martedì 9 dicembre 2014

Avvelenamento da Glicole Etilenico

L’avvelenamento da glicole etilenico nel cane e nel gatto provoca gravi intossicazioni, spesso mortali.
Il glicole etilenico è una sostanza incolore, inodore e dal sapore dolciastro contenuta nei liquidi antigelo per i radiatori delle automobili, nei liquidi di sviluppo fotografici e nei solventi per vernici: si tratta quindi di un prodotto facilmente reperibile e particolarmente appetibile, soprattutto per il cane. Proprio per quest’ultima ragione l’avvelenamento è molto più frequente nel cane rispetto al gatto, meno attratto per natura dal sapore dolce.
glicole etilenico 1
Il glicole etilenico viene rapidamente assorbito attraverso il tratto gastro enterico, causando la comparsa della sintomatologia clinica in tempi piuttosto rapidi.
All’interno dell’organismo il glicole etilenico va incontro ad un processo di “bioattivazione”: si formano cioè composti molto più tossici rispetto alla molecola di partenza che creano gravissimi danni agli organi in cui vengono trasformati e distribuiti.
I sintomi clinici possono essere suddivisi in tre stadi:
  • stadio 1: sintomi nervosi
Il glicole etilenico assunto per via orale viene rapidamente assorbito dal tratto gastro-enterico e si distribuisce nel sangue provocando in un intervallo di tempo variabile, compreso fra 30 minuti e 12 ore dall’ingestione, la comparsa di gravi sintomi clinici simili a quelli legati all’assunzione di sostanze alcoliche nell’uomo. Prevalgono segni neurologici quali depressione, protrusione della terza palpebra nel gatto (l’occhio sembra “bianco”), atassia (movimenti incoordinati), convulsioni, ipereccitabilità, ipotermia (diminuzione della temperatura corporea). Sono anche presenti segni legati all’irritazione gastro enterica come nausea, vomito e anoressia (perdita dell’appetito) ma anche alterazioni del sangue a cui conseguono poliuria (aumento della produzione di urine), polidipsia (aumento della sete) e disidratazione.
  • stadio 2: sintomi cardio-polmonari
Se l’animale sopravvive, a 12-24 ore dall’ingestione sopraggiunge un temporaneo miglioramento seguito da sintomi cardiorespiratori come tachipnea (aumento della frequenza degli atti respiratori), tachicardia (aumento della frequenza cardiaca), congestione polmonare con possibilità di edema, depressione e anoressia.
  • Stadio 3: sintomi renali
24-72 ore dopo l’ingestione si manifestano sintomi legati all’insufficienza renale acuta: anoressia, vomito, ptialismo (perdita di saliva), ulcere orali, grave acidosi (diminuzione del pH del sangue), iperazotemia (aumento delle scorie azotate nel sangue), coma e morte.
Gli elementi che consentono di arrivare alla diagnosi sono:
  • aumento ematocrito a causa della disidratazione
  • grave acidosi metabolica (pH inferiore a 7,3)
  • danno renale: aumento della creatinina e dell’azotemia
  • aumento della glicemia
Fra le diagnosi differenziali bisogna considerare l’avvelenamento da etanolo e da marijuana, che possono provocare atassia e sintomatologia nervosa simile. Devono anche essere prese in considerazione le varie cause di insufficienza renale acuta e cronica.
La terapia deve essere instaurata tempestivamente, idealmente entro 3 ore dall’intossicazione nel gatto e 8 nel cane. Come accennato in precedenza, infatti, il glicole etilenico, una volta ingerito, viene trasformato all’interno dell’organismo in sostanze estremamente tossiche, che provocano danni gravi ed irreversibili a carico di diversi organi, reni in particolare.
Entro due ore dall’ingestione si può provocare il vomito, effettuare una lavanda gastrica e somministrare carbone attivato.
Se si interviene più tardivamente si può in alcuni casi ricorrere a due antidoti: l’etanolo e il 4-metilpirazolo; tuttavia anche l’utilizzo di queste sostanza non è scevro da complicazioni.
L’etanolo può inibire l’enzima che trasforma il glicole etilenico nei suoi metaboliti tossici, prevenendo o riducendo gli effetti della fase renale. Se la terapia viene iniziata entro 8 ore dall’intossicazione la prognosi può essere favorevole; dopo 18 ore il trattamento è invece inutile.
L’uso del 4-metilpirazolo è controindicato nel gatto a causa della mancanza di dati circa il suo impiego in questa specie. In entrambi i casi, oltre all’inattivazione del glicole etilenico, è necessario correggere i disturbi elettrolitici, acido-base e la disidratazione.
Le terapie sopraelencate sono da valutare caso per caso e a discrezione del medico curante.
La prognosi dell’animale intossicato risulta di non semplice formulazione, poiché la gravità dipende dalla quantità di liquido ingerito e dal tempo intercorso tra l’assunzione del tossico e l’intervento del veterinario.
Non sempre la tossicosi è mortale, soprattutto in caso di assunzione di dosaggi non elevati; residua tuttavia un grave deficit della funzionalità renale che può compromettere irreversibilmente la qualità della vita dell’animale.
necrosi tubulare da glicole etilenico
A costo di sembrare ripetitiva ribadisco ancora una volta..Attenzione! Se avete animali ricordatevi che sono curiosi, golosi, giocherelloni, e che tante sostanze, anche banali e molto diffuse nelle nostre case e nei nostri giardini possono rappresentare un gravissimo pericolo per la loro salute ed incolumità.
Articolo a cura dello Staff della Clinica Veterinaria Borgarello
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