domenica 31 gennaio 2010
LCA: legamento crociato anteriore, dall’instabilità alla rottura
mercoledì 27 gennaio 2010
Corso formativo per i proprietari di cani: il Patentino
Finalmente definiti i parametri per il patentino, riportiamo il comunicato stampa del Ministero della Salute in cui il Sottosegretario Martini dichiara:
“Una straordinaria occasione per i proprietari dei cani di acquisire informazioni sul proprio animale e giungere ad un effettivo possesso responsabile”
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di ieri, 25 gennaio, il Decreto Ministeriale 26 novembre 2009 sui percorsi formativi per i proprietari dei cani, collegato all’Ordinanza contingibile ed urgente del Ministro del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali sulla “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani”. Il provvedimento è quindi in vigore da ieri ed è stato fortemente voluto dal Sottosegretario Francesca Martini congiuntamente con i medici veterinari e le numerose associazioni di tutela degli animali, raccogliendo il favore e l’interesse di milioni di proprietari di cani in Italia. Esso stabilisce i criteri e le linee guida per la programmazione di percorsi formativi volti a fornire nozioni sulla normativa vigente e sulle caratteristiche fisiologiche ed etologiche del cane, in modo da indirizzare il proprietario verso il possesso responsabile. Il percorso si svolge su base volontaria per coloro che sono interessati a migliorare il rapporto con il loro cane o intendono acquisirne uno; su base obbligatoria per i proprietari di cani che ravvisino disturbi del comportamento o siano dichiarati “a rischio elevato” dal Servizio Veterinario della Asl.
Il Sottosegretario Martini ha dichiarato :“Considero fondamentale il fatto che finalmente i percorsi formativi per i proprietari di cani possano entrare a regime. Costituiscono una straordinaria occasione per acquisire informazioni sul proprio animale e giungere ad un possesso cosciente. La conoscenza delle leggi in vigore e il principio della responsabilità rappresentano un pilastro fondamentale per migliorare la civile convivenza nel nostro Paese.”
In particolare il provvedimento dispone che i Comuni, congiuntamente con le Aziende Sanitarie locali, possano avvalersi per l’organizzazione dei suddetti corsi oltre che della collaborazione degli Ordini Professionali dei Medici Veterinari, delle Facoltà di Medicina Veterinaria, delle Associazioni Veterinarie e di protezione degli animali,anche della collaborazione di educatori cinofili di comprovata esperienza.
Avevamo già pubblicato un interessante ed esauriente articolo sulla “convivenza uomo-cane”.
Facciamo un po’ di chiarezza e ordine sul corso per il patentino:
Obiettivo: l'obiettivo generale della formazione del corso è di favorire un corretto sviluppo della relazione tra il cane ed il proprietario, al fine di consentire l'integrazione dell'animale nel contesto sociale.
Chi deve frequentare il corso: è obbligatorio per i proprietari o detentori segnalati dai Comuni, in collaborazione con i Servizi Veterinari, ma possono frequentarli tutti i proprietari e tutti i cittadini che vogliono migliorare la relazione con il proprio cane.
Chi tiene il corso: medici veterinari esperti in comportamento animale o in possesso del diploma europeo di specialista in medicina comportamentale; è prevista la collaborazione di educatori cinofili di comprovata esperienza.
Quanto dura: i corsi prevedono una formazione di base, con un minimo di 5 sessioni didattiche e di due ore ciascuna e con la possibilità di integrare la teoria con la didattica pratica.
Chi paga il corso: il costo del corso è a carico del proprietario del cane.
Elenco di file scaricabili in formato pdf:
- Ordinanza 3 marzo 2009 sulla "Tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani"
- Decreto di applicazione 25 gennaio 2010
- Decreto 26 novembre 2009 , Percorsi formativi per i proprietari dei cani
- allegato 1
- allegato 2
- Brochure “il patentino”
A cura dello staff della clinica
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lunedì 25 gennaio 2010
Malattie Lipidiche Corneali
Innanzitutto occorre distinguere le forme spontanee ( la cui base è presumibilmente ereditaria) e le forme degenerative.
