venerdì 28 marzo 2014

Il cane donatore di sangue

In questo articolo, facendo riferimento al nostro nuovo progetto di creare una Banca del Sangue canina, vorrei illustrarvi quelle che sono le principali caratteristiche e i requisiti che deve avere un cane per poter diventare donatore di sangue.
Innanzi tutto i donatori devono essere cani in buone condizioni di salute, e al momento della donazione non devono presentare segni di una possibile patologia in corso (vomito, diarrea, febbre) o non devono essere in terapia farmacologica per una qualche patologia acuta o cronica.
Sono favoriti i cani maschi oppure femmine sterilizzate, preferibilmente che non abbiano mai partorito in precedenza.

cane-donatore

L'età dovrebbe essere compresa tra 2 e 8 anni e il peso essere superiore ai 20 kg. A prescindere dal peso effettivo, vengono però esclusi i cani che alla visita hanno segni evidenti di obesità o di eccessiva magrezza.
Ovviamente tutti i donatori devono anche essere testati per il gruppo sanguigno.
Nel cane molto raramente è necessario ricorrere a un tranquillante per effettuare una donazione di sangue, va da se che il temperamento deve essere il più calmo e docile possibile.
Un cane in buone condizioni di salute è in grado di ripristinare completamente la volemia in 24-48 ore, nonostante ciò per preservare il benessere del donatore non si possono superare le quattro donazioni annuali.

In tutti i casi requisiti a parte, a ogni donazione oltre a una visita accurata in cui viene accertato lo stato di salute, il vostro amico donatore viene sottoposto ad alcuni esami obbligatori che permettono di escludere i principali stati patologici che lo renderebbero temporaneamente, o definitivamente, non idoneo alla donazione di sangue.

Gli esami sono:

  • esame emocromocitometrico

  • test per la determinazione del gruppo sanguigno

  • test per escludere la presenza di patologie trasmissibili via ematica come la Leishmaniosi e la Filariosi cardio-polmonare

  • test per escludere la presenza di parassiti ematici quali Ehrlichia Canis e Babesia Canis.

Inoltre è necessario che i donatori siano regolarmente vaccinati, seguano la profilassi contro la Filariosi cardio polmonare e siano svermati regolarmente contro i principali parassiti del tratto gastro-enterico.
Tutti i cani devono anche essere registrati, come previsto dalla legge, presso l'anagrafe canina per mezzo dell'inserimento del microchip.

A cura della dott.ssa Noemi Faccoli della Clinica Veterinaria Borgarello.

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martedì 25 marzo 2014

Il lavaggio auricolare nel cane e nel gatto

L'obiettivo terapeutico iniziale in corso di otite esterna è il lavaggio del canale auricolare. Questo processo rende il microambiente meno favorevole allo sviluppo dei batteri e riduce l'infiammazione nella maggior parte dei casi.

lavaggio auricolare cane gatto

Esistono numerose tecniche di pulizia che prevedono l'utilizzo di un prodotto di lavaggio ceruminolitico, fisiologica sterile tiepida e uno strumento di visualizzazione.
La tecnica più appropriata è quella che prevede l'utilizzo di un sistema di visualizzazione moderno (video-otoscopio) e cateteri sterili di piccole dimensioni che fungono da sistema di irrigazione e risciacquo.
Tramite questa metodica è possibile lavare ed asportare accuratamente il materiale secreto nel canale auricolare.
Tutto questo viene realizzato in anestesia generale.
Prima di iniziare è bene eseguire sempre una tricotomia della faccia interna del padiglione e lo stripping dei peli all'interno del condotto tramite delle pinzette.

lavaggio auricolare cane gatto
E' importante quindi scegliere con cura il prodotto di lavaggio in base al problema del soggetto. Infatti se si sospetta la rottura della membrana timpanica è bene utilizzare della soluzione fisiologica isotonica allo 0,9 % oppure prodotti a base di squalene.
In altri casi invece si possono utilizzare dei prodotti ceruminoltici più o meno aggressivi. Questo è il caso per esempio delle gravi otiti essudative.
Tra i principi fondamentali per un buon lavaggio si ricordano l'olio di vaselina e la glicerina, il Dioctil-sodio-succinato, lo Squalene, l'Urea perossido, l'Ossido di carbamide.
Il ceruminolitico agisce dapprima ammorbidendo il materiale accumulato nel condotto, secondariamente funge da veicolo dei detriti.
In questa fase è bene eseguire un massaggio manuale interno ed esterno al condotto uditivo per favorire il distacco dei detriti dalle pareti cutanee.
Una volta eseguito il massaggio si passa alla fase di risciacquo. Si utilizza della fisiologica sterile tiepida che serve come veicolo dei detriti. La fisiologica inoltre asporta il ceruminolitico che se lasciato in sede potrebbe creare danni soprattutto se la membrana timpanica non dovesse essere integra.

