Nell’ultimo decennio la
diagnosi di patologie accompagnate da dolore persistente nel gatto è aumentata,
contestualmente ad un allungamento dell’aspettativa di vita dei nostri animali
domestici. La gestione del dolore è oggi uno degli obbiettivi più importanti
della professione veterinaria e, più in generale, di quella medica.
Il dolore non è soltanto
un’esperienza sensoriale (spiacevole!) ma anche emozionale, associata ad un
danno reale o potenziale. Ciascun individuo e animale ha una propria percezione
e reazione ad un evento doloroso e nel caso dei nostri pets la gestione diviene
ancora più complessa poiché questi non sono in grado di “descrivere” ciò che
provano. Diviene pertanto fondamentale
imparare a “riconoscere” i segni di dolore soprattutto quello persistente.
A seconda della causa e dei
meccanismi scatenanti, il dolore a lungo termine può essere classificato in
tissutale (infiammatorio) e neuropatico (con interessamento nervoso): in realtà
le due situazioni spesso si sovrappongono sebbene i processi biochimici
cellulari alla base siano differenti. Tra le principali cause conosciute di
dolore infiammatorio persistente si possono annoverare: lesioni ulcerative,
gengivo-stomatiti, otiti e cheratiti croniche, osteoartrosi, patologie
oncologiche somatiche, infiammazioni croniche dell’apparato urinario e gastro -enterico,
pancreatite cronica e patologie oncologiche (sia primarie che metastatiche) a
carico dei distretti viscerali. Per quanto riguarda il dolore neuropatico, invece, patologie potenzialmente responsabili della
sua insorgenza sono: traumi accidentali o chirurgici (determinanti lesioni
nervose, intrappolamento di nervi in suture o tessuto cicatriziale, neuromi da
amputazione), patologie del sistema nervoso periferico e centrale e patologie
viscerali croniche (IBD, cistite interstiziale felina).
Il primo passo per una
corretta gestione del dolore persistente è il riuscire a riconoscerlo, il che diviene una vera sfida quando si ha a
che fare con il gatto. La sua natura di predatore solitario, ossessivamente
territoriale e intransigente verso le ingerenze esterne, lo predispongono a
mascherare in maniera a dir poco “magistrale” e impareggiabile la sensazione di
dolore. E’ oggi unanimemente riconosciuto che la diagnosi di dolore si basi
fondamentalmente sull’osservazione del comportamento del paziente felino
piuttosto che su dati medici oggettivi: da ciò si evince l’importanza capitale
di una stretta collaborazione veterinario-proprietario per rivelare la presenza
di dolore. Un gatto che cambia le proprie abitudini motorie, l’atteggiamento
con cui interagisce con i conspecifici e/o con l’uomo, che manifesti
vocalizzazioni diverse dalla norma o qualsiasi atteggiamento indesiderato o
inatteso, ad esempio eliminazioni inappropriate, ci sta sottilmente avvertendo
che con elevata probabilità prova dolore.
Il secondo e altrettanto
importante passo per una corretta gestione del dolore a lungo termine è quello di determinarne
la causa e i meccanismi molecolari responsabili per poter scegliere la terapia
farmacologica più adatta al singolo caso (approccio orientato al meccanismo). Esistono infatti numerose classi di farmaci
potenzialmente utili nel trattamento del dolore persistente ed è importante
conoscerne la farmacocinetica, l’efficacia, la tollerabilità, partendo dal presupposto che dovranno essere somministrati a lungo termine. I
principali sono: farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS)(elettivi nella
gestione del dolore infiammatorio cronico) , gli oppioidi (maggiormente usati nel dolore acuto o nelle
terapie palliative avendo breve durata d’azione), il gabapentin e pregabalin
(anticonvulsivanti ad azione anche analgesica, indicati per il dolore
neuropatico), l’amantidina (antagonista dei recettori NMDA, utilizzabile in
associazione ad altri farmaci), antidepressivi triciclici (TCA) e inibitori
della ricaptazione della serotonina (farmaci largamente utilizzati nelle
terapie comportamentali , ma utili anche in corso di gestione di dolore
neuropatico). La palmitoiletanolamide (PEA) non è un farmaco in senso stretto,
ma un lipide naturale che grazie alla sua attività stabilizzante nei confronti
di mastociti e microglia sembra essere efficace nel controllo dei processi
neuro-infiammatori condivisi sia dal dolore infiammatorio che neuropatico.
Nella gestione del dolore
persistente non va infine dimenticato che esistono terapie coadiuvanti la
farmacologica quali: laser terapia, omeopatia, riabilitazione motoria e
agopuntura.
Se vuoi maggiori informazioni chiama la Clinica Veterinaria Borgarello al numero 0116471100 o inviaci una mail all'indirizzo: info@clinicaborgarello.it
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