venerdì 21 maggio 2010

Tagliole a TORINO

Storia (vera) di un cane, pardon cagna, che ebbe l'idea di uscire dal cancello della propria casa per "fare un giro", attratta chissà da cosa o da chi o semplicemente per "spirito di libertà"....Può succedere, lo sappiamo tutti, specialmente se si abita in collina dove gli stimoli sono infiniti: odori, suoni, un'ampia varietà di altri animali, tagliola 1soprattutto  "selvatici". Storia (triste) di una cagnolina che fece così perdere le proprie tracce per più di una settimana, periodo nel quale i proprietari disperati non si diedero pace, cercando e sperando. Storia (straordinaria, incredibile... drammatica!) di un cane che riuscì infine a tornare a casa sua, trascinandosi e trascinando con se ,tenacemente "avvinghiata" ad una zampa anteriore, una pesante e "inamovibile".... TAGLIOLA... Storia a lieto fine?...si, se si pensa che ora la cagnolina è ancora viva, ma il prezzo di aver "incontrato"sul suo cammino un oggetto inanimato, ma dalla "ferocia inaudita", è stato quello di perdere una zampa, amputata tempestivamente per l'impossibilità di recuperare l'arto, dilaniato dall'inesorabile morsa della tagliola. No, questa non è la trama di un film nè tanto meno un racconto fantasioso e allucinante per attirare l'attenzione...E' successo realmente, pochi giorni fa', e non in un indefinito e lontano paese, ma sulla collina torinese. Chi scrive ha visto coi propri occhi il risultato di questo drammatico episodio e, nonostante l'"abitudine" alla vista del sangue, delle ferite e quant' altro (dettata semplicemente dal mestiere!), avrebbe preferito non incappare in uno spettacolo simile. La sfortunata protagonista dell'episodio, ho trascurato di raccontare, è riuscita incredibilmente a strappare la catena che fissava l'incriminata tagliola e, dopo una settimana di digiuno e feritapioggia (grazie alla quale verosimilmente non è morta!), è tornata a casa, malgrado tutto, a casa! Credo che le parole non bastino per descrivere la crudeltà di ciò che è successo. C'è un altro pensiero,  però, che continua a tormentare noi tutti: se al posto del cane quel sentiero l'avesse percorso un amante delle passeggiate campestri?.. o, peggio ancora, un bambino che, inconsapevole del pericolo e incuriosito dallo strano oggetto, avesse poi allungato la mano, facendo scattare la trappola... No, non c'è davvero giustificazione verso coloro che ricorrono a tali strumenti, per qualsivoglia motivo. Ora, continuando a seguire la difficile convalescenza del povero animale, ci chiediamo insieme ai proprietari: cosa si può fare e cosa si fa' oggi per combattere il bracconaggio?. A chi ci si deve rivolgere per denunciare ed arrestare una pratica così disumana?...
 
Se qualcuno può dar risposte non rimanga silenziosamente inorridito , ma ci aiuti a cercar giustizia.
 
A cura dello staff della Clinica Borgarello 
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