La malattia ossea
metabolica (MOM oppure MBD, Metabolic Bone Disease) nei rettili è una condizione molto
frequente, legata ad errori gestionali ma non solo. Svolgono un
ruolo nella patogenesi le radiazioni ultraviolette (UV-B), il calcio, il
fosforo e la vitamina D3. Questa patologia classicamente si osservava nelle
iguana e nei rettili erbivori, però si è visto che diverse specie di rettili,
tra cui sauri e cheloni possono ugualmente manifestarla (ad esempio, gechi
leopardini oppure testuggini).
La MOM viene
anche definita iperparatiroidismo nutrizionale secondario. Spesso gli animali
che si ammalano hanno a disposizione una dieta carente in calcio oppure con un
eccesso di fosforo. Inoltre la vitamina D3 è fondamentale per l’assimilazione
del calcio alimentare. Senza di essa, anche con l’assunzione di quantità
corrette di calcio, si arriva ad una condizione di ipocalcemia. Questa vitamina
può essere in parte fornita con la dieta (in alcuni rettili), in parte liberata
grazie all’esposizione ai raggi UV-B.
Non va
sottovalutata anche la temperatura ambientale. Per poter funzionare l’organismo
dei rettili ha bisogno di essere mantenuto ad una temperatura corretta per la
specie. In caso contrario, la capacità digestiva dell’animale viene meno e con
essa la possibilità di assunzione di nutrienti con la dieta.
Quando l’animale
non ha in circolo livelli adeguati di calcio, compensa con la liberazione di un
ormone, il paratormone. Questo tenta di rimediare alla carenza con il rilascio
di calcio dalle ossa e contemporaneamente con il riassorbimento di calcio da
parte dei reni.
I segni clinici
sono in primo luogo problemi ossei: si possono manifestare fratture a carico
delle ossa lunghe della zampe, debolezza nella deambulazione, incapacità a
mantenere la stazione, fino a raggiungere la paralisi. Altro segno tipico può
essere un gonfiore a carico degli arti sia anteriori che posteriori.
Similmente, un osso che può subire i danni della MOM è la mandibola; perciò
sono riportate fratture e possibile gonfiore anche a questo livello. Nelle
tartarughe è frequente osservare un rammollimento o una deformazione del
carapace. In altri rettili si può verificare una scoliosi a livello del dorso della colonna vertebrale.
Queste deformità risultano essere irreversibili anche dopo risoluzione della
problematica gestionale/nutrizionale.
Poiché il calcio
interviene anche a livello della contrazione muscolare, in alcuni casi i
proprietari possono rilevare tremori a carico delle dita oppure tremori diffusi
(tetania). Inoltre si può manifestare crescita rallentata oppure anoressia per
incapacità o impossibilità ad alimentarsi. Nei casi più gravi l’animale può
arrivare a morte.
Molto spesso il
veterinario esperto di animali esotici può sospettare una condizione di MOM in
base alle informazioni gestionali riportate dal proprietario. La conferma
spesso si ha grazie ad un esame radiografico, in cui si osserva una densità
ossea inadeguata oppure tramite l’esecuzione di esami del sangue.
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