La proptosi del globo oculare, o prolasso o lussazione dell’occhio, è considerata una vera e propria emergenza. Essa consiste nella fuoriuscita più o meno parziale del globo oculare dalla sua sede anatomica, l’orbita, con incarceramento al di sotto delle palpebre.
La causa di questo prolasso è sempre di origine traumatica, spesso in conseguenza ad un incidente automobilistico oppure in seguito a lotte e morsi tra cani, e più in generale qualsiasi evento che determini una compressione sull'arcata zigomatica, spingendo il globo oculare in avanti, anteriormente rispetto alla fessura palpebrale.
Tra i cani ci sono le razze maggiormente predisposte sono quelle brachicefale, tra cui il Carlino, il Pechinese e lo Shih-Tzu. Questi cani sono normalmente caratterizzati da un esoftalmo congenito più o meno marcato (occhi più sporgenti), in quanto il globo oculare è posizionato in un'orbita meno profonda e l'apertura palpebrale è più ampia rispetto ad altre razze. Ciò significa che in questa tipologia di cane la lussazione craniale dell’occhio si può verificare con maggiore facilità, anche in seguito a traumi minori.
Nel gatto invece la proptosi del globo oculare è un evento più raro, causato solitamente da traumi forti e spesso associato a frattura delle ossa periorbitali del cranio.
Cosa succede all’occhio dopo un trauma che provoca proptosi? L'apporto ematico arterioso che arriva all’occhio rimane pressoché intatto, mentre il drenaggio venoso viene subito ostacolato. Di conseguenza la congiuntiva e gli altri tessuti dell’occhio assumono un aspetto congesto, diventando in poco tempo edematosi e arrossati. Il danno vascolare può portare anche ad un glaucoma congestizio dell’occhio e al distacco della retina. La cornea, non essendo più protetta dalle palpebre, può riportare gravi alterazioni per essiccamento (cheratite da esposizione, ulcere corneali, ecc.); il nervo ottico viene stirato fino ad essere irreversibilmente lesionato compromettendo la visione. Anche le strutture muscolari dell’occhio (muscoli estrinseci) deputate ai movimenti oculari possono venire stirate e addirittura avulse (strappate) dalla loro inserzione sull’occhio.
Per tutti questi motivi la proptosi oculare è una seria emergenza. La prognosi dipende dall'entità del trauma subìto e dalla rapidità con cui si interviene: bisogna infatti di agire il prima possibile e al massimo in 1-2 ore se si vuole salvare l'occhio, anche solo esteticamente. L’unica terapia è chirurgica.
La funzionalità visiva dopo il trattamento dipende dalla gravità del trauma e delle lesioni conseguenti: se è presente l'avulsione dei muscoli estrinseci mediali o del nervo ottico, il distacco della retina, la prognosi sarà infausta, con cecità e/o l'atrofia dell’occhio.
Lo stato della pupilla dopo il trauma può aiutare a capire la possibilità o meno del recupero della funzionalità visiva. Una pupilla dilatata che non risponde allo stimolo luminoso (cioè in midriasi fissa), può essere segnale di un grave danno del nervo ottico.
La terapia è prettamente chirurgica: la priorità è riposizionare il globo oculare nell’orbita nella sua posizione originaria. Nel frattempo, in attesa dell'intervento del veterinario, bisogna evitate che si producano ulteriori lesioni all'occhio proteggendolo da qualsiasi altro trauma, ad esempio tramite l'uso di un collare elisabettiano o una bendaggio di fortuna (si impedisce così che l'animale si ferisca grattandosi). Contro l’essiccamento della superfice dell’occhio può essere utile della soluzione fisiologica o delle lacrime artificiali. Bisogna comunque portare immediatamente l’animale dal veterinario.
Il medico veterinario si accerterà quindi dell'entità dei danni all’occhio, dell'integrità o meno delle strutture annesse, dei muscoli estrinseci dell'occhio e ovviamente del danno funzionale del nervo ottico e dalla retina, e provvederà alla chirurgia in anestesia generale. L’obiettivo dell’intervento è favorire la maggior contenzione possibile del globo oculare all'interno dell’orbita, ma a volte l’edema a livello dello spazio retrobulbare non lo permette. Inoltre a volte le condizioni dell'occhio sono talmente gravi che ogni tentativo di preservarlo risulta impossibile. In tal caso si dovrà ricorrere alla sua enucleazione. Se si riesce a riposizionare l’occhio nell’orbita verranno suturate temporaneamente le palpebre al di sopra dell’occhio (tarsorraffia temporanea) per evitare che esso fuoriesca di nuovo dalla sua sede. I punti verranno poi tolti dopo una quindicina di giorni.
Nel periodo postoperatorio verranno somministrati antibiotici per via topica e sistemica, per tenere sotto controllo le infezioni secondarie. E in taluni casi si impone anche una terapia antinfiammatoria per limitare il gonfiore.
In genere la prognosi è favorevole per quanto riguarda le strutture anatomiche; ma sempre estremamente riservata, se non addirittura infausta, per quanto riguarda il recupero della funzione visiva. Una volta rimossi i punti di sutura si potrà valutare quindi la capacità di vedere dall’occhio.
Tra le complicanze, riscontrabili una volta rimossi i punti di sutura, è frequente che l’occhio presenti strabismo, soprattutto in direzione dorso-laterale che nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente in 6-9 mesi. Inoltre dopo la rimozione della sutura può verificarsi recidiva della lussazione, in questo caso a volte si deve poi ricorrere alla tarsorrafia permanente.
Articolo a cura della Dott.ssa Ilaria Dellacroce
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