Generalmente la FIC è più frequente nel gatto giovane e
adulto, meno in quello anziano (al di sopra dei 10 anni d’età). La
predisposizione di sesso è controversa ma, statisticamente, la cistite
idiopatica in forma ostruttiva tende ad essere più frequente nei maschi,
indipendentemente dal fatto di essere interi o castrati; Persiani ed Himalayan sono razze predisposte. Esistono fattori di rischio che sembrerebbero favorirne l’insorgenza:
obesità, sedentarietà, convivenza con altri gatti, tipo di alimentazione,
scarsa igiene della lettiera e carattere particolarmente reattivo e/o emotivo.
Esistono due forme di cistite idiopatica felina: non
ulcerativa (tipo I), prevalente nella specie felina, ed ulcerativa (tipo II). Ciò che le differenzia sembrerebbe l’eziopatogenesi:
neuropatica nel primo caso, infiammatoria nel secondo. All’esame istopatologico
la cistite idiopatica di tipi I, tipica del gatto, presenta uno scarso
infiltrato di cellule infiammatorie nella parete vescicale che, d’altra parte,
mostra modificazioni aspecifiche quali: alterazioni dell’urotelio, edema,
dilatazione dei vasi ed emorragie a livello di sottomucosa e, talora, maggior
densità di mastociti. Il tipo II è
invece caratterizzata da classiche ulcere.
Il termine “idiopatica” indica la mancata conoscenza del
reale meccanismo di insorgenza di una patologia, motivo per cui ad oggi
esistono solo teorie sulla causa e sulla patogenesi della FIC. Diversi agenti
virali sono stati presi in considerazione (herpesvirus, calicivirus, picornavirus,
virus sinciziale), nonché la possibile associazione tra batteri e sindrome. La
patogenesi potrebbe essere legata ad un’alterazione del film protettivo che
riveste la mucosa vescicale, la cui funzione è quella di prevenire l’adesività
di batteri e cristalli e la penetrazione di sostanze tossiche ed irritanti. L’integrità
dell’epitelio urinario (urotelio) è un altro fattore preso in considerazione, rappresentando
esso un’altra barriera difensiva che può
essere alterata da PH e concentrazioni di elettroliti patologici, insulti
meccanici, chimici e neuro-mediati. L’alterazione del film protettivo e dell’urotelio
favorisce l’insorgenza di un’infiammazione neurogena , aggravata e protatta dal
rilascio di mediatori chimici di infiammazione che esacerbano il
processo. In corso di FIC viene coinvolto anche il sistema
nervoso centrale, in particolare alcune vie nervose (neuroadrenergiche) legate
allo stress dell’animale che, iperstimolate, contribuiscono a peggiorare la
patologia.
I sintomi clinici di cistite idiopatica felina sono gli
stessi che accomunano tutte le malattie delle basse vie urinarie e spesso si manifestano in maniera lieve ed intermittente: disuria,
pollacchiuria, stranguria, ematuria e/o ostruzione uretrale. La diagnosi è “ad
esclusione” ossia prima si indagano altre possibili cause di malattia vescicale: infiammazione,
infezioni severe, neoplasia, ostruzioni, spasmi, avvalendosi di un esame fisico,
esami del sangue, esame delle urine e della diagnostica per immagini (studio
radiografico ed ecografico).
I cardini della terapia per il trattamento della cistite
idiopatica felina sono la gestione del benessere felino e il trattamento del
dolore derivante dalla patologia in atto. Obbiettivo primario è quello di
ridurre al massimo ogni fonte di stress, lavorando sull’ ambiente e sulle
abitudini del paziente e del nucleo familiare, soprattutto nei gatti che non
hanno possibilità di accedere al mondo esterno e che convivono con altri
animali oltre che con le persone. Particolare attenzione va posta alla corretta
gestione della lettiera: tipo di sabbia utilizzata, numero adeguato rispetto ai
felini presenti, disposizione (luoghi tranquilli ed appartati), forma e
dimensione, pulizia quotidiana. Anche il regime dietetico è importante, in
particolare andrebbe favorita una maggior assunzione di acqua giornaliera
utilizzando, ad esempio, cibi umidi o fontanelle al posto delle normali
ciotole, molto attrattive per il gatto. Le interazioni sociali all’interno di
un gruppo-famiglia eterogeneo sono fondamentali per il benessere felino in
particolare sotto forma di giochi, carezze o toelettatura, utili per instaurare
un rapporto sereno e confidenziale col proprio amico a quattro zampe. Ultima,
ma non meno importante, è un’adeguata gestione del dolore, frequente in corso
di cistite idiopatica felina: i farmaci più efficaci, in tal senso sono gli
oppioidi e i FANS.
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