Un’anziana donna è stata gravemente ferita da un rottweiler nel bergamasco e si scatena nuovamente il calderone delle polemiche. Il Codacons chiede ora l’urgente ripristino della famosa e famigerata “black list” della gestione Sirchia e rincara la dose contestando le scelte del Ministro Martini, accusata di badare “animalisticamente” più ai diritti degli animali rispetto a quelli umani. I medici veterinari dell'ANMVI non condividono le reazioni di chi parla di "fallimento dell'Ordinanza Martini". Secondo il Presidente della SISCA, Raimondo Colangeli, fatti come quelli che si sono verificati sabato nel bergamasco pongono serissimi interrogativi sulle responsabilità in campo, eventualmente familiari, e che andrebbero investigate e analizzate. "Occorre prevedere - dice- una task force veterinaria investigativa che in queste circostanze possa avviare una inchiesta scientifica e raccogliere dati utili sia ai fini epidemiologici che dell'analisi del rischio. Diversamente ci si ferma al dato di cronaca e all'analisi superficiale della razza pericolosa da bandire".
Facciamo un passo indietro, senza nulla togliere alla drammaticità del fatto, e chiariamo l’argomento della polemica: l’ordinanza incriminata detta le linee guida per la gestione dei cani di proprietà con particolare attenzione alle strategie mirate agli episodi di aggressioni da parte di cani. L’articolo 3, ad esempio, afferma che:
1. Fatto salvo quanto stabilito dagli articoli 86 e 87 del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320 «Regolamento di Polizia veterinaria», a seguito di morsicatura od aggressione i Servizi veterinari sono tenuti ad attivare un percorso mirato all'accertamento delle condizioni psicofisiche dell'animale e della corretta gestione da parte del proprietario.
2. I Servizi veterinari, nel caso di rilevazione di rischio potenziale elevato, in base alla gravità delle eventuali lesioni provocate a persone, animali o cose, stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di un intervento terapeutico comportamentale da parte di medici veterinari esperti in comportamento animale.
3.I Servizi veterinari devono tenere un registro aggiornato dei cani identificati ai sensi del comma 2.
4. I proprietari dei cani inseriti nel registro di cui al comma 3 provvedono a stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile per danni contro terzi causati dal proprio cane e devono applicare sempre sia il guinzaglio che la museruola al cane quando si trova in aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico.
Uno dei punti maggiormente contestati è proprio il comma 2 perché, secondo i detrattori, si arriva ad un intervento “punitivo” ed alla dichiarazione di effettiva pericolosità, solo quando il danno è già stato fatto, ovvero quando l’animale ha provocato lesioni. Come giustificarlo, quindi, di fronte a coloro che il morso se lo son preso?!.Dal canto opposto i veterinari Anmvi sostengono che c'è un approccio zoofilo sbagliato e da eradicare nel nostro Paese attraverso la corretta educazione al rapporto con il cane. Troppo spesso viene ignorato il fatto che il cane, fosse pure di piccola taglia, non è sempre gestibile da chiunque e in ogni circostanza; e non è detto che il proprietario (o detentore), per il fatto stesso di esserlo e di essere animato dalle migliori intenzioni, sia sempre all'altezza del rapporto.
Questo punto di vista rimarca la necessità e l’urgenza di mettere effettivamente in atto un discorso di “informazione ed educazione” alla gestione del cane, quale ad esempio il “patentino” per proprietari proposto da FNOVI insieme al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. A tal proposito sempre dall’Anmvi ci si chiede che cosa aspettino i Comuni ad organizzare i corsi per i cittadini per una corretta convivenza con il cane nella nostra società. Il fatto che i corsi siano facoltativi non vuol dire che non siano fondamentali e urgenti per la prevenzione dell'incolumità pubblica e per il benessere dei cani. I medici veterinari, dal canto loro, si stanno formando per tradurre il sapere scientifico e la medicina veterinaria comportamentale in didattica applicata e divulgativa alla portata di tutti. E’ però necessario che le singole amministrazioni rivolgano maggiore attenzione e urgenza alle ordinanze e ai decreti ministeriali in materia di animali e gestione delle aggressioni.
Se la pubblicità è l’anima del commercio, allora ci si deve muovere tutti non per demonizzare alcuni dei nostri “amici-nemici” a quattro zampe, ma per “informare” il più possibile sul loro mondo e sulle strategie migliori da mettere in atto ai fini del raggiungimento della migliore convivenza possibile…purtroppo non sempre ottenibile!.
A cura della Dr.ssa Martina Chiapasco
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