Il protocollo terapeutico deve essere impostato dopo attenta valutazione del quadro clinico del paziente, in particolare è necessario valutare se l’insufficienza cardiaca congestizia sia un fenomeno acuto o cronico.
La causa più frequente di insufficienza cardiaca acuta, da sovraccarico acuto di volume, è la rottura di corde tendinee della valvola mitrale in corso di endocardiosi mitralica.
La causa più frequente di insufficienza cardiaca acuta, da sovraccarico acuto di volume, è la rottura di corde tendinee della valvola mitrale in corso di endocardiosi mitralica.
Un’altra causa di insufficienza cardiaca congestizia acuta, riscontrata molto più raramente, è il rigurgito aortico acuto nell’endocardite batterica.
Il quadro clinico è caratterizzato generalmente dall’edema polmonare e dai sintomi dell’insufficienza cardiaca grave e necessita di una terapia d’urgenza con somministrazione di furosemide per via endovenosa, farmaci vasodilatatori, ossigenoterapia ed eventualmente broncodilatatori.
La scompenso cardiaco acuto può inoltre essere determinato dal sovradosaggio di farmaci inotropi negativi, dall’assunzione di sostanze cardiotossiche o come effetto collaterale dell’impiego di chemioterapici (doxorubicina) che possono determinare la riduzione improvvisa della contrattilità miocardica. In tal caso il quadro clinico è quello tipico delle patologie a bassa portata cardiaca piuttosto che quello dell’edema polmonare perché l’organismo non riesce ad attivare, in un tempo così breve, i meccanismi di compenso che reagiscono alla riduzione della portata cardiaca mediante la ritenzione di sodio e liquidi. In questi casi prima ancora della terapia diuretica e vasodilatante è necessario ristabilire una portata minima utile a consentire un’adeguata perfusione renale, ad esempio mediante infusione endovenosa di dopamina.
L’insufficienza cardiaca cronica è la conseguenza di numerose patologie cardiache congenite che non siano state corrette da un intervento, come ad esempio il dotto arterioso persistente, il difetto interventricolare, la stenosi aortica e la stenosi polmonare oppure rappresenta l’esito di altre patologie acquisite a decorso progressivo come l’insufficienza aortica, mitralica, tricuspidale e la cardiomiopatia dilatativa. Generalmente predomina il quadro clinico tipico dell’insufficienza cardiaca retrograda sinistra caratterizzato dall’edema polmonare, in quanto l’incremento della pressione atriale sinistra determina aumento della pressione nelle vene polmonari con aumento della pressione capillare polmonare ed edema polmonare.
In caso di insufficienza cardiaca retrograda dei settori destri si verifica l’aumento della pressione nelle vene cave che si manifesta clinicamente con ascite, edema periferico e versamento pleurico. Possono inoltre manifestarsi, a riposo o in condizioni di esercizio fisico, i sintomi di insufficienza cardiaca anterograda da scarsa perfusione tissutale come debolezza, mucose pallide, estremità fredde, scarsa resistenza all’esercizio fisico ed aumento del tempo di riempimento capillare.
In caso di insufficienza cardiaca retrograda dei settori destri si verifica l’aumento della pressione nelle vene cave che si manifesta clinicamente con ascite, edema periferico e versamento pleurico. Possono inoltre manifestarsi, a riposo o in condizioni di esercizio fisico, i sintomi di insufficienza cardiaca anterograda da scarsa perfusione tissutale come debolezza, mucose pallide, estremità fredde, scarsa resistenza all’esercizio fisico ed aumento del tempo di riempimento capillare.
Articolo a cura dello Staff della Clinica Veterinaria Borgarello
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