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martedì 15 dicembre 2020

La Medicina Preventiva nei Nuovi Animali da Compagnia

La Medicina Preventiva nei Nuovi Animali da Compagnia è un tema di primaria importanza. Per cani e gatti la prevenzione, ad esempio tramite le vaccinazioni o la profilassi antiparassitaria, evita di ricadere in problematiche gravi e potenzialmente fatali per l’animale. Lo stesso vale per conigli, furetti, piccoli roditori, rettili ed uccelli da compagnia.


Troppo spesso gli animali esotici vengono ancora portati in visita per problematiche correlate ad una gestione scorretta in ambiente domestico. Ad esempio, la temperatura e l’umidità sono corretti per la specie? Sono necessarie lampade UVA o UVB? La gabbia è posizionata nel luogo più adatto? E la dieta risulta essere la migliore per il tipo, l’età e per lo stato riproduttivo dell’animale? Vediamo più nel dettaglio in che cosa consiste la prevenzione nelle specie più diffuse.

Nel coniglio è sempre consigliata una visita dopo l’adozione specialmente se non si ha esperienza pregressa con questo tipo di animale. Somministrare fin dall’inizio una dieta corretta previene problematiche dentali o gastrointestinali. Inoltre, anche quando vivono esclusivamente in casa e non hanno contatto con altri animali, per i conigli è disponibile ed indicata la vaccinazione annuale per la Mixomatosi, la Malattia Emorragica Virale 1 e la Malattia Emorragica Virale 2, malattie drammatiche e spesso con esito letale. Infine, nei soggetti di sesso femminile la sterilizzazione evita la comparsa di tumori uterini e mammari che in questa specie compaiono precocemente, già a quattro anni di età.

Per quanto riguarda le tartarughe ed i rettili in generale è fondamentale una approfondita conoscenza riguardo al tipo di alimentazione più naturale, sana e completa per la specie. Esistono categorie di rettili erbivori, come le comuni testuggini di terra e le iguane, oppure specie carnivore, come le comuni tartarughe d’acqua (o Trachemys) e i serpenti, oppure ancora specie prettamente insettivore, come i gechi leopardini. Inoltre, non tutte le specie hanno necessità di mangiare ogni giorno perché non è un comportamento naturale per quel tipo di animale.

Nell’ampia categoria dei rettili è fondamentale la gestione del terrario che deve avere adeguate dimensioni, temperatura ed umidità. In base all’habitat originario del soggetto si deve ricreare un ambiente ideale. Parallelismi tra specie simili nell’aspetto ma non per provenienza possono essere molto dannosi.

Infine, nelle tartarughe sia di terra che di acqua è fondamentale preparare ed imparare a gestire correttamente il letargo. È credenza comune che una tartaruga tenuta in casa durante l’inverno ad una temperatura media di 10-15°C, poco attiva, che smette di mangiare, sia una tartaruga in letargo. In realtà, durante questa fase fondamentale e fisiologica per queste specie, l’animale dovrebbe dormire costantemente, non mangiare ed essere mantenuto ad una temperatura stabile di circa 4°C.

E per quanto riguarda gli uccelli? La posizione, le dimensioni e il materiale di costituzione della voliera giocano un ruolo importante sullo stato di salute dell’animale. Alcune gabbie sono ancora fabbricate con materiali che possono essere tossici se ingeriti. Ad esempio, una cocorita che a volte becchetta le sbarre di una gabbia zincata può arrivare ad un’intossicazione che nei casi più gravi esita in sintomi neurologici, tremori e morte. Una gabbia troppo piccola per un pappagallo di medie o grosse dimensioni può generare stress e disagio, fino all’insorgenza di problemi comportamentali difficili da eradicare. Come detto per le altre specie, l’alimentazione non può essere trascurata. I pappagalli e gli uccelli in generale sono ottimi selezionatori di alimenti gustosi ed appetitosi e se hanno a disposizione dei semi li sceglieranno sempre a discapito di una dieta varia ed equilibrata.

