martedì 24 settembre 2019

Cane Cardiopatico: Come Riconoscerlo

Come noi, anche i nostri amici a quattro zampe possono soffrire di patologie cardiache.
Come è noto, il cuore è una pompa che ha la funzione di spingere il sangue ricco di nutrienti e ossigeno a tutti i distretti dell’organismo.
Quando insorge una malattia cardiaca, l’organismo mette in atto una serie di meccanismi adattativi e di compenso per evitare che le funzioni primarie del cuore vengano meno. Durante questo stadio della malattia non è detto che il proprietario rilevi delle alterazioni o dei sintomi, in quanto il sistema cardiocircolatorio si adatta per supplire alle mancanze indotte dalla patologia.
Con il passare del tempo, però, l’organismo non riesce più a far fronte alla malattia e i meccanismi di compenso cominciano a fallire, arrivando addirittura a compromettere ulteriormente l’equilibrio cardiaco.
Ma come può un proprietario accorgersi del progredire della malattia cardiaca che affligge il suo cane?
Le patologie cardiache hanno un’insorgenza subdola e silenziosa, ma per fortuna esistono alcuni segni che ci permettono di sospettarne la presenza e di correre ai ripari in tempo.


Come precedentemente descritto il cuore ha il compito di ossigenare il cuore pompandolo nel circolo polmonare e di ridistribuirlo, ricco di ossigeno, a tutti gli organi. Se l’attività cardiaca comincia a venir meno, si ha, a causa di diversi meccanismi, un accumulo di sangue a livello del circolo polmonare che determina un aumento della pressione venosa polmonare e tanti piccoli danni ai vasi e ai polmoni stessi. Vengono dunque inficiati gli organi deputati primariamente all’ossigenazione sanguigna: la percentuale di ossigeno nel sangue comincia quindi a diminuire molto lentamente.
Anche in questo caso l’organismo si accorge della minore quota di ossigeno del sangue e mette in atto dei meccanismi compensatori. Uno dei modi che ha l’animale per ristabilire la corretta quantità di ossigeno nel sangue è aumentare la frequenza dei respiri, permettendo a una maggiore quota di aria di raggiungere i polmoni. Il cane potrà quindi non presentare alcun sintomo, ad eccezione di un respiro più accelerato durante il giorno ed è spesso difficile accorgersi di questa novità, soprattutto se l’animale ha un temperamento nevrile.
Come si può quindi monitorare questo dato in modo oggettivo?
La cosa fondamentale è valutare la respirazione del cane quando non è stimolato da altri fattori ambientali o psicologici: per questo motivo il momento ottimale è mentre dorme, in un ambiente tranquillo e con una temperatura ambientale non elevata.
Ci si deve posizionare vicino all’animale senza disturbarlo e in maniera tale che sia facile rilevare il sollevamento del torace e dell’addome sincrono con il respiro. Munendosi di un cronometro e contando gli atti respiratori effettuati dal cane in un minuto si ricava la frequenza respiratoria.



La frequenza respiratoria di un cane sano, a riposo, è in media di 20 atti respiratori al minuto. Studi scientifici hanno dimostrato che nei cani affetti da una patologia cardiaca la frequenza respiratoria supera i 30 atti respiratori al minuto.
Il monitoraggio della frequenza respiratoria in un cane che non ha alcun sintomo è consigliato almeno una volta al mese, soprattutto nelle razze predisposte all’insorgenza di patologie cardiache (Cavalier King Charles Spaniel, Bassotto, Barbone, Beagle, Springer Spaniel, Dobermann, Boxer, Alano, Terranova), nei cani anziani (soprattutto se di piccola taglia) e nei cani discendenti da soggetti cardiopatici. 
Se la frequenza respiratoria comincia ad avvicinarsi al valore soglia di 30 atti al minuto è consigliato aumentare la frequenza delle misurazioni per ottenere un quadro dinamico della situazione respiratoria. In questo senso può essere d’aiuto l’utilizzo di applicazioni che sono in grado di creare un database che raccoglie tutte le misurazioni, fornendo dei grafici che possono servire per aggiornare il professionista in tempo reale.
Tuttavia, è bene non farsi prendere subito dal panico: sforamenti sporadici della soglia di 30 atti respiratori al minuto possono essere dovuti a problemi transitori non legati al sistema cardiocircolatorio, come per esempio patologie polmonari, anemia, gravidanza, malattie metaboliche, dolore, disagio o anche solo da una temperatura ambientale troppo elevata. Per questo motivo bisogna sempre valutare caso per caso, eventualmente consultare un medico veterinario e soprattutto monitorare sistematicamente cani che presentano una respirazione accelerata.
Se, invece, questa condizione si mantiene costante anche durante i momenti più tranquilli dell’animale, per un periodo prolungato, o se è accompagnata da sintomi quali facile affaticamento, abbattimento, tosse, e svenimenti è altamente consigliato richiedere una visita cardiologica per il proprio amico a quattro zampe.

Articolo a cura dello Staff della Clinica Veterinaria Borgarello
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