lavaggio auricolare cane gatto 2
Se è presente un'intensa infiammazione o una iperplasia del condotto è consigliabile sottoporre il soggetto a terapia con glucocorticoidi qualche giorno prima del lavaggio.
L'ultima fase del lavaggio è quella dell'asciugatura che avviene tramite prodotti astringenti quali per esempio acido acetico, zolfo, acido borico, alcool, acido benzoico etc. I prodotti citati sono da evitare in caso di infiammazione ulcerativa del canale poiché potrebbe provocare un disagio notevole al paziente. Meglio in questi casi ricorrere all'aria tiepida del phon.
Il lavaggio auricolare dovrebbe essere raccomandato sempre per la rimozione del materiale ceruminoso o patologico in eccesso e comunque ogni qualvolta si voglia iniziare una terapia topica auricolare in presenza di cerume abbondante.

A cura della dott.ssa Katiuscia Camboni della Clinica Veterinaria Borgarello.

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sabato 22 marzo 2014

Classificazione dell’insufficienza cardiaca nel cane

L'insufficienza cardiaca è una sindrome clinica causata da qualsiasi cardiopatia che provoca un accumulo di fluidi nei polmoni, nello spazio pleurico o nell'addome ( insufficienza congestizia ) e/o una bassa perfusione periferica ( insufficienza a bassa gittata).
Qui di seguito è riportato uno schema della classificazione dell'insufficienza cardiaca, diagnosi e terapia.
- STADIO A
pazienti predisposti allo sviluppo della malattia in assenza di anomalie cardiostrutturali ( assenza di soffio ) visite annuali nelle razze predisposte.
Nessuna terapia farmacologica, nessuna restrizione dietetica.
- STADIO B
pazienti con anomalie cardiostrutturali in assenza di sintomatologia pregressa o presente. Presenza di soffio.
Effettuare: RX, misurazione pressione arteriosa, ecocardiografia ed esami di laboratorio.
B1: rigurgito mitralico- emodinamicamente insignificante ( ecocardio nella norma)
No terapia, controlli RX ed ecocardiografici annuali
B2: rigurgito mitralico- emodinamicamente significativo ( dimensioni atrio  e/o ventricolo sx aumentati, PA normale)
Terapia: nelle razze giganti restrizione sodica e adeguato apporto proteico e calorico.
Uso di ACEI e β-bloccanti ( atenololo, metoprololo, carvedilolo)

CLASSIFICAZ INSUFF
- STADIO C
Pazienti con anomalie cardiostrutturali sintomatologia presente o passata.
Trattamento obbligatorio: furosemide da 1-2 mg /kg ogni 12 h PO , ACEI (enalapril, benazepril, ramipril) iniziare con 0,25 mg /kg ogni 12 h PO e dopo 1 settimana 0,5 mg/kg ogni 12 h PO, Pimobendan 0,25 mg -0,3 mg/kg PO ogni 12 h
In caso di fibrillazione atriale: Digossina 0,0025-0,005 mg/kg/PO ogni 12 h
Pazienti refrattari alla terapia con digitale Amiodarone 5-10 mg/Kg/bid ( mal tollerato, soprattutto Dobermann)
- STADIO D
Pazienti con anomalie cardiostrutturali e sintomatologia refrattaria alla terapia standard
Terapia mantenimento: Furosemide aggiungere una terza dose giornalieria
Spironolattone 0,25 mg -2 mg/kg/PO 12-24h
Acidi grassi omega 3-6
Idroclorotiazide
digossina
β-bloccanti
Sedativi della tosse
Broncodilatatori
Ossigeno-terapia
Nitroglicerina cerotti: 5 mg cani taglia piccola media – 10 mg cani razze grandi
Sedazione: butorfanolo 0,2 -0,25 mg/kg IM o EV oppure buprenorfina + acepromazina

Articolo a cura dello Staff della Clinica Veterinaria Borgarello
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martedì 18 marzo 2014

La Cistinuria nel Cane

La cistinuria del cane è una malattia genetica autosomica recessiva caratterizzata dal difettoso riassorbimento di cistina e di altri aminoacidi dibasici a livello dei tubuli renali con conseguente formazione di calcoli a carico delle vie urinarie. La cistina è un aminoacido filtrato dal glomerulo e riassorbito per il 99-100% dal tubulo prossimale mediante un meccanismo di trasporto attivo. 