-La forma spontanea viene anche indicata con il nome di distrofia lipidica cristallina stromale: di solito coinvolge la parte centrale della cornea e non è caratterizzata da neovascolarizzazione. Tale distrofia sembra avere una base ereditaria e alcune razze sembrano essere predisposte alla sua manifestazione, come siberian husky ( in questa razza è stata dimostrata un’ereditarietà autosomica recessiva), beagle, border collie, dalmata, airedale, yorkshire e barbone. Colpisce animali giovani o adulti e tendenzialmente non è progressiva.
Questo genere di distrofia corneale si manifesta con opacità cristalline rifrangenti nella zona centrale della cornea. I depositi possono assumere una forma anulare o ovalare, anche se variazioni di aspetto non sono infrequenti. Tali opacità sono spesso bilaterali e simmetriche (fatta eccezione per la distrofia nell’husky).
I depositi si localizzano nello stroma corneale e sono costituiti da fosfolipidi e colesterolo non esterificato.
La distrofia lipidica stromale cristallina non è accompagnata da sintomi e di solito la presentazione del caso al veterinario è motivata dal fatto che il proprietario si accorge dell’opacità biancastra.
Dal momento che la base di questa patologia sembra essere ereditaria, non esiste una terapia specifica.
In ogni caso è consigliabile effettuare un controllo ematologico adeguatamente approfondito per escludere la concomitanza delle lesioni corneali con alterazioni sistemiche del metabolismo lipidico.
-Accanto alla forma spontanea esistono anche due forme cosiddette degenerative: una forma geografica ed una forma di tipo infiltrativo.
La cheratopatia lipidica geografica consegue a qualsiasi causa che induca neovascolarizzazione a livello corneale (episcleriti, traumi, ulcere, malattie immunomediate, uveiti, difetti palpebrali o del film lacrimale). La formazione di vasi corneali predispone la deposizione di lipidi nello stroma corneale. La manifestazione clinica della patologia è costituita da opacità biancastre a morfologia geografica piuttosto varia, localizzate o diffuse, mono o bilaterali.
L’elemento fondamentale che permette di distinguere questa patologia da un distrofia lipidica è appunto la presenza di neovascolarizzazione. Occasionalmente, nelle aree circostanti il deposito lipidico può essere presente del tessuto infiammatorio.
La cheratopatia lipidica geografica, qualora non vengano controllate e corrette la cause predisponenti, tende generalmente a progredire.
L’approccio clinico prevede perciò l’esecuzione di esami ematologici approfonditi ( soprattutto per ciò che riguarda il profilo lipidico) e nelle femmine va presa in considerazione anche la situazione ormonale. Molti pazienti possono avere valori di colesterolo e trigliceridi nel range normale-alto. Tali soggetti andrebbero considerati affetti da dislipidemie borderline.
Secondo alcuni studi, diete a basso contenuto di lipidi sembrerebbero avere l’effetto di rendere l’infiltrato lipidico meno denso. Tali miglioramenti sono visibili dopo almeno 5-6 mesi di dieta ipolipidica.
Questa forma di cheratopatia raramente si manifesta nel gatto e generalmente è associata a livelli elevati di colesterolo circolante.
La seconda forma di cheratopatia lipidica avviene con deposito spontaneo (infiltrato) di lipidi localizzati per lo più in sede perilimbare. Generalmente è associata a dislipidemie sistemiche con iperlipidemia. Il deposito assume una forma arcuata nelle porzioni periferiche della cornea, con uno spazio di circa 1 mm di cornea normale che separa il deposito dal limbo. Solitamente non viene interessata la porzione centrale della cornea.
E’ sempre presente vascolarizzazione ma in quantità inferiore rispetto alla cheratopatia lipidica geografica.
La deposizione è bilaterale anche se la distribuzione può non essere perfettamente simmetrica.
In presenza di tali lesioni andrebbero indagate patologie quali ipotiroidismo, iperadrenocorticismo, diabete mellito e sindromi nefrotiche.
L’obesità nel cane non sembra stranamente essere associata ad aumenti della lipemia e della lipoproteinemia.
