sangue appena prelevato in una provetta con anticoagulante; questa viene successivamente centrifugata con appositi macchinari in maniera tale da provocare la separazione, per eliminazione, della componente cellulare da quella fluida. In realtà la maggior parte dei test biochimici eseguibili sul sangue utilizzano oltre al plasma, il cosiddetto siero: questo altro non è che plasma privato di una proteina chiamata fibrinogeno persa durante un processo di coagulazione spontanea favorita dall'utilizzo di provette senza anticoagulante. L'assenza di questa proteina rende la concentrazione proteica del plasma superiore di circa 0,2-0,5g/dl rispetto a quella del siero.
Vista la straordinaria varietà di sostanze veicolate dal sangue, si può ben comprendere come esso funga da vero e proprio “specchio” del buon o cattivo funzionamento del nostro organismo. Tutto ciò che viene “prodotto”, trasformato o eliminato da ogni parte del corpo, passa invariabilmente attraverso il circolo ematico o ne determina variazioni significative. Nel momento in cui scelgo di analizzare il plasma e/o siero, non mi limito pertanto a osservare il sangue, ma tramite esso vado a guardare come “lavorano” organi, apparati, ghiandole e diverse aree del corpo. Ecco perché si parla spesso di “profili chimici d'organo”: significa analizzare una serie di sostanze scelte e ricavabili dal siero che, messe insieme e organizzate in pannelli, ci “raccontano” se ci sono problemi, ad esempio, a livello di rene, fegato, intestino e via dicendo.
Esistono, come già visto per le cellule del sangue, dei range (intervalli) di normalità per ogni sostanza analizzabile: proteine, lipidi, carboidrati, ormoni, vitamine e sali inorganici. Questi valori sono influenzati innanzitutto dalla specie di appartenenza, talvolta dal sesso, spesso dall'età: ogni variazione che porti il valore di un' analita fuori dalla scala di normalità, deve mettere in guardia sull'esistenza di una patologia in corso. Il “dove sta il problema” dipende da “cosa” siamo andati a testare.
In linea generale esiste un cosiddetto “profilo chimico di base” che viene eseguito ogni qualvolta si preleva il sangue da un paziente; salvo lievi variazioni tra un laboratorio e l'altro, i parametri indagati in esso sono:
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proteine totali
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albumina: proteina
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creatinina: prodotto di degradazione della creatina (proteina), indice di funzionalità renale
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urea e/o BUN (azoto ureico ematico): indice di funzionalità renale
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fosfatasi alcalina (ALP) e gamma-glutamil transferasi (GGT): enzimi epatici
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alanina aminotranferasi (ALT o GPT) e aspartato aminotransferasi (AST o GOT): enzimi epatici
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Glucosio: zucchero
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sali inorganici: calcio, fosforo, sodio, potassio, cloro, magnesio
Dal prossimo articolo inizieremo ad analizzare nel dettaglio i parametri sopraelencati, per scoprire che cosa ci raccontano e perché bisogna indagarli.
Continuate a seguirci sul tgvet
Articolo a cura della Dr.ssa Martina Chiapasco, Clinica Veterinaria Borgarello
Se vuoi inviare una mail: info@clinicaborgarello.it
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