 
 
EZIOLOGIA E PATOGENESI
Si definisce “urolitiasi” la formazione nel tratto urinario di un sedimento costituito da uno o più cristalloidi scarsamente solubili. Il sedimento microscopico viene indicato col nome di “cristalli”, mentre i precipitati macroscopici di maggiori dimensioni sono detti “uroliti” o calcoli. L’urolitiasi è un problema comune nel cane. Gli uroliti si possono formare in qualsiasi punto del tratto urinario, anche se per la maggior parte si riscontrano nella vescica. I calcoli vengono generalmente definiti in base al tipo di minerali che contengono. I dati raccolti presso il College of Veterinary Medicine of the University of Minnesota hanno messo in evidenza come circa il 50% sia costituito da struvite, il 33% da ossalato di calcio, l’8% da urati, l’1% da silicati, l’1% da cistina ed il 7% sia di natura mista (il calcolo contiene meno del 70% di ogni tipo di minerale). Gli aggregati di cristalli costituiscono circa il 95% del peso del calcolo mentre la restante parte è rappresentata da una matrice organica formata da proteine e complessi mucoproteici. Negli animali affetti da cistinuria, oltre alla cistina, anche altri aminoacidi, definiti dibasici (cisteina – l’immediato precursore della cistina – glicina, ornitina, carnitina, arginina e lisina) vengono persi con le urine, senza che però ne derivino ulteriori specifiche conseguenze clinicamente evidenti. Nei cani cistinurici le concentrazioni plasmatiche di cistina sono normali, mentre possono risultare elevate quelle della metionina, un altro precursore della cistina. La cistina presente nel plasma viene liberamente filtrata dai glomeruli e, nei cani sani, è attivamente riassorbita dall’epitelio dei tubuli prossimali. La cistina è molto solubile nelle urine alcaline, per cui sarà necessaria la presenza di urine acide perché si formino suoi calcoli. Questi ultimi non compaiono in tutti i cani con cistinuria, fattore che costituisce pertanto una causa predisponente piuttosto che primaria.
 
SEGNALAMENTO
La cistinuria è una malattia conosciuta anche nell'uomo, dove viene suddivisa in due forme, tipo I e non-tipo I. Nella specie canina è stata riscontrata in diverse razze. Terranova, Bulldog, Bassotto, Bassethound, Yorkshire, Chihuahua, Mastini e Rottweiler sono le razze più predisposte alla calcolosi da cistina. Se il vostro cane appartiene ad una delle razze sopracitate…… I calcoli di cistina vengono riscontrati più frequentemente nei maschi (>90%) sia a causa della maggiore difficoltà ad espellere calcoli di una certa grandezza attraverso l'uretra maschile che, essendo delimitata dall'osso del pene, ha minore possibilità di espansione rispetto a quella della femmina, sia perché nelle femmine la presenza di cistinuria, oltre ad essere rara, è anche caratterizzata dall’assenza di urolitiasi. I calcoli di cistina, per ragioni ancora non note, tendono a non formarsi nei cani molto giovani, e la prevalenza decresce con l’aumentare dell’età. L’età media degli animali cistinurici è compresa tra i 3 ed i 6 anni.

 
 
CAUSE 
I cani cistinurici riassorbono una percentuale di cistina minore di quella filtrata dal glomerulo ed alcuni possono perfino avere una secrezione netta di cistina. La cistinuria è di solito l’unico segno rilevabile della loro perdita aminoacidica, a meno che non venga attuata una grave restrizione dell’assunzione di proteine. Inoltre, la presenza di condizioni favorevoli, come il pH acido dell'urina, porta la cistina ad organizzarsi prima in cristalli e poi in calcoli.
 
SINTOMATOLOGIA 
Il cane presenta disuria (alterazioni della produzione di urina), stranguria (difficoltà ad urinare) ed ematuria (presenza di sangue nelle urine).
 