La terapia mira al controllo delle condizioni metaboliche e /o endocrine associate.
A cura della Dott.ssa Valentina Declame
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sabato 23 gennaio 2010
Uomo-cane: convivenza “secolare”.
Il 2010 è appena iniziato, ma si leggono già “allarmanti” notizie riguardanti il mondo animale, quale: “Muratore salva una bimba dall’aggressione di un pittbull”.
Siamo alle solite, vediamo però di affrontare la questione in maniera più scientifica e razionale e meno ridondante.
Avere un cane è la cosa più normale e naturale del mondo, bisogna però ricordare che il proprietario non è soltanto il "capo branco" agli occhi del suo amico a quattro zampe, ma è anche Responsabile sotto il profilo civile e penale, in accordo con le regole della società in cui entrambi vivono.
Il cane domestico è il frutto del lunghissimo processo di domesticazione del lupo, attraverso cui il profilo comportamentale del "cane-in-divenire" ha subito importanti modifiche quali: aumento della docilità, tolleranza e giocosità e diminuzione dell'aggressività, combattività e reattività. Oltre a ciò, bisogna tener presente che i cani hanno imparato a condividere con l'uomo emozioni, a decodificare alcuni segnali della comunicazione verbale e non verbale, a rendersi utili nelle varie attività umane. Sono diventati collaboratori socievoli verso le persone, perdendo la caratteristica diffidenza, tipica dell'animale selvatico. Nonostante questo "patrimonio evolutivo privilegiato", il carattere del singolo cane viene influenzato anche dalle esperienze, strategie comportamentali, "memorie" e rinforzi che si sviluppano durante la sua vita, sin dai primissimi giorni: è su questo aspetto che l'uomo può e deve giocare un ruolo chiave per garantire una corretta e serena convivenza interspecifica.
Il cane ha "bisogno"di regole da seguire proprio per la sua natura sociale; quasi tutti i cani sviluppano naturalmente legami affettivi coi loro proprietari, diventando "parte della famiglia", sentendosi membri effettivi. Il loro ruolo è quello di "gregari", cioè soggetti che seguono spontaneamente le indicazioni dei loro compagni umani. Il cucciolo nei primi giorni di vita viene "educato"dagli adulti (madre, eventuali altri cani conviventi) e dalle esperienze che condivide coi suoi fratelli; una volta adottato, è il proprietario colui a cui spetta il ruolo di educatore. In generale vale la regola di premiare i buoni comportamenti e ignorare quelli sgraditi. Il messaggio deve essere trasmesso non tanto con un atteggiamento rigido ed intransigente, quanto piuttosto con coerenza nello stabilire ciò che è consentito e ciò che non lo è. Esiste tutta una serie di atteggiamenti del cane, appartenenti al suo bagaglio genetico specie-specifico, che mal si adattano alla convivenza con l'uomo: il cane, ad esempio, può ringhiare in presenza di cibo, di un giocattolo o se qualcuno si avvicina al luogo di riposo. Questo è un segno di "possessività" e spetta al proprietario "insegnare" all'animale che sono le persone e non lui a "gestire" le risorse: il cane deve imparare ad aspettare il permesso dell'uomo per avere il cibo, giocattoli, carezze, attenzione. Anche la territorialità è un retaggio della specie canina, ma talvolta rischia di divenire un ostacolo nella gestione dei normali rapporti sociali umani: è il proprietario a dover assumere il ruolo di controllo dei "confini" e, ove non sia possibile attenuare il temperamento territoriale, bisognerà tener sotto controllo il cane, sempre, soprattutto nel caso in cui arrivino estranei. Alcuni cani, poi, tendono a manifestare un comportamento predatorio, che si esplicita soprattutto in risposta a stimoli in movimento quali biciclette, motorini, gatti, bambini che corrono: sarebbe importante "prevenire" tali manifestazioni, abituando l'animale sin da cucciolo a questi stimoli e a contenersi in loro presenza. Laddove non sia possibile reprimere totalmente certi istinti, è indispensabile mettere in atto una contenzione adatta, quale ad esempio la museruola ed il guinzaglio in luoghi pubblici. Un'altra cosa a cui bisognerebbe abituare il cane è ad incontrare altri soggetti conspecifici, evitando comunque di far avvicinare i due animali frontalmente, perchè in natura questo può essere interpretabile come atto di sfida. Nel caso in cui inizino ad interagire, i proprietari dovrebbero allontanarsi leggermente e lasciar fare, secondo modi e tempi propri dei cani: non intervenire tirando uno dei due dal collare, perchè potrebbe rendere innaturale la comunicazione.
