mercoledì 19 agosto 2020

La Malattia Ossea Metabolica (MOM) Nei Rettili


La malattia ossea metabolica (MOM oppure MBD, Metabolic Bone Disease) nei rettili è una condizione molto frequente, legata ad errori gestionali ma non solo. Svolgono un ruolo nella patogenesi le radiazioni ultraviolette (UV-B), il calcio, il fosforo e la vitamina D3. Questa patologia classicamente si osservava nelle iguana e nei rettili erbivori, però si è visto che diverse specie di rettili, tra cui sauri e cheloni possono ugualmente manifestarla (ad esempio, gechi leopardini oppure testuggini).

La MOM viene anche definita iperparatiroidismo nutrizionale secondario. Spesso gli animali che si ammalano hanno a disposizione una dieta carente in calcio oppure con un eccesso di fosforo. Inoltre la vitamina D3 è fondamentale per l’assimilazione del calcio alimentare. Senza di essa, anche con l’assunzione di quantità corrette di calcio, si arriva ad una condizione di ipocalcemia. Questa vitamina può essere in parte fornita con la dieta (in alcuni rettili), in parte liberata grazie all’esposizione ai raggi UV-B.

Non va sottovalutata anche la temperatura ambientale. Per poter funzionare l’organismo dei rettili ha bisogno di essere mantenuto ad una temperatura corretta per la specie. In caso contrario, la capacità digestiva dell’animale viene meno e con essa la possibilità di assunzione di nutrienti con la dieta.

Quando l’animale non ha in circolo livelli adeguati di calcio, compensa con la liberazione di un ormone, il paratormone. Questo tenta di rimediare alla carenza con il rilascio di calcio dalle ossa e contemporaneamente con il riassorbimento di calcio da parte dei reni.

I segni clinici sono in primo luogo problemi ossei: si possono manifestare fratture a carico delle ossa lunghe della zampe, debolezza nella deambulazione, incapacità a mantenere la stazione, fino a raggiungere la paralisi. Altro segno tipico può essere un gonfiore a carico degli arti sia anteriori che posteriori. Similmente, un osso che può subire i danni della MOM è la mandibola; perciò sono riportate fratture e possibile gonfiore anche a questo livello. Nelle tartarughe è frequente osservare un rammollimento o una deformazione del carapace. In altri rettili si può verificare una scoliosi a livello del dorso della colonna vertebrale. Queste deformità risultano essere irreversibili anche dopo risoluzione della problematica gestionale/nutrizionale.

Poiché il calcio interviene anche a livello della contrazione muscolare, in alcuni casi i proprietari possono rilevare tremori a carico delle dita oppure tremori diffusi (tetania). Inoltre si può manifestare crescita rallentata oppure anoressia per incapacità o impossibilità ad alimentarsi. Nei casi più gravi l’animale può arrivare a morte.

Molto spesso il veterinario esperto di animali esotici può sospettare una condizione di MOM in base alle informazioni gestionali riportate dal proprietario. La conferma spesso si ha grazie ad un esame radiografico, in cui si osserva una densità ossea inadeguata oppure tramite l’esecuzione di esami del sangue.

La MOM può essere prevenuta grazie a semplici accorgimenti gestionali. Per prima cosa la dieta deve essere quella corretta per la specie in proporzioni e tipologia. Secondariamente, quando l’animale non può avere accesso alla luce naturale, è necessario pensare di utilizzare delle lampade UV-B all’interno del terrario con corretto posizionamento e livello di radiazioni. Occorre evitare di utilizzare integratori vitaminici reperibili nei negozi di animali se non si è certi della loro validità per il proprio animale. Questi potrebbero contenere un eccesso di vitamina D3 o di fosforo, dannoso per il rettile. Spesso una semplice integrazione di calcio carbonato è sufficiente per correggere una carenza lieve. In caso di dubbi è sempre meglio chiedere il consiglio ad un veterinario esperto di animali esotici.

Articolo a cura dello Staff della Clinica Veterinaria Borgarello
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