TERAPIA
La terapia medica ha come obiettivo la riduzione della concentrazione della cistina nell’urina e l’aumento della sua solubilità.
La terapia medica comprende:

  • • dieta alcalinizzante a ridotto tenore proteico 
  • • aumento del volume urinario 
  • • alcalinizzazione dell’urina (pH intorno a 7,5) 
  • • somministrazione di farmaci 



Dieta calcololitica


La riduzione delle proteine della dieta può diminuire l’escrezione di cistina, tuttavia, il grado ottimale di restrizione proteica è controverso a causa dell’aumento del rischio di cardiomiopatia dilatativa associata a carenza di carnitina e riportato in cani cistinurici alimentati con diete low-protein. Pertanto alcuni autori consigliano di effettuare un’integrazione sia di carnitina sia di taurina nei cani cistinurici che consumano una dieta a ridotto tenore proteico. La dieta ideale è composta da cicli di 20 giorni con u/d (Hill’s) oppure Urinary u/c low purine (Royal canin) alternati a cicli di 30 giorni con s/d (Hill’s) per evitare la formazione di calcoli di ossalato di calcio.

Alcalinizzazione dell’urina

La solubilità della cistina dipende dal pH urinario ed è marcatamente superiore quando questo è pari a 7,5-7,8. L’alcalinizzazione dell’urina si può ottenere utilizzando una dieta alcalinizzante del commercio con contenuto proteico moderato o basso. Se il pH urinario non diviene sufficientemente alcalino con la sola terapia dietetica, si può ricorrere ad un’aggiunta di citrato di potassio o di bicarbonato di sodio per mantenerlo a circa 7,5. Questa operazione deve essere effettuata con cautela, dato che l’alcalinizzazione può essere un fattore di rischio per l’urolitiasi da fosfato di calcio.

Farmaci

Il farmaco più comunemente utilizzato nella terapia della cistinuria è la Tiopronina N-(2-mercaptopropionl)-glicina (2-MPG), alla dose di 20 mg/kg BID (due volte al giorno) per via orale. Le proprietà fondamentali del farmaco sono da ricondurre alla presenza nella molecola di un gruppo tiolico (SH) che, perdendo un idrogeno, può formare legami chimici con altre molecole. La Tiopronina rende la cistina più solubile permettendo la formazione di legami disulfurici tra il gruppo tiolico presente nella molecola e quello dell'aminoacido. Il composto si è dimostrato efficace per determinare la dissoluzione degli uroliti di cistina, in particolare quando viene utilizzato in associazione con una dieta calcololitica. Il tempo necessario per la dissoluzione varia da 1 a 3 mesi. Gli studi riguardanti l’uomo riportano una scarsa incidenza di effetti collaterali; sono stati descritti aggressività, miopatia, anemia e/o trombocitopenia risolte in seguito all’interruzione del trattamento. Va però sottolineato che i dati riguardanti la medicina veterinaria sono molto scarsi. La D-penicillamina è un vecchio farmaco che è stato utilizzato con una certa efficacia in passato, ma non viene più impiegato a causa di un numero inaccettabile di effetti indesiderati, come le frequenti reazioni di ipersensibilità. I farmaci a base di tioli e nello specifico a base di Tiopronina non sono attualmente disponibili in Italia e, con difficoltà, bisogna procurarli in Francia.

 
MONITORAGGIO
La dissoluzione degli uroliti va monitorata ad intervalli di 30 giorni mediante analisi dell’urina (pH, peso specifico, sedimento) e radiografie o ecografie in serie per valutare la localizzazione, il numero, le dimensioni, la radiopacità e la forma dei calcoli. Per gli uroliti radiotrasparenti possono essere indicati gli esami radiografici con mezzo di contrasto. La dieta calcololitica, la somministrazione di Tiopronina e l’eventuale terapia alcalinizzante devono continuare per almeno un mese dopo la scomparsa radiografica o ecografica degli uroliti.
 
PREVENZIONE
La terapia preventiva è importante perché la cistinuria è un difetto metabolico ereditario; per questa ragione nella maggior parte dei cani si hanno recidive entro 12 mesi dalla  rimozione chirurgica dei calcoli. Le recidive sono più probabili se il cane effettua l’escrezione di elevate quantità di cistina. Una dieta con contenuto proteico moderato o basso che promuove la formazione di urina alcalina può essere efficace per prevenire le recidive degli uroliti di cistina nei cani con cistinuria bassa o moderata. Se necessario, la terapia dietetica può essere associata a quella alcalinizzante per aumentare il pH urinario e prevenire l’urolitiasi di cistina. In alcuni cani, la gravità della cistinuria può diminuire con l’avanzare dell’età; di conseguenza, il dosaggio della 2-MPG può essere ridotto o persino sospeso.
 
