giovedì 4 febbraio 2010

Emergenza rabbia nel nord- est Italia: il punto

Dall’Ottobre 2008 in cui fu annunciato il caso di un uomo colpito da rabbia in seguito al morso di una volpe, passando all’Ottobre 2009 data di emanazione della prima ordinanza per il controllo della diffusione di tale malattia in Italia e tutta una serie di norme via via estese dal Friuli-Venezia Giulia al Veneto, fino ad oggi la cui situazione epidemiologica annovera: 126 casi di rabbia in animali (tra cui si annovera anche un gatto), di cui 45 in Friuli Venezia Giulia e 81 in Veneto.
volpe
La rabbia, in realtà, è una malattia  scarsamente contagiosa, il che dovrebbe essere un vantaggio, ma risulta mortale tanto per l’uomo quanto per gli animali; l’incredibile capacità di diffondersi deriva più che altro dal fatto che i principali reservoir, in Europa, sono le volpi, animali selvatici ovvero di difficile “gestione”, soprattutto dal punto di vista sanitario. Il secondo “vantaggio” ,che ne favorisce l’espandersi , è dovuto alle caratteristiche proprie della malattia: nella parte “finale” (così intendendo l’evoluzione ultima della malattia, quella porta poi a morte il soggetto contagiato) l’animale va incontro ad una vera e propria “fase furiosa” con cambiamento d’atteggiamento, di comportamento, perdendo ogni tipo di “inibizione sociale” fino a divenire aggressivo. Ed è tramite il morso e proprio in quel momento che il virus può attecchire e contagiare il “malcapitato”morsicato, sia esso uomo o animale.
Il notevole impatto soprattutto a livello di sanità pubblica deriva dal fatto che non esiste terapia dopo la comparsa dei sintomi. La prevenzione su base vaccinale riveste quindi un ruolo determinante. Il vaccino si applica sia per la profilassi pre-esposizione (vaccinazione al giorno: 0-7-28) sia per quella post-esposizione (vaccinazione al giorno: 0-3-7-14-28-90).
Nonostante l’incedere della diffusione, molto in realtà è stato fatto fin qui: campagne di informazione, obbligatorietà di vaccinare cani, gatti e furetti al seguito di proprietari sia residenti che “di passaggio”nelle zone colpite, monitoraggio degli animali selvatici trovati morti, investiti, abbattuti, sintomatici, morsicatori (di animali e dell'uomo); monitoraggio degli animali domestici morsicatori, sintomatici. Programmi di vaccinazione orale delle volpi, programmi di vaccinazione (parenterale) del cane e degli erbivori al pascolo.
Il Ministero della Salute ha  trasmesso di recente alle Regioni (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e alle Province Autonome di Trento e Bolzano), al Centro di referenza per la rabbia, al Cermas e all'IZS della Lombardia e dell'Emilia Romagna le decisioni assunte dal coordinamento dell'Unità di Crisi Centrale (UCC) sull'evoluzione della rabbia silvestre.Il verbale del coordinamento, che si è riunito il 22 gennaio, fa il punto sulle strategie messe in atto nel Nord Est e conclude con un riepilogo delle criticità riscontrate.
A cura della Dott.ssa Martina Chiapasco
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