Il collasso laringeo nel cane è una patologia in cui si assiste ad una progressiva deformazione dell'impalcatura laringea a causa della presenza di difetti congeniti a livello delle prime vie aeree.
Il collasso laringeo si può presentare in seguito a traumi della laringe, causa più comune nell'uomo, ma nel cane e nel gatto la causa più comune è di tipo anatomico. Infatti questa è una patologia che interessa soprattutto le razze brachicefale.
Alla base del problema sembra esserci il cosiddetto "Effetto Venturi" secondo il quale nei punti in cui la sezione di un condotto si restringe, la velocità del flusso aumenta mentre la pressione diminuisce. E la pressione negativa tenderebbe a far collabire verso il centro le pareti dell'organo cavo.
Cerchiamo di spiegarci meglio.
Nei soggetti brachicefali sin dalla nascita si assiste ad un anomalo rapporto tra tessuti duri e tessuti molli. Spesso le anomalie congenite più frequenti sono:
-Stenosi delle narici
-Ipoplasia delle cavità nasali
-Iperplasia della mucosa rinofaringea
-Macroglossia
Tutte queste anomalie sono un vero e proprio ostacolo al flusso d'aria. Pertanto l'animale si troverà ad eseguire atti respiratori più intensi e laboriosi per vincere le forze ostacolatrici.
Un atto respiratorio intenso provocherà un aumento della velocità dell'aria che arriverà ai polmoni. L'aumento della velocità dell'aria determinerà un aumento della pressione negativa soprattutto al livello delle vie aeree superiori compresa la laringe.
Per fare un esempio basti pensare a quello che succede quando inspiriamo con il naso a bocca chiusa: ad ogni atto inspiratorio normale le narici subiranno dei movimenti quasi impercettibili; ma se proviamo ad eseguire un atto inspiratorio molto più energico allora noteremo che le narici tenderanno a chiudersi. Questo è esattamente quello che succede in tutti i distretti respiratori di un brachicefalo, il quale per vincere le forze ostacolatrici si troverà costretto a "respirare più energicamente".
In particolare per quanto riguarda la laringe le cartilagini aritenoidi vengono "risucchiate" medialmente, ovvero al centro della laringe, durante l'inspirazione.
In condizioni di normalità queste cartilagini durante la fase inspiratoria si "aprono" (fase di abduzione) proprio per permettere l'ingresso al flusso d'aria. Questo movimento è reso possibile grazie ai muscoli abduttori della laringe. In un brachicefalo la forza di inspirazione è talmente forte da rendere inefficace il lavoro di tali muscoli che non riescono a far ruotare le cartilagini ormai deformate.
Il collasso laringeo viene considerato come un processo patologico progressivo caratterizzato da diverse fasi evolutive:
-STAGE I: corrisponde all'eversione dei sacculi laringei che sporgono nel lume glottideo coprendo le corde vocali;
-STAGE II: i processi cuneiformi delle cartilagini aritenoidi si dislocano medialmente, mentre normalmente si trovano nella regione caudo-laterale della laringe;
-STAGE III: i processi corniculati delle cartilagini aritenoidi collassano verso il centro, mentre i cuneiformi si sovrappongono con quasi totale occlusione dello spazio glottideo.
SEGNALAMENTO: come già detto il collasso laringeo è particolarmente frequente in cani di razza brachicefala (Carlino, Bulldog Inglese, Bouledogue Francese, Boston Terrier), ma occasionalmente può essere rilevato in altre razze (Yorkshire terrier, Barbone nano, Chow Chow).
Può essere già evidente a pochi mesi e a questa età può avere delle conseguenze drammatiche, pertanto è consigliabile la correzione chirurgica il più presto possibile.
Nel gatto non è nota una forma di collasso laringeo, anche se in presenza di paralisi laringea è possibile rilevare anomalie simili.
SEGNI CLINICI: I pazienti affetti da questo problema si presentano spesso con una dispnea inspiratoria più o meno grave, fino ad intolleranza all'esercizio, cianosi e collasso.
La dispnea inspiratoria può mascherare gli altri segni risultanti dalla diminuzione dello spazio glottideo.
Infatti il proprietario si preoccupa non tanto per i "rumori respiratori anomali" quanto per l'affaticamento, la riluttanza al movimento, il respiro costantemente affannoso, peggioramento del quadro con temperature ambientali maggiori.
DIAGNOSI: La diagnosi è possibile con ispezione diretta della laringe, ancor meglio con l'ausilio di un endoscopio.
L'esame si esegue in sedazione ma con un piano anestesiologico superficiale anche per poter valutare la motilità delle cartilagini aritenoidi.
Il cane viene posizionato in decubito sternale con il collo esteso ed un supporto per tenere la testa leggermente sollevata rispetto al piano di lavoro.
L'esame deve comprendere l'ispezione delle cavità nasali, del rinofaringe, dell'orofaringe e della trachea.
I segni radiografici sono aspecifici, però è possibile assistere alla verticalizzazione dello ioide e alla dislocazione caudale della laringe.
TERAPIA: In caso di eversione bilaterale dei sacculi è possibile eseguire una sacculectomia endoguidata, si utilizza cioè un endoscopio. E' molto importante ricordare che la sacculectomia può essere effettuata laddove i sacculi siano di consistenza morbida e non fungano da "impalcatura" per la laringe stessa.
I sacculi eversi cronicamente infatti possono presentarsi di consistenza dura trasformandosi quindi in veri e propri abduttori statici delle cartilagini aritenoidee nella loro porzione ventrale. La loro asportazione quindi è consigliabile qualora siano un vero e proprio ostacolo al flusso dell'aria andando ad occupare buona parte dello spazio glottideo.
Il trattamento del collasso laringeo Stage II e III prevede il ricorso all'intervento di lateralizzazione della laringe e la correzione chirurgica degli altri difetti ostruttivi: narici stenotiche, palato molle sproporzionato.
Se gli interventi suddetti fallissero si potrebbe ricorrere alla tracheostomia definitiva.
Viste le drammatiche conseguenze di questa patologia si consiglia sempre la stadiazione della sindrome brachicefalica e in base a questa, la relativa correzione dei difetti anatomici delle prime vie aeree esistenti già in età giovanile. Questo permetterà ai nostri pet di vivere il più a lungo possibile.
A cura della dott.ssa Katiuscia Camboni
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