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martedì 11 marzo 2014

Herpesvirus felino (I parte)

Nuova tappa del nostro ideale viaggio tra le malattie infettive del gatto è l’ Herpesvirus (FHV1), agente responsabile della rinotracheite virale felina nonché  uno dei patogeni causanti l’URTD (Upper Respiratory Tract Disease) insieme a Calicivirus, Bordetella bronchiseptica e Chlamydophila felis.

L’FHV-1 è un DNA virus appartenente alla famiglia Herpesviridae, genere Varicellavirus. Ha una distribuzione cosmopolita ed in condizioni naturali oltre al gatto domestico risultano recettivi alcuni felidi selvatici quali: tigre, leopardo, lince rossa e ghepardo. Il virus risulta sensibile a solventi lipidici e rapidamente disattivato a temperature elevate (56°C), mentre resiste a lungo a temperature di refrigerazione e congelamento. Ha una bassa variabilità genetica ovvero è difficile che vada incontro a ricombinazioni con diffusione di ceppi differenti da quello classico.

La trasmissione dell’ Herpesvirus avviene sia per via orizzontale, attraverso contatto diretto con le secrezioni di animali infetti, che per via verticale durante la gravidanza. I gattini possono contrarlo anche dopo la nascita ed, in generale, l’età più a rischio va dai 2 ai 12 mesi. La penetrazione avviene attraverso le mucose orali, nasali e congiuntivali ed, essendo in grado di replicarsi soltanto a temperature uguali o inferiori a 37°C, il suo campo d’azione e limitato a: congiuntive, turbinati nasali e rinofaringe. Una diffusione al tratto respiratorio inferiore ed ai polmoni è piuttosto inusuale. 

Il virus viene eliminato nell’ambiente attraverso secrezioni oculari, nasali e faringee di animali infetti in fase acuta di malattia o dai portatori sani: quest’ultimi sono soggetti clinicamente guariti in cui FHV-1 permane in forma latente  per tornare a riattivarsi ed essere nuovamente diffuso soltanto in concomitanza di eventi stressanti (terapie con corticosteroidi, gravidanza, lattazione, accoppiamenti o patologie immunosoppressive concomitanti). L’eliminazione non segue immediatamente la riattivazione, esiste infatti una fase di latenza di 4-11 giorni dopo la quale inizia l’escrezione del virus che dura mediamente 2-10 giorni; alcuni di questi soggetti possono manifestare lievi segni clinici in tale fase.

La rinotracheite felina può avere quadri clinici differenti: nella maggior parte dei casi si manifesta in forma acuta, colpendo soggetti  tra le sei e dodici settimane di vita con comparsa di sintomi respiratori quali  starnuti, scolo nasale e oculare sieroso, febbre e anoressia. A questa presentazione segue un’evoluzione della congiuntivite da sierosa a mucopurulenta; soggetti molto giovani possono poi andare incontro a ulcere corneali, tipiche dell’FHV-1, cheratite con successiva infezione batterica secondaria da cui simblefaro e prolasso permanente della terza palpebra. In fase di risoluzione della forma congiuntivale è tipica la comparsa di ulcere e lesioni crostose cutanee soprattutto a livello del canto mediale dell’occhio, delle pinne auricolari e delle narici. La forma acuta di rinotracheite tende a risolversi in 2-3 settimane, ma può predisporre a riniti, sinusiti e congiuntiviti batteriche croniche in età adulta.  In fase di cronicizzazione o di latenza raramente FHV-1 dà forme cliniche evidenti ma, qualora si manifestino, possono essere piuttosto gravi: dermatiti erpetica o aborto nelle gatte gravide.

Nei soggetti adulti, infine, l’infezione da herpesvirus viene associata ad una sindrome oculare definita cheratite erpetica. Questa è caratterizzata da un grave blefarospasmo, iperemia congiuntivale, scolo oculare sieroso o sieromucoso e ulcere corneali.

Nel prossimo capitolo parleremo di herpesvirosi sotto il profilo della diagnosi e terapia. Continuate a seguirci sul tgVet

A cura della dott.ssa Martina Chiapasco della Clinica Veterinaria Borgarello.

