lunedì 14 dicembre 2009

Rabbia: emergenza attuale nel nord-est Italia

Nell’Ottobre del 2008 si diffuse questa notizia: “Un uomo residente a Gniva di Resia è stato colpito da rabbia dopo essere stato morso da una volpe.” A seguito di questo e successivi episodi, l’Italia, considerata un paese “esente” da tale malattia dal 1995, come si legge sul sito dell’eurosurvellance, torna ad essere a tutti gli effetti in stato di “emergenza rabbia”.
Oggi il Friuli -Venezia Giulia, prima, ed il Veneto successivamente si stanno cimentando con misure sanitarie atte a contenere la diffusione della malattia che, se non opportunamente controllata, risulta mortale non soltanto negli animali, ma anche nell’uomo.
Con un’ordinanza del 12 Ottobre 2009 (entrata in vigore l’11 Novembre), il Ministero detta le linee guida volte a limitare il più possibile il rischio di diffusione del contagio dal territorio della provincia di Udine ad altre zone.  Pertanto i cani, i gatti e i furetti al seguito di persone dirette in tali territori devono essere sottoposti a vaccinazione antirabica pre-contagio almeno 21 giorni prima dell’arrivo nella provincia medesima e da non oltre undici mesi. L’Ordinanza prevede inoltre l’obbligo di conduzione al guinzaglio o comunque di contenimento degli animali, che devono essere tenuti sempre sotto controllo, in particolare nelle zone silvestri e montane. Le pratiche venatorie in tali territori sono consentite soltanto utilizzando cani sottoposti a preventiva vaccinazione. E’ inoltre vietato avvicinare animali selvatici e venire a contatto con essi in qualsiasi modo, con particolare attenzione alle volpi. Questa ordinanza è stata successivamente estesa alle provincie di Trieste, Gorizia e Pordenone, ed ancora in provincia di Belluno.  In tali  territori, per garantire una corretta “’informazione”  sull’emergenza in corso, è stato redatto e diffuso un opuscolo informativo sulla rabbia silvestre.
Per avere ulteriori informazioni sulla “rabbia” in Europa e i potenziali rischi ad essa legati è stato inoltre realizzato, in occasione del World Rabies Day, un video, anche in lingua italiana, di pubblico accesso.        
Articolo a cura della Dr.ssa Martina Chiapasco
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