lunedì 10 ottobre 2011

Le conseguenze del dolore

Dopo aver analizzato nello specifico i meccanismi con cui si instaura il dolore, vedremo ora quali possono essere le conseguenze del dolore non adeguatamente trattato.
Il dolore infatti non deve essere considerato un semplice fenomeno sensoriale e non si deve ignorare il fatto che spesso a uno stimolo dolorifico conseguono alterazioni nervose, ormonali, comportamentali che, pur avendo lo scopo di proteggere il normale equilibrio dell'organismo, finiscono in realtà con l'essere deleterie.

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Conseguenze del dolore ACUTO
In seguito ad un danno tissutale grave con dolore particolarmente severo, l'organismo mette in atto una serie di risposte complesse che hanno lo scopo di ristabilire la normale omeostasi.
Per compiere ciò inizia una complessa sequela di eventi , che si riassume in risposte spinali riflesse, endocrine, metaboliche, nervose e corticali con conseguenti ripercussioni a carico dell'apparato cardiocircolatorio, respiratorio, gastroenterico, endocrino, immunitario, nervoso e muscolo scheletrico: tutto ciò costituisce la classica risposta da stress, la cui durata è proporzionale al danno tissutale.
Vediamo in sintesi ciò che accade, apparato per apparato:
-sistema cardiocircolatorio: lo stimolo algico attiva il sistema nervoso simpatico che determina un aumento della frequenza e della gittata cardiaca, vasocostrizione periferica, con conseguente aumento della pressione arteriosa e dello sforzo cardiaco.
-apparato respiratorio: il dolore può indurre iperventilazione, oppure, se la sindrome dolorifica interessa il torace e l'animale riduce al minimo i movimenti della cassa toracica, ipoventilazione (ovvero una diminuzione dell'ampiezza dell'atto respiratorio con una riduzione del volume di aria inspirata e conseguenti alterazioni a livello ematico). L'ipoventilazione fornisce una minore quantità di ossigeno ai tessuti e questo contrasta con la richiesta di ossigeno da parte del sistema cardiocircolatorio che, in questo frangente, risulta aumentata.
-apparato gastroenterico: la motilità del tratto gastroenterico risulta rallentata: lo stomaco si svuota più lentamente, aumenta il rischio di vomito o di polmonite per inspirazione di cibo. Le alterazioni a livello gastroenterico possono manifestarsi anche con eccessiva salivazione, diarrea, sangue nelle feci. Spesso si può riscontrare inappetenza e questo evento, soprattutto nel gatto soprappeso, predispone alla lipidosi epatica. Inoltre, la mancata assunzione di cibo , si ripercuote negativamente sulla cicatrizzazione dei tessuti con aumento del rischio di deiscenza delle suture.
-apparato endocrino: il dolore attiva il sistema nervoso simpatico e lo sviluppo di ipossiemia concorre ad innescare l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con liberazione di cortisolo da parte del surrene. Se lo stimolo dolorifico si protrae nel tempo aumentano anche le concentrazioni di ormone antidiuretico, ormone della crescita, renina, angiotensina, aldosterone, glucagone, diminuisce la secrezione di insulina e testosterone. Ciò comporta aumento della glicemia, alterazioni del metabolismo proteico e lipidico con conseguente alterazione del processo di guarigione dei tessuti.
-sistema immunitario: la stimolazione del sistema nervoso simpatico, la liberazione di cortisolo e catecolamine portano ad uno stato di immunosoppressione generalizzata. Le difese dell'organismo diminuiscono predisponendo l'animale a contrarre infezioni.
-sistema nervoso: uno stimolo dolorifico persistente può portare ad uno stato d'ansia e di paura, alterazioni comportamentali quali agitazione, depressione, aggressività, isolamento e, nei casi più drammatici, anche fenomeni di automutilazione a livello della parte dolente.

Nel prossimo articolo verranno trattate le conseguenze del dolore cronico.

Se vuoi leggere gli altri articoli clicca qui: articoli terapia del dolore

A cura della dott.ssa Valentina Declame della Clinica Borgarello

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