La pediculosi nel gatto è una malattia contagiosa relativamente rara che colpisce soprattutto gattini e animali adulti tenuti in cattive condizioni igieniche o defedati. Questa parassitosi è sostenuta da un pidocchio morsicatore della specie Felicola subrostratus che è specifico del gatto e non rappresenta quindi un rischio per altre specie animali ne per l'uomo.
Tutto il ciclo vitale, che dura 21-30 giorni si compie sul gatto. Gli adulti, che si nutrono di detriti epidermici, si accoppiano sull'ospite e le femmine gravide depongono uova strettamente adese ai peli. Dalle uova escono ninfe, praticamente uguali all'adulto ma solo più piccole, che si trasformano poi in adulti.
Sugli animali colpiti sono visibili uova bianche appiccicate ai peli e a seconda del colore del mantello si possono vedere anche i pidocchi adulti. Le lesioni dermatologiche non sono estremamente specifiche e sono rappresentate da prurito, alopecia e peli spezzati dovuti all'autotraumatismo o da dermatite desquamativa provocata dal parassita. La diagnosi differenziale va quindi posta nei confronti di altre cause di prurito.
La diagnosi viene fatta attraverso la visualizzazione del parassita a occhio nudo, con lente d'ingrandimento o con l'esame microscopico del pelo con scotch test su cui si possono visualizzare le uova opercolate o lendini strettamente adese al fusto pilifero per la maggior parte della loro lunghezza o direttamente i pidocchi. Questi sono privi di ali, con 3 paia di zampe e una testa pentagonale che termina a punta con un solco longitudinale centrale che serve da alloggiamento per il pelo.
Il trattamento viene fatto con fipronil 2 volte al mese per 3 o 4 volte o con ivermectina sottocute che però non andrebbe somministrata ai gattini. Nel caso di colonie o gattili infestati è necessaria un'accurata pulizia ambientale e il trattamento d'elezione risulta essere l'ivermectina.
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