In conclusione, una visita veterinaria ogni 6-12 mesi, con veterinari esperti di specie non convenzionali, è sicuramente raccomandata per tutte le specie esotiche per consentire ai nostri animali da compagnia di vivere una vita serena ed in salute.


Articolo a cura dello Staff della Clinica Veterinaria Borgarello

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martedì 24 novembre 2020

I Camaleonti

 

I camaleonti sono rettili molto particolari ed unici non solo per la loro bellezza, ma anche alcune caratteristiche davvero peculiari …

… il corpo di questi sauri è compresso lateralmente … sono in grado di muovere gli occhi indipendentemente l’uno dall’altro … sono in grado di proiettare in avanti la lingua per catturare le prede … hanno dita unite per riuscire ad avere una miglior prensione!

Questi sauri possono essere detenuti come animali “pet”, anche se molto impegnativi e delicati, ma necessitano obbligatoriamente di documenti all’acquisto che ne attestino la legalità (CITES).

Nell’immaginario collettivo il camaleonte è quell’animale in grado di cambiare colore per mimetizzarsi. In realtà, però, sono alcuni fattori a determinare variazioni di colore:  la temperatura, lo stato emotivo e, nei soggetti in cattività, la selezione artificiale.

Questi rettili non amano molto essere manipolati. Se devono essere contenuti ciò va fatto con la minore forza possibile, lasciandoli camminare  sulle mani. Bisogna fare molta attenzione a non afferrarli per la coda perché in caso di distacco per difesa  non è in grado di ricrescere. 


 

I camaleonti sono animali dall’aspetto docile, ma sono molto territoriali e solitari che sopportano male la presenza dei loro simili (a parte le femmine nel periodo degli accoppiamenti).  

 

Per la gestione in cattività di questi animali sono necessari terrari specifici (comunemente chiamati “camaleontari”), con pareti di rete per facilitare l’aerazione, più ampi possibili.

All’interno, per ricreare l’habitat ideale per questo rettile, andrebbero inserite numerose piante, ovviamente non tossiche. Le foglie permettono di creare dei nascondigli ed aiutano a mentenere l’umidità elevata. I rami devono essere saldamente fissati ed il loro diametro dovrebbe essere leggermente superiore a quello della presa delle zampe in modo da facilitare la prensione.

Il fondo migliore è rappresentato da fogli di carta assorbente (es. carta da cucina o giornali) da cambiare regolarmente. 

Per le femmine, una volta raggiunta la maturità sessuale, sarà necessario anche lasciare a disposizione un recipiente pieno di sabbia per permettere l’ovodeposizione (che si verifica anche in assenza del maschio).

Nel terrario devono essere collocate lampade specifiche che permettano l’emissioni sia di raggi UVA, che forniscono calore, sia di raggi UVB, che sono indispensabili per il metabolismo del calcio. Queste lampade devono essere poste nella parte più alta del terrario, a circa 25-30 cm dal ramo più vicino.

La luce andrebbe tenuta accesa 12-14 ore in Primavera ed Estate e 10-12 ore durante l’Autunno e l’Inverno. 

Per permettere al camaleonte di regolare adeguatamente la propria temperatura corporea bisogna creare all’interno del camaleontario un gradiente di temperatura, ossia un’adeguata differenza di temperatura tra le varie parti del terrario in modo che l’animale scelga quella più adatta alle sue esigenze del momento. I range di T°C variano a seconda della specie di camaleonte.

Un’umidità adeguata si aggira intorno al 50% e può essere monitorata con l’ausilio di un igrometro. 


 

Per quanto riguarda l’alimentazione la base è rappresentata dai grilli (di dimensioni proporzionali a quelle del rettile). I grilli dovrebbero essere nutriti in modo adeguato con anche cibo integrato con calcio carbonato prima di essere somministrati.

