Vediamo nel dettaglio un aspetto patogenetico molto importante: la lassità articolare. Una delle cause più accreditate per lo sviluppo di displasia è senza dubbio la lassità articolare. Abbiamo già parlato dei fattori che influenzano la manifestazione della displasia (link: influenze), cerchiamo ora di capire qualcosa di più sulla lassità articolare.
Una causa predisponente la lassità articolare è l’angolazione del DAR (bordo acetabolare dorsale), come si può vedere nel disegno colorato un angolazione maggiore ai 7 – 8 gradi (linee nere) tende a far scivolare la testa del femore fuori dall’acetabolo. Lo scivolamento determina una continua trazione sulle strutture che danno stabilità e ad un loro
allentamento permettendo un maggior movimento e quindi un peggioramento della situazione.
La lassità porta a sublussazione ed erosione del bordo aceta bolare dorsale con diminuzione della superficie di contatto tra testa ed acetabolo e aumento del carico ponderale sulle cartilagini articolari.
Come potete ben vedere la superficie su cui viene distribuito il peso è decisamente diversa tra le due immagini, questo porta a danni irreversibili alla cartilagine articolare. Le forze scaricate per mm2 possono essere fino a più di 10 volte maggiori che in un articolazione sana.
Il sovraccarico cosa determina sulla cartilagine? Col passare del tempo si hanno: perdita di elasticità, condromalacia, fessurazione, fibrillazione e morte cellulare. In una seconda fase compare sinovite, artrosi ed erosione fino all’esposizione dell’osso sub condrale.
Il dolore evolve da un semplice fastidio a dolore intenso e persistente con l’esposizione ossea.
In questa immagine potete vedere una testa del femore erosa, con scomparsa della cartilagine ed esposizione ossea.
Ma possiamo fare qualcosa, possiamo evitare tutto questo?
La lassità articolare può essere combattuta e ridotta da un corretto allenamento muscolare, un adeguato regime alimentare e da una integrazione con condroprotettori.
Ma la cosa più importante è che può essere sospettata e/o diagnosticata precocemente e quindi prevenuta o curata prima che arrechi danni irreversibili. E’ fondamentale quindi sottoporre il cucciolo ad esami specifici già a partire dai tre mesi e mezzo di età.
Nei prossimi articoli vedremo quando si manifesta e quando e come far fare le prime indagini.
Se vuoi leggere tutti gli articoli sulla displasia clicca qui.
Articolo a cura del Dott. Bartolomeo Borgarello, Clinica Veterinaria Borgarello
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