La piroplasmosi
(o babesiosi canina) è una malattia causata da protozoi appartenenti al genere
Babesia, i quali infestano il cane per mezzo di una zecca, (soprattutto
Rhipicephalus sanguineus) che funge da vettore. In molti paesi temperati, tra
cui l’Italia, questa patologia costituisce la principale malattia trasmessa
dalle zecche al cane.
La zecca si infetta durante il pasto di sangue su un cane malato; la femmina adulta è l’elemento più importante per la trasmissione, ma possono essere infette anche ninfe e larve. In seguito la zecca infetta infesterà a sua volta un cane sano sempre durante il pasto di sangue. Il protozoo una volta entrato all’interno dell’organismo animale si replica all’interno dei globuli rossi provocandone la rottura e la conseguente comparsa di un’anemia emolitica intravascolare. La gravità della malattia dipende dalla specie, dal ceppo di Babesia e dallo stato immunitario dell’ospite.
In generale i
sintomi compaiono a distanza di 7-20 giorni e comprendono anemia, febbre,
debolezza, depressione del sensorio, anoressia, pallore delle mucose,
tachicardia, tachipnea ed emoglobinuria (presenza di emoglobina nelle urine). In
alcuni casi compaiono anche ittero, petecchie, epatosplenomegalia, CID
(coagulazione intravasale disseminata) e nefropatie. Sono possibili anche
infezioni subcliniche, ovvero senza la comparsa di sintomi evidenti.
La diagnosi presuntiva
si basa sulla visita clinica, sui risultati dei test di laboratorio e anche
sull’anamnesi. Sono particolarmente significative storie pregresse di cani
condotti in passeggiata in aree boschive o significativamente infestate da
zecche o addirittura a cui sono state rimosse zecche nei giorni precedenti. Le principali
alterazioni che riguardano gli esami di laboratorio sono anemia rigenerativa,
leucocitosi, trombocitopenia, iperbilirubinemia, emoglobinuria, acidosi
metabolica e presenza di cilindri all’esame del sedimento urinario.
La diagnosi
definitiva di babesiosi si effettua rilevando la presenza del parassita all’interno
dell’eritrocita su strisci ematici (preferibilmente periferici) oppure
avvalendosi di metodiche di laboratorio più avanzate come la PCR.
La prognosi è generalmente buona ed il trattamento è
basato sull’eliminazione o riduzione della carica parassitaria e al controllo
dell’anemia. La prevenzione resta senza dubbio il miglior alleato, pertanto è
fondamentale proteggere il proprio cane dal morso di zecca mediante l’applicazione
di antiparassitari.
Articolo a cura dello Staff della Clinica Veterinaria Borgarello
Vuoi maggiori informazioni? Clicca e contatta la Clinica Borgarello oppure compila il modulo sottostante. Se ti è piaciuto l'articolo condividilo con i tuoi amici e/o posta un commento, grazie.
Nessun commento:
Posta un commento