La dieta del camaleonte può essere occasionalmente variata offrendo anche insetti stecco, tarme della farina o kaimani.

L’età del camaleonte ha una grande influenza sulle abitudini alimentari: i neonati e i giovani mangiano decine di insetti al giorno; i sub-adulti e adulti, di solito mangiano ogni giorno, ma a volte saltano un giorno senza che ciò abbia un significato negativo.

Per far bere il camaleonte bisogna fornire l’acqua in gocce: spruzzando regolarmente e frequentemente il terrario oppure creando un gocciolatoio.

 

È fondamentale prendersi cura al meglio del proprio animale facendolo visitare dopo l’acquisto/adozione per accertarsi del suo stato di salute ed avere consigli sia sulla gestione che sull’alimentazione ed effettuare eventuali esami come quello delle feci.



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mercoledì 19 agosto 2020

La Malattia Ossea Metabolica (MOM) Nei Rettili


La malattia ossea metabolica (MOM oppure MBD, Metabolic Bone Disease) nei rettili è una condizione molto frequente, legata ad errori gestionali ma non solo. Svolgono un ruolo nella patogenesi le radiazioni ultraviolette (UV-B), il calcio, il fosforo e la vitamina D3. Questa patologia classicamente si osservava nelle iguana e nei rettili erbivori, però si è visto che diverse specie di rettili, tra cui sauri e cheloni possono ugualmente manifestarla (ad esempio, gechi leopardini oppure testuggini).

La MOM viene anche definita iperparatiroidismo nutrizionale secondario. Spesso gli animali che si ammalano hanno a disposizione una dieta carente in calcio oppure con un eccesso di fosforo. Inoltre la vitamina D3 è fondamentale per l’assimilazione del calcio alimentare. Senza di essa, anche con l’assunzione di quantità corrette di calcio, si arriva ad una condizione di ipocalcemia. Questa vitamina può essere in parte fornita con la dieta (in alcuni rettili), in parte liberata grazie all’esposizione ai raggi UV-B.

Non va sottovalutata anche la temperatura ambientale. Per poter funzionare l’organismo dei rettili ha bisogno di essere mantenuto ad una temperatura corretta per la specie. In caso contrario, la capacità digestiva dell’animale viene meno e con essa la possibilità di assunzione di nutrienti con la dieta.

Quando l’animale non ha in circolo livelli adeguati di calcio, compensa con la liberazione di un ormone, il paratormone. Questo tenta di rimediare alla carenza con il rilascio di calcio dalle ossa e contemporaneamente con il riassorbimento di calcio da parte dei reni.

I segni clinici sono in primo luogo problemi ossei: si possono manifestare fratture a carico delle ossa lunghe della zampe, debolezza nella deambulazione, incapacità a mantenere la stazione, fino a raggiungere la paralisi. Altro segno tipico può essere un gonfiore a carico degli arti sia anteriori che posteriori. Similmente, un osso che può subire i danni della MOM è la mandibola; perciò sono riportate fratture e possibile gonfiore anche a questo livello. Nelle tartarughe è frequente osservare un rammollimento o una deformazione del carapace. In altri rettili si può verificare una scoliosi a livello del dorso della colonna vertebrale. Queste deformità risultano essere irreversibili anche dopo risoluzione della problematica gestionale/nutrizionale.

Poiché il calcio interviene anche a livello della contrazione muscolare, in alcuni casi i proprietari possono rilevare tremori a carico delle dita oppure tremori diffusi (tetania). Inoltre si può manifestare crescita rallentata oppure anoressia per incapacità o impossibilità ad alimentarsi. Nei casi più gravi l’animale può arrivare a morte.

Molto spesso il veterinario esperto di animali esotici può sospettare una condizione di MOM in base alle informazioni gestionali riportate dal proprietario. La conferma spesso si ha grazie ad un esame radiografico, in cui si osserva una densità ossea inadeguata oppure tramite l’esecuzione di esami del sangue.

