venerdì 7 gennaio 2011

LEUCEMIA FELINA (FeLV)

La cosiddetta “leucemia felina”(FeLV) altro non è che una malattia infettiva di tipo virale causata da un retrovirus (RNA virus) in grado di infettare le cellule linfoidi dei gatti: in questa sede l' RNA virale viene convertito in DNA (si definisce così il codice genetico di qualsiasi cellula), si replica insieme alle cellule e diffonde così  in tutto l'organismo. Un soggetto infettato rimane tale per tutta la vita e diviene altamente predisposto ad instaurare un gran numero di patologie tra cui il linfoma, l'anemia e numerosissime malattie secondarie.

Tutti i gatti sono potenzialmente ricettivi a questo virus, indipendentemente dal sesso, dalla razza o dall'età: maggiormente a rischio risultano, in ogni caso, i gattini al di sotto dei 4 mesi d'età

Le fonti principali di trasmissione sono rappresentate da:

1- saliva: qui si riscontra la maggior concentrazione di virus ed è per questo che i morsi, la reciproca toelettatura e la condivisione delle ciotole sono le vie primarie attraverso cui i gatti si infettano

2- transplacentare: le gatte posso trasmettere durante la gravidanza l'infezione ai gattini. Questo può portare ad aborti o alla nascita di feti morti; qualora i cuccioli sopravvivano, divengono portatori e diffusori di malattia

Nelle fasi iniziali d'infezione FeLV tende ad insediarsi e replicare nelle cellule linfoidi della mucosa oro-faringea: questa è la cosiddetta fase transitoria (di solito dura 2-6 settimane). Dalla sede primaria il virus diffonde poi, attraverso il sistema circolatorio, a tutti gli altri tessuti linfoidi: siamo di fronte alla fase progressiva che prosegue nel midollo osseo colpendo linfociti, monociti, granulociti, piastrine e, contemporaneamente, nelle sedi mucosali e ghiandolari, da cui la sua presenza in saliva, feci, urine e latte. I gatti, sia in fase transitoria che progressiva, risultano positivi ai test FeLV e sono in grado di diffondere il virus: i primi possono manifestare blandi segni clinici (linfoadenopatia, febbre, letargia), nel caso invece di progressione virale l'animale andrà incontro a malattie FeLV-correlate (sono molte e di ogni genere!) e tenderà a morire entro 3 anni (sono pochi i casi di maggior longevità). Esistono anche forme regressive di malattia: nella fase transitoria, infatti, è possibile che il sistema immunitario del gatto sia in grado di “opporsi” in una certa misura alla replicazione del virus, impedendone così la diffusione al midollo osseo. Questi soggetti non manifestano forme di malattia FeLV-correlate ed entrano in una sorta di fase latente. Essi, però, possono ancora diffondere il virus ad altri gatti attraverso sangue e tessuti (in caso di donazioni!) a causa della presenza di DNA provirale in tali sedi. Per molto tempo si è sostenuto che nella fase regressiva sia altresì possibile un'eliminazione totale del virus grazie alle difese dell'organismo: recentissimi studi, condotti con tecniche PCR, sembrerebbero smentire tale ipotesi e avvalorare la cronicità dell'infezione.

Il virus della leucemia felina, contrariamente a quello dell'immunodeficienza, è caratterizzato da un' elevata carica antigenica e questo facilita la diagnosi di malattia: i test più utilizzati in tal senso sono l' ELISA e l' IFA e si basano proprio sull'evidenziazione dell'antigene virale e non degli anticorpi del soggetto infetto. Non c'è un momento preferenziale per decidere quando eseguire tali indagini: l'assenza di anamnesi (gattini orfani, gatti “trovati”) o storie di recenti ferimenti da parte di gatti randagi o, ancora, la provenienza da colonie feline, nonché l'introduzione di un nuovo soggetto in un nucleo preesistente, sono solo alcuni esempi in cui è consigliabile far eseguire un test per la FeLV, con cui per altro non interferiranno eventuali vaccinazioni pregresse.

Data la gravità della malattia, diviene di importanza fondamentale per la salute del gatto (soprattutto quelli destinati a vivere all'esterno ed entrare in contatto con altri felini) un programma di prevenzione. Esiste, infatti, un vaccino contro la leucemia felina che può essere eseguito a partire dalle 9 settimane di vita, con un richiamo dopo un mese dalla prima iniezione e successivi richiami annuali.

Ricordare che i soggetti maggiormente a rischio di infezione risultano:

- gattini soprattutto al di sotto dei 4 mesi

-gatti che vivono all'esterno

-nuclei con più di 2 gatti e continue introduzioni di nuovi soggetti.

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I gatti con FeLV dovrebbero, nei limiti del possibile, essere confinati in casa per ridurre il rischio di contrarre malattie parassitarie, batteriche o infettive e prevenire la diffusione della malattia. In caso di altri gatti conviventi con un soggetto positivo, nell' impossibilità di tenerli separarti, sarebbe bene sottoporli a regolari vaccinazioni, nonché controlli annuali per FeLV. I soggetti malati andrebbero nutriti con una dieta bilanciata, evitando alimenti crudi (aumentano il rischio di malattie batteriche e parassitarie) e bisognerebbe tenere costantemente sotto controllo il peso; semestralmente sarebbe opportuno controllare cavità orale, linfonodi, lesioni oculari e cutanee oltre ad aver particolar cura dell'igiene orale. Oltre a ciò, sottoporli routinariamente ad esami per i parassiti intestinali, per gli ectoparassiti (pulci e zecche) e per la filariosi. Annualmente è poi consigliabile un esame base del sangue e delle urine, oltre a vaccinazioni regolari. E' infine sempre opportuno trattare il più precocemente possibile qualsiasi malattia secondaria si instauri.

Articolo a cura della Dr.ssa Martina Chiapasco

 

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