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venerdì 7 marzo 2014

L’iperestrogenismo e i tumori testicolari

L’iperestrogenismo nel cane maschio è solitamente associato a un tumore testicolare chiamato Sertolioma, anche se, piu raramente, altri tumori come seminomi e tumori delle cellule interstiziali possano portare a iperestrogenismo. Non esiste una predisposizione di razza e si presenta con maggior frequenza nei soggetti adulti-anziani.

cane anziano

L’insieme dei segni clinici presenti nel cane maschio prende il nome di sindrome di femminilizzazione caratterizzata da un’alopecia bilaterale simmetrica che dalla zona perineale progredisce ventralmente e alla zona dei fianchi e del torace. All’alopecia si associano iperpigmentazione (diffusa o a macule), cute sottile,  prepuzio pendulo, ginecomastia, attrazione di altri maschi , diminuzione della libido e della spermatogenesi.

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Un ulteriore segno clinico suggestivo di iperestrogenismo è una dermatosi sulla linea prepuziale di cui non si conosce l’esatto meccanismo patogenetico. Se quindi un cane presenta testicolo/i ritenuto/i e ha questo segno “caratteristico” sarebbe bene controllare ecograficamente il parenchima testicolare.
A livello sistemico gli estrogeni possono portare a depressione midollare con conseguente pancitopenia. I segni clinici possibili sono spossatezza, emorragie, petecchie, pallore delle mucose.

La diagnosi viene solitamente fatta sulla base del quadro clinico associata alla palpazione di un  testicolo anormale mentre quello non interessato è solitamente atrofico.

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Ulteriori indagini utili sono l’esame ecografico dei testicoli, l’esame emocromocitometrico e la misurazione del tasso di estrogeni. La conferma si ha con l’esame istopatologico del testicolo dopo la sua rimozione e la risoluzione della sintomatologia correlata che inizia a regredire già dopo 4-6 settimane dall’intervento.

A cura della dott.ssa Francesca Costanzo della Clinica Veterinaria Borgarello.

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martedì 4 marzo 2014

Gruppi sanguigni nel cane e nel gatto

Perché e importante determinare il gruppo sanguigno del proprio cane o gatto?

Proprio come nella medicina umana, anche nella veterinaria la pratica trasfusionale ha acquisito sempre maggiore credito negli ultimi decenni, in ragione della sua dimostrata efficacia terapeutica, con particolare riferimento alla sfera degli animali d’affezione. La trasfusione di sangue è considerata una vera e propria terapia, che in molti casi si rivela l’unico vero rimedio efficace per salvare la vita al nostro cane o gatto. La richiesta sempre crescente della terapia emotrasfusionale ha comportato la costituzione, seppur ancora in numero esiguo nel nostro Paese, di Banche del sangue o Emoteche Veterinarie; ovvero strutture specializzate che permettono l’immediata disponibilità di sangue intero o dei suoi derivati. Proprio come le persone, anche i nostri amici animali possiedono un gruppo sanguigno, ed è fondamentale conoscerlo per poter effettuare una trasfusione in sicurezza.

cane-ricevente

Nel cane sono stati descritti più di 12 gruppi sanguigni, ma sfortunatamente non tutti possono essere tipizzati a causa della mancata o ridotta disponibilità di tests specifici. Attualmente i gruppi sanguigni nel cane sono classificati attraverso il sistema D.E.A. (Dog Erythrocite Antigen). Il gruppo sanguigno più frequente, e quindi quello per cui vengono testati i nostri cani, è il DEA 1.1 al quale vengono classificati come positivi o negativi.

Nel gatto invece la situazione è molto più simile all’uomo, è presente infatti un sistema di classificazione principale denominato AB nell’ambito del quale si distinguono tre gruppi sanguigni: A, B, AB. Per conoscere il gruppo sanguigno dei nostri animali è necessario eseguire un test specifico disponibile in alcune strutture veterinarie. E' sufficiente fare un piccolo prelievo di sangue e in circa un’ora si ha la risposta.

test-gruppo-sangue-cane

Un’ ora in condizioni normali non è molto tempo…ma se si è in una situazione di emergenza?