La MOM può essere prevenuta grazie a semplici accorgimenti gestionali. Per prima cosa la dieta deve essere quella corretta per la specie in proporzioni e tipologia. Secondariamente, quando l’animale non può avere accesso alla luce naturale, è necessario pensare di utilizzare delle lampade UV-B all’interno del terrario con corretto posizionamento e livello di radiazioni. Occorre evitare di utilizzare integratori vitaminici reperibili nei negozi di animali se non si è certi della loro validità per il proprio animale. Questi potrebbero contenere un eccesso di vitamina D3 o di fosforo, dannoso per il rettile. Spesso una semplice integrazione di calcio carbonato è sufficiente per correggere una carenza lieve. In caso di dubbi è sempre meglio chiedere il consiglio ad un veterinario esperto di animali esotici.

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martedì 5 maggio 2020

Patologie Dell'Occhiale Nei Rettili


I serpenti e alcuni gechi non posseggono le palpebre ma sono dotati di una struttura chiamata occhiale, formato dalla fusione delle due palpebre sopra la cornea. Tra l'occhiale e la superficie oculare vi è uno spazio (spazio subspectacolare) lubrificato dal film lacrimale prodotto dalla ghiandola di Harder (ghiandola lacrimale). L'occhiale ha uno spessore di 0,08 mm, è trasparente, vascolarizzato da una fitta rete di micro vasi sanguigni e funge da barriera fisica della cornea da possibili traumi.
L'occhiale è impermeabile a farmaci somministrati localmente, per cui la terapia medica topica è inefficace. Gli strati più esterni dell'occhiale vengono eliminati durante la muta insieme al resto della pelle. Prima della muta si ha accumulo di liquido tra gli strati della cute che porta a ispessimento e separazione degli strati più vecchi da quelli più recenti; in tale fase il serpente assume un aspetto opaco e l'occhiale appare bluastro. Circa 3-4 giorni prima della muta l'occhiale ridiventa trasparente e la pelle lucida in seguito a diminuzione dell'accumulo di liquido tra i due strati epidermici. Durante questo periodo il serpente è vulnerabile e può avere delle modificazioni nel comportamento legate alla ridotta capacità visiva e alla delicatezza della cute.
L'occhiale può andare incontro a diverse patologie come abrasioni, ulcere, perdita di trasparenza, avulsione, ritenzione, accumulo di liquido lacrimale (spectaculopatia bollosa o pseudobuftalmo) o materiale purulento (ascesso) nello spazio subspectcolare.
In questo articolo tratteremo della ritenzione dell'occhiale in quanto rappresenta la patologia più comune nei serpenti.
Tra i serpenti, i pitoni reali, sono particolarmente predisposti a questo problema. La ritenzione è dovuta alla mancata separazione dell'occhiale vecchio da quello nuovo durante la muta; se non viene rimosso il vecchio occhiale anche le successive mute saranno inibite portando a difficoltà visiva fino a cecità con conseguente incapacità ad alimentarsi. Le cause della ritenzione sono varie: temperatura o umidità troppo basse, errori alimentari, patologie cutanee spesso secondarie a disfunzione tiroidea, cicatrici, infestazione da acari e nei serpenti la mancanza di substrati ruvidi contro i quali strofinare il rostro per iniziare il distacco della pelle vecchia.

Occhiale ritenuto
Post rimozione manuale dell'occhiale


Particolare degli occhiali ritenuti











La diagnosi di ritenzione è clinica, si basa sulla presenza di una depressione sull'occhiale ispessito, mentre sull'occhiale sano indica una precedente ritenzione.


La terapia prevede di tenere bagnato l'occhiale ritenuto per qualche minuto e provare a rimuoverlo delicatamente con un cotton fioc umido. Se non funziona si consiglia di riporre il serpente in un ambiente umido per 24 ore o di somministrare lacrime artificiali ricche in acido ialuronico frequentemente per qualche giorno e riprovare con il cotton fioc. Evitare la rimozione forzata perchè c'è il rischio di danneggiare la cornea in modo grave e permanente.


