Il paziente geriatrico è considerato una categoria anestesiologica particolare a cui dedicare una speciale attenzione a causa delle modificazioni fisiologiche che subisce l’organismo animale durante il normale invecchiamento. Il rischio anestesiologico in questi soggetti può essere maggiore, ma ciò non significa che un cane o un gatto di 16 anni non possa essere anestetizzato o non possa subire un intervento.
Bisogna tenere conto delle principali modificazioni e complicazioni legate all’avanzamento dell’età. L’età avanzata di per sé non costituisce una malattia, ma anche il paziente anziano che non manifesta clinicamente nessuna patologia, senza alterazioni agli esami ematobiochimici, ha una ridotta funzionalità degli organi che può essere esacerbata da fattori stressanti o condizioni, come l’anestesia, che alterino il normale equilibrio dei diversi apparati. Gli organi più sensibili sono il rene, il fegato e il cuore.
Nel paziente anziano la probabilità che il paziente presenti patologie concomitanti, che magari non danno ancora sintomi, è maggiore. Il problema è che la patologia può essere presente ma compensata e quindi non evidente, ma durante e dopo l’anestesia può manifestarsi clinicamente perché l’organismo non è in grado di ristabilire l’equilibrio che si è rotto.
I pazienti geriatrici presentano un decadimento della funzionalità del sistema nervoso centrale, che può essere peggiorata transitoriamente o permanentemente dall’anestesia (se vi sono delle complicazioni). Al risveglio l’animale anziano può mostrarsi disorientato e agitato, ma spesso migliora se viene rassicurato e tranquillizzato e gestito con maggiori attenzioni.
Quelli elencati non devono essere considerati dei limiti all’anestesia, ma possibili complicazioni da prevenire. Fondamentale è il monitoraggio accurato delle funzioni vitali anche nei piccoli interventi di routine. Un’attenzione particolare va rivolta all’apparato cardiocircolatorio, alla respirazione e ai reni, cercando di evitare situazioni che scompensino il paziente. La dose dell’anestetico in questi pazienti deve essere ridotta e somministrata lentamente.
Prima dell’anestesia è indicato una visita anestesiologica meticolosa, in cui indagare anche sul grado di attività fisica e la tolleranza all’esercizio del paziente. In caso di dubbi, oltre ad esami ematobiochimici del sangue, sono consigliati ulteriori approfondimenti come radiografia del torace, ECG, ecocardiografia. Un problema spesso presente negli animali in età avanzata sono le neoplasie. Questo è un esempio di come non considerare solo la patologia manifesta, ma di andare a indagare anche gli altri organi che possono presentare altre patologie.
La scelta dei farmaci da somministrare per l’anestesia deve essere attenta e decisa in base al paziente, alle patologie presenti, alla durata dell’effetto (che può essere maggiore nell’anziano per un alterato metabolismo), all’azione sugli apparati cardiocircolatorio e respiratorio e all’azione sul sistema nervoso centrale. Le possibili alterazioni comportamentali dopo l’anestesia possono essere controllate farmacologicamente, anche valutando e tenendo a bada il dolore, che potrebbe accentuare l’agitazione post-operatoria.
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