I coccidi sono dei microorganismi unicellulari (protozoi) di dimensioni microscopiche non visibili ad occhio nudo, vivono all’interno delle cellule dell’intestino dei nostri animali.
Nella pratica veterinaria vengono definiti “ coccidi “ i microrganismi appartenenti ai generi Eimeria e Isospora. In particolare i coccidi del cane e del gatto appartengono al genere Isospora. Le specie più diffuse nel gatto sono Isospora felis e Isospora rivolta, nel cane Isospora canis.
I coccidi del genere Eimeria e Isospora sono specie/ specifici quindi possono riprodursi e svolgere il loro ciclo vitale all’interno di una sola specie (i coccidi del cane infestano i cani, quelli del gatto solo i gatti ).
Questa malattia non è trasmissibile all’uomo.
La coccidiosi colpisce soprattutto i soggetti giovani, 2-4 mesi di età, quelli in cattivo stato di salute e quelli allevati in scarse condizioni igieniche.
Nella pratica veterinaria vengono definiti “ coccidi “ i microrganismi appartenenti ai generi Eimeria e Isospora. In particolare i coccidi del cane e del gatto appartengono al genere Isospora. Le specie più diffuse nel gatto sono Isospora felis e Isospora rivolta, nel cane Isospora canis.
I coccidi del genere Eimeria e Isospora sono specie/ specifici quindi possono riprodursi e svolgere il loro ciclo vitale all’interno di una sola specie (i coccidi del cane infestano i cani, quelli del gatto solo i gatti ).
Questa malattia non è trasmissibile all’uomo.
La coccidiosi colpisce soprattutto i soggetti giovani, 2-4 mesi di età, quelli in cattivo stato di salute e quelli allevati in scarse condizioni igieniche.
Ciclo:
Isospora compie un ciclo “diretto”.L’infezione avviene per ingestione delle oocisti mature presenti nell’ambiente eliminati con le feci da un animale malato o portatore. A livello intestinale, soprattutto intestino tenue (ileo) le oocisti liberano gli sporozoiti dotati di vivace movimento penetrano le cellule epiteliali della mucosa. Qui si accrescono e si moltiplicano, provocando la lisi delle cellule infettate. I parassiti allo stadio di merozoiti, liberati, invadono altre cellule riprendendo il loro ciclo e determinando cosi la distruzione dell’epitelio intestinale. Le lesioni più gravi a carico dell’intestino sono emorragie puntiformi, diffuse, o nei casi più gravi estese ulcere.Le oocisti immature vengono emesse con le feci e in condizioni ambientali favorevoli subiscono un processo di maturazione che le rende infestanti. Sono molto resistenti ai comuni disinfettanti come la candeggina e alle basse temperature, sono invece sensibili alla luce solare diretta, all’essiccamento e ai solventi lipidici. Isospora compie anche un ciclo “indiretto”. Se il parassita viene ingerito da ospiti intermedi come i roditori, colonizza vari organi come il fegato, linfonodi, milza, cervello e polmoni. Se un ospite recettivo come il gatto ingerisce un ospite intermedio (topo) si infesta a sua volta.
Sintomi:
i sintomi principali sono dovuti all’azione traumatica a livello della mucosa intestinale: diarrea con muco, spesso emorragica, e talvolta vomito. A livello generale comprendono anoressia o disoressia, abbattimento, disidratazione e anemia. Nei casi più gravi possono comparire sintomi nervosi come crisi epilettiche e paresi, congiuntiviti, scolo nasale dovuto a infezioni secondarie. Nei gattini infestati da molto tempo e in modo grave si può sviluppare il prolasso del retto. Se possibile deve essere subito corretto con un intervento chirurgico.
Diagnosi:
La diagnosi viene effettuata tramite l’esame delle feci che permette di identificare le oocisti. Non deve essere eseguito nelle prime fasi della malattia, quando le oocisti non si sono ancora formate e non sono ancora state espulse, per non avere falsi negativi. Viene raccolto un campione fecale dal cane o dal gatto e sottoposto all’esame per flottazione per la ricerca delle oocisti.
Terapia:
La terapia delle coccidiosi si basa soprattutto sul ricorso a farmaci quali i sulfamidici come la sulfadimetossina, il trimethoprin, il furazolidone, l’amprolium e la clortetraciclina. Il trattamento deve essere prolungato per circa due settimane. Il trattamento con sulfamidici non è in grado di portare a un’eliminazione totale del parassita, ma consente all’organismo animale un ripristino di una specifica competenza immunologica. Molte volte è necessario ricorrere anche a una terapia di supporto basata sull’impiego di soluzioni reidratanti, complessi vitaminico minerali e, in caso di infezioni intercorrenti, di antibiotici. Nei cani o gatti colpiti da vomito e diarrea sarà opportuno evitare la somministrazione di cibo per 24 – 48 ore. Per il ripristino della funzionalità digestiva è anche consigliabile il ricorso ad alimenti caratterizzati da un’elevata digeribilità, ampiamente diffusi in commercio. Di particolare rilievo sono le misure da adottare a carico dell’ambiente e dell’animale. Si dovrà avere cura di procedere a una disinfezione ambientale con sali quaternari di ammonio e a un bagno accurato dell’animale con lo scopo di eliminare qualsiasi traccia di residuo fecale.
Cosa fare:
Hai dei dubbi portaci un campione di feci fresco per l'esame.
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Salve l'articolo mi è sembravo completo , semplice ed esaustivo . Ringrazio sinceramente
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