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martedì 28 aprile 2020

Patologie Nutrizionali Negli Uccelli

Le patologie nutrizionali, anche dette malattie di origine alimentare, sono molto comuni negli uccelli che vengono tenuti come animali da compagnia.

I semi, che troppo spesso sono ritenuti essere la base dell’alimentazione di queste specie, possono portare ad effetti diretti ed indiretti molto gravi. Ad esempio, i semi di girasole sono una vera delizia per i pappagalli, ma sono ricchissimi di grassi. Una conseguenza è l’insorgenza dell’obesità che a sua volta esita in arteriosclerosi e patologie epatiche.

Quando una dieta troppo ricca di lipidi diventa un problema cronico, si possono osservare ulteriori patologie. L’emergenza di lipomi, neoplasie benigne con contenuto lipidico, risulta più di frequente in soggetti che hanno una dieta scorretta e può creare disagio all’animale. Altra evidenza è la crescita eccessiva del becco che è legata ad un malfunzionamento del fegato e che deve essere risolta tramite il taglio o la limatura sotto anestesia.

Gli effetti indiretti degli errori dietetici sono legati ad una disvitaminosi. I semi contengono un eccesso di vitamina E mentre risultano poveri in vitamina A. La carenza di vitamina A porta ad una metaplasia cioè un’alterazione nella normale struttura di tutti gli epiteli. Si possono osservare patologie cutanee, pododermatite delle zampe, cheratite a livello oculare, ma anche sinusite a causa di un difetto degli epiteli respiratori oppure ascessi delle ghiandole salivari per una malformazione degli epiteli ghiandolari.

Altro effetto indiretto è la carenza di calcio. I semi contengono una bassissima percentuale di calcio ed i grassi vanno ad interferire con il regolare assorbimento di calcio, limitando anche gli effetti di una possibile integrazione di questo minerale per via orale. Uno dei possibili esiti è un difetto nella calcificazione delle ossa, in particolare nel Cenerino che risulta predisposto a questa patologia. Altra conseguenza possono essere problemi riproduttivi come la ritenzione delle uova nelle femmine.

In conclusione, va posta una grande attenzione al piano alimentare degli uccelli cercando di prediligere verdura e frutta fresca ed alimenti pellettati di buona qualità. Andrebbero evitati i mix di semi, sebbene siano molto graditi. La frutta secca e i semi possono essere un ottimo aiuto per creare un legame con il proprio animale e giocare insieme. Servendosi di questi come premio si può stimolare l’attività fisica, l’ingegno, insegnando piccoli trucchi con cui divertirsi insieme.

Attenzione perché in caso di necessità di un cambio alimentare è bene agire sempre gradatamente per evitare che l’animale smetta di mangiare oppure possa avere problemi gastroenterici a causa di alimenti a cui il suo organismo non è abituato. L’aiuto e il consiglio di un Medico Veterinario specializzato in animali esotici possono essere preziosi per avere un sostegno in questo percorso. 

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martedì 11 febbraio 2020

GRAPTEMYS PSEUDOGEOGRAPHICA guida alla gestione


Graptemyspseudogeographica è una tartaruga acquatica chiamata anche tartaruga falsa carta geografica a causa del tipico disegno sulla testa.

E’ una specie di libera vendita.


ORIGINE E FISIOLOGIA
Graptemyspseudogeographica è una tartaruga originaria del Nord America.
Oltre a G. pseudogeographica esistono altre specie appartenenti al genere Graptemys, come G. geographica e G. ouachitensis,.
All’interno, poi, della specie G. pseudogeographicarientrano 2 sottospecie:
- G. p. pseudogeographica: anche chiamata “False MapTurtle”, presenta una linea gialla sulla testa che si ferma prima di passare sotto l’occhio e l’iride scuro con 2 puntini a lato della pupilla;

-G. p. kohni: anche chiamata “Mississippi MapTurtle”, presenta una linea gialla sulla testa che passa sotto l’occhio e l’iride giallo uniforme.


