giovedì 10 dicembre 2009

IL gatto norvegese

Diversamente da altri gatti il cui nome ha pochissimo a che vedere con la località da cui provengono, lo Skogkatt è veramente originario della Norvegia. Era considerato il gatto sacro degli antichi vichinghi, e accompagnava i marinai in navigazione per proteggere le stive dai topi. In questo modo si arrivò fino all’Inghilterra, Francia, Sicilia e America settentrionale. La prima data certa su questi gatti è il 1599, quando il prete e naturalista norvegese Peter Clauson Friis lo classificò per la prima volta. Era allora considerato una specie di lince, con cui aveva parecchie affinità somatiche e comportamentali. Nel 1841, con la pubblicazione dell’opera “Favole popolari norvegesi” di Asbjorsen e Moe, questo gatto affascinante entrò a far parte del patrimonio letterario e culturale norvegese.Il gatto norvegese di oggi, grazie all’allevamento selettivo, ha caratteristiche uniche nel modo felino. La selezione, allungando il corpo, la coda ed il muso, lo ha differenziato dalle razze con cui veniva spesso confuso, come il Maine Coon e l’Angora. Il Norvegese venne ufficialmente riconosciuto in patria alla fine degli Anni 30. A causa del periodo travagliato vissuto dall’Europa con la seconda guerra mondiale, lo sviluppo della razza non fu facile: la chiusura delle frontiere e la quarantena per gli animali in entrata e in uscita dalla Scandinavia impedirono la divulgazione e lo scambio di notizie su questa varietà di felino.L’isolamento determinò un progressivo impoverimento del patrimonio genetico della razza, che negli Anni 50 ebbe un vero tracollo.Solo molto più tardi fu creato il primo club che riuscì a promuovere pienamente lo sviluppo e la conoscenza dello Skogkatt. All’inizio degli anni 70 fu selezionata una coppia di Norvegesi “puri” Pippa e Truls, che venne eletta capostipite e iscritta al Libro Origini in Norvegia. Nel 1974 nacquero i primi cuccioli e fu avviato il programma di selezione. Il “Norvegese” è entrato ufficialmente nel novero delle razze domestiche nel 1977, e negli Anni 80 fu importato in Italia.La rigorosa selezione ha prodotto un gatto forte e imponente. Per difendersi dal freddo ha una cute che si ispessisce e un mantello che si allunga di 10cm d’inverno. Il pelo di protezione è grosso, grasso, pesante e idrorepellente e , se bagnato, asciuga in 15minuti. Come difesa dal freddo ci sono anche i ciuffi sulle orecchie, un folto collare che gli avvolge il collo e le spalle e delle culotte di pelo sulle cosce.D’estate, il pelo diminuisce a tal punto che solo i ciuffi sulle orecchie, la coda e il pelo tra le dita indica che si tratta di un gatto con pelo semilungo. La taglia è grande: il maschio pesa dai 5,5 ai 7 Kg e la femmina intorno ai 4,5. Il corpo è lungo, l’ossatura robusta, le orecchie grandi e con ciuffi di pelo come quelle delle linci. Gli occhi, leggermente obliqui sono solitamente verde smeraldo con una striscia dorata, oppure gialli, qualunque sia il colore del mantello. La coda, lunga e folta, deve essere a pennacchio e arrivare fino alla base della nuca se ripiegata all’indietro. I colori ammessi sono molti; il più raro è il bianco, e non è ammesso il disegno siamese. La voce è melodiosa, ma poco usata. È uno dei pochissimi gatti che scende da un albero girando a spirale lungo il tronco.Caratterialmente è un gatto dolce e affettuoso (si adatta bene alla convivenza con altri gatti, cani e bambini), tranquillo, silenzioso e poco invadente. È molto indipendente ed è sempre in grado di procurarsi cibo da solo se lasciato all’aria aperta.
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