martedì 13 aprile 2010

I coccidi: Eimeria e Isospora

I coccidi sono dei microorganismi unicellulari (protozoi) di dimensioni microscopiche non visibili ad occhio nudo, vivono all’interno delle cellule dell’intestino dei nostri animali.
Nella pratica veterinaria vengono definiti “ coccidi “ i microrganismi appartenenti ai generi Eimeria e Isospora. In particolare i coccidi del cane e del gatto appartengono al genere Isospora. Le specie più diffuse nel gatto sono Isospora felis e Isospora rivolta, nel cane Isospora canis.
oocistiI coccidi del genere Eimeria e Isospora sono specie/ specifici quindi possono riprodursi e svolgere il loro ciclo vitale all’interno di una sola specie (i coccidi del cane infestano i cani, quelli del gatto solo i gatti ).
Questa malattia non è trasmissibile all’uomo.
La coccidiosi colpisce soprattutto i soggetti giovani, 2-4 mesi di età, quelli in cattivo stato di salute e quelli allevati in scarse condizioni igieniche.
Ciclo:
Isospora compie un ciclo “diretto”.L’infezione avviene per ingestione delle oocisti mature presenti nell’ambiente eliminati con le feci da un animale malato o portatore. A livello intestinale, soprattutto intestino tenue (ileo) le oocisti liberano gli sporozoiti dotati di vivace movimento penetrano le cellule epiteliali della mucosa. Qui si accrescono e si moltiplicano, provocando la lisi delle cellule infettate. I parassiti allo stadio di merozoiti, liberati, invadono altre cellule riprendendo il loro ciclo e determinando cosi la distruzione dell’epitelio intestinale. DSCN4351  Le lesioni più gravi a carico dell’intestino sono emorragie puntiformi, diffuse, o nei casi più gravi estese ulcere.Le oocisti immature vengono emesse con le feci e in condizioni ambientali favorevoli subiscono un processo di maturazione che le rende infestanti. Sono molto resistenti ai comuni disinfettanti come la candeggina e alle basse temperature, sono invece sensibili alla luce solare diretta, all’essiccamento e ai solventi lipidici. Isospora compie anche un ciclo “indiretto”. Se il parassita viene ingerito da ospiti intermedi come i roditori, colonizza vari organi come il fegato, linfonodi, milza, cervello e polmoni. Se un ospite recettivo come il gatto ingerisce un ospite intermedio (topo) si infesta a sua volta.
Sintomi:
i sintomi principali sono dovuti all’azione traumatica a livello della mucosa intestinale: diarrea con muco, spesso emorragica, e talvolta vomito. A livello generale comprendono anoressia o disoressia, abbattimento, disidratazione e anemia. Nei casi più gravi possono comparire sintomi nervosi come crisi epilettiche e paresi, congiuntiviti, scolo nasale dovuto a infezioni secondarie. Nei gattini infestati da molto tempo e in modo grave si può sviluppare il prolasso del retto. Se possibile deve essere subito corretto con un intervento chirurgico.
Diagnosi:
La diagnosi viene effettuata tramite l’esame delle feci che permette di identificare le oocisti. Non deve essere eseguito nelle prime fasi della malattia, quando le oocisti non si sono ancora formate e non sono ancora state espulse, per non avere falsi negativi. Viene raccolto un campione fecale dal cane o dal gatto e sottoposto all’esame per flottazione per la ricerca delle oocisti.
Terapia:
La terapia delle coccidiosi si basa soprattutto sul ricorso a farmaci quali i sulfamidici come la sulfadimetossina, il trimethoprin, il furazolidone, l’amprolium e la clortetraciclina. Il trattamento deve essere prolungato per circa due settimane. Il trattamento con sulfamidici non è in grado di portare a un’eliminazione totale del parassita, ma consente all’organismo animale un ripristino di una specifica competenza immunologica.DSCN4350 Molte volte è necessario ricorrere anche a una terapia di supporto basata sull’impiego di soluzioni reidratanti, complessi vitaminico minerali e, in caso di infezioni intercorrenti, di antibiotici. Nei cani o gatti colpiti da vomito e diarrea sarà opportuno evitare la somministrazione di cibo per 24 – 48 ore. Per il ripristino della funzionalità digestiva è anche consigliabile il ricorso ad alimenti caratterizzati da un’elevata digeribilità, ampiamente diffusi in commercio. Di particolare rilievo sono le misure da adottare a carico dell’ambiente e dell’animale. Si dovrà avere cura di procedere a una disinfezione ambientale con sali quaternari di ammonio e a un bagno accurato dell’animale con lo scopo di eliminare qualsiasi traccia di residuo fecale.
Cosa fare:
Hai dei dubbi portaci un campione di feci fresco per l'esame.
Se ti è piaciuto l'articolo, iscriviti al feed o alla newsletter per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti di TGVET.net.
Lascia un commento per dire la tua o per chiedere informazioni


Bookmark and Share

2 commenti:

  1. Salve l'articolo mi è sembravo completo , semplice ed esaustivo . Ringrazio sinceramente

    RispondiElimina
  2. � interessante apprendere di questi microorganismi unicellulari che possono vivere nell'intestino dei nostri animali.

    RispondiElimina

Related Posts with Thumbnails

Cerca in TGVET.net



clinica veterinaria torino


Ultimi 10 articoli pubblicati

Gli autori degli articoli