Sono molto frequenti incroci tra le due sottospecie.
Queste tartarughe sono generalmente timide e schive, perciò necessitano di vivere in un ambiente tranquillo.
Sono abili nuotatrici e passano molte ore al giorno a fare “basking” al sole.
In natura andrebbero in letargo da Novembre a Marzo.

Per quanto riguarda le caratteristiche morfologiche, oltre al caratteristico disegno di colore giallo che le contraddistingue,  presentano il piastrone di colore giallo (nei giovani può essere presente un disegno grigiastro), il carapace marrone-olivastro con una carenatura dorsale e gli scuti marginali sporgenti (aspetto dentellato).
Questa specie risulta particolarmente sensibile alle patologie oculari.

RICONOSCIMENTO DEL SESSO
I maschi hanno la coda di notevoli dimensioni e l’apertura cloacale posizionata verso l’apice.
Le femmine, invece, raggiungono dimensioni notevolmente maggiori dei maschi (fino al doppio: M fino a14 cm, F fino a28 cm).

ALLOGGIO
La Graptemyspseudogeographicapuò essere tenuta al chiuso in acquaterrario oppure all’esterno in laghetto.
Al chiuso queste tartarughe possono essere alloggiate in un acquaterrario di ampie dimensioni (almeno 100x50x50 cm). Deve prevalere la parte con l’acqua (profondità di circa 40 cm), in cui devono essere presenti degli appigli (es. legni).
E’ molto importante che l’acquaterrario sia dotato di un buon sistema di filtraggio.
La parte emersa dovrebbe essere costituita da sassi o tronchi ed una parte con sabbia o terra per permettere alla tartaruga di scavare. Deve essere anche dotata di una lampada UVA-UVB (5%) ad una distanza massima di 30 cm ed accesa per 10-12 ore al giorno e uno spot (es. 40 W) per creare un gradiente di temperatura.
In caso di gestione all’aperto (scelta ideale per questa tartaruga!) è necessario allestire un laghetto.
Il laghetto dovrebbe essere abbastanza grande, di dimensioni minime di 3 m x 2 m e con una profondità di almeno 1 m. Bisognerebbe predisporre delle zone semisommerse e vari appigli. L’ideale sarebbe che il laghetto fosse anche dotato di un sistema di filtraggio.Dovrebbe essere collocato in una zona soleggiata, ma devono essere presenti anche delle zone d’ombra.
Per evitare fughe il laghetto dovrebbe essere recintato (50 cm di altezza e almeno 30 cm sotto terra).

ALIMENTAZIONE
Questa tartaruga è principalmente carnivora. In natura si nutrirebbe di chiocciole acquatiche, molluschi, crostacei, piccoli pesci ed insetti acquatici. I vegetali (piante acquatiche) rappresentano una percentuale limitata nella dieta (maggiore negli adulti).
La dieta in cattività prevede piccoli pesci (da somministrare interi; es. latterini, alborelle), gamberi d’acqua dolce o salata, insetti, lombrichi e cibi vegetali (soprattutto in età adulta; es. piante acquatiche ed insalata).
Da piccole possono essere alimentate ogni giorno; da adulte invece 2-3 volte alla settimana.

RIPRODUZIONE
La femmina depone al massimo 10 uova. Avvengono fino a 3 deposizioni all’anno.
La deposizione viene effettuata in terreno morbido (può essere allestito terriccio inumidito e smosso alto circa 20 cm).
Le uova schiudono nell’arco di circa 90 giorni.

CURE
È fondamentale far visitare la propria tartaruga dopo l’acquisto per accertarsi del suo stato di salute ed avere consigli sia sulla gestione che sull’alimentazione.
Successivamente sono consigliabili un paio di visite all’anno con un esame coprologico di controllo.



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