Conoscere a priori il gruppo sanguigno del nostro amico può permetterci di accelerare di molto i tempi di reperimento di una sacca di sangue. E un’ora quando la trasfusione nel cane è urgente, può essere un tempo indispensabile per salvargli la vita! Anche perché la determinazione del gruppo sanguigno è solo il primo passo di una serie di test che andranno comunque eseguiti per effettuare la trasfusione riducendo al minimo i rischi, che può in ogni caso comportare.

Il sangue non è riproducibile in laboratorio ma può essere l'unico rimedio terapeutico, non solo in situazioni di emergenza, ma anche in presenza di altre condizioni patologiche. Una delle principali conseguenze legate all'insorgenza di patologie croniche, solitamente associate all'avanzare degli anni dei nostri amici animali, è l'anemia, ovvero la diminuzione dei globuli rossi. Queste cellule svolgono la fondamentale funzione di trasporto di ossigeno ai tessuti, e nonostante l'esistenza di validi rimedi farmaceutici, quando l'anemia è molto grave l'unico rimedio è la trasfusione. Come per esempio nel caso di gravi parassitosi provocate dal morso di pulci o zecche, oppure in corso di avvelenamento da rodenticidi. In questi casi, infatti, una trasfusione nonostante possa non essere considerato il rimedio salvavita, aiuta il paziente ad affrontare la terapia in condizioni di salute migliori e può quindi aumentare il successo della stessa.

sacche-sangue-cane

Recentemente è stata rivalutata l'efficacia della medicina trasfusionale con la trasfusione di emoderivati, anche in casi di anemia cronica, le più frequenti sono insufficienza renale (molto diffusa tra i gatti anziani), e alcune malattie infettive del gatto (FIV e FeLV) e del cane (Leishmaniosi). Da non dimenticare, l'insorgenza purtroppo sempre più frequente di alcuni tumori maligni che spesso sfociano in un crollo delle difese immunitarie coinvolgendo il midollo osseo e di conseguenza provocando una grave anemia di tipo non rigenerativo.

Inoltre, la conoscenza del gruppo sanguigno del nostro animale è estremamente consigliata a scopo preventivo, nel caso in cui si stia programmando una gravidanza. Esiste infatti, una grave e spesso letale forma di anemia emolitica neonatale (molto diffusa nel gatto) che colpisce i cuccioli e gattini, i cui genitori hanno gruppi sanguigni incompatibili. Questa malattia provoca, a causa di una complessa reazione immunitaria, sensibilità al latte materno al punto da farlo divenire tossico per il cucciolo.

Ultimo, ma non meno importante, la conoscenza del gruppo sanguigno è fondamentale nel caso in cui il vostro amico a quattro zampe diventasse un donatore. Proprio come per noi umani, diventare donatore è una gesto di solidarietà apprezzabile, che non provoca alcuna ripercussione dal punto di vista fisico, e può aiutarci a salvare molte vite.

Lo staff della Clinica Borgarello si sta adoperando per aprire una banca del sangue per cani e un relativo centro trasfusionale; il progetto che sta nascendo, del quale anche tu potrai far parte è Hemodog.

Tutti i nostri amati animali potrebbero avere bisogno di sangue per qualche motivo; anche il vostro! La disponibilità di sangue è un patrimonio collettivo da cui ognuno può attingere nei momenti di necessità. Come abbiamo detto precedentemente, per fare del nostro amico un donatore è necessario innanzi tutto determinare il gruppo sanguigno. Nella medicina umana questa operazione è gratuita per chi diventa successivamente donatore, purtroppo nel mondo della veterinaria non è possibile ottenere lo stesso servizio gratuitamente. Non esistendo la mutua per gli animali, le strutture veterinarie private non ricevono alcun sussidio o pagamento dalla Stato. Anche Hemodog si sta scontrando ogni giorno con queste problematiche, ma siamo sempre pronti a mettere la salute dei nostri animali al primo posto. Abbiamo quindi deciso di investire in termini di formazione del personale e strumentazione per offrire un servizio all’avanguardia e utile per tutti i proprietari di animali. Vorremmo inoltre fare presente che se deciderete di entrare a far parte del nostro progetto facendo diventare donatore il vostro cane o gatto, verranno omaggiate le visite di controllo e gli esami necessari per confermare il buon stato di salute del vostro amico.

Se ciò che avete letto vi è interessato o piaciuto, troverete molte altre informazioni sul nuovo sito www.hemodog.it!

A cura della dott.ssa Noemi Faccoli della Clinica Veterinaria Borgarello.

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