La comunicazione è un punto fondamentale per stabilire una relazione stabile anche tra cane e uomo. Per evitare di interpretare i segnali comunicativi dei cani usando solo parametri propri della comunicazione umana, è molto importante che l'uomo impari a riconoscere ed interpretare il significato dei sistemi comunicativi canini. Per ridurre la fonte di incomprensioni, spesso all'origine di diversi problemi comportamentali, è molto importante non attribuire emozioni e pensieri umani al cane!. La conseguenza di ciò, infatti, potrebbe essere una risposta inappropriata, dal nostro punto di vista, da parte dell'animale. Atteggiamenti quali sbadigliare se ricevono un comando non vuol dire "presa in giro ", noia o "mancanza di rispetto", così come l'avvicinarsi lentamente se chiamati o urinare rappresentano tentativi di pacificazione da parte dell'animale. Evitare quindi, di associare "intenzioni" ed "emozioni" a comportamenti del cane che hanno delle loro specifiche finalità. Ricordare, infine, che esistono casi in cui i comportamenti "problematici"del cane non sono il frutto di una cattiva gestione da parte del proprietario, ma possono essere legati ad eventi traumatici precoci quali malattie, incidenti, distacco precoce dalla madre e dalla cucciolata: tutto ciò può influire negativamente sullo sviluppo del carattere del cane. Anche il dolore fisico e, più in generale, lo stato di salute sono fattori che "pesano" sulle reazioni del cane: non tralasciare mai la possibilità che il nostro cane sia in una situazione di disagio che lo rende più nervoso, difensivo e reattivo. Non sempre "l'aggressività" è sinonimo di dominanza, al contrario può essere legata a paura, stress o disagio fisico; è perciò indispensabile riconoscere le diverse situazioni per poter assumere un atteggiamento appropriato nel correggerle.
Non tutti i cani sono uguali ed è DOVERE del proprietario informarsi sulle caratteristiche fisiche e comportamentali del soggetto che vuole adottare. Un proprietario attento conosce il carattere del proprio cane: gli eventi imprevedibili attribuibili ad un cane "impazzito" sono rarissimi.
Ricordiamo, riassumendo, queste semplici regole (dal: "corso formativo per proprietari di cani: il patentino") a cura della FNOVI e del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
- Adottare un cane implica occuparsi del suo benessere e salvaguardare la serena convivenza tra uomo e cane.
-Alcuni doveri dei proprietari sono sanciti da leggi internazionali, nazionali, regionali e comunali.
- E' scorretto attribuire sempre e solo ad una cattiva gestione la causa dei problemi comportamentali.
- E' importante saper distinguere il comportamento indesiderato da quello patologico.
- Il Medico Veterinario è nella posizione ottimale per far la diagnosi e ha la responsabilità della cura del paziente malato
- La collaborazione tra i diversi professionisti ed il riconoscimento dei limiti di ciascuna professione rappresentano la combinazione vincente per il proprietario del cane.
Alcuni doveri basilari dei proprietari sono sanciti da leggi, decreti, regolamento ed ordinanze.
In Italia, tra questi, annoveriamo:
- Obbligo per il detentore, anche temporaneo, del cane farlo identificare mediante microchip e, conseguentemente, iscriverlo all'anagrafe canina regionale.
- Il proprietario del cane è Responsabile del benessere, del controllo e della conduzione del suo animale e risponde civilmente e penalmente dei danni o lesioni a persone, animali e cose provocate dal proprio animale.
-In luoghi pubblici i cani devono essere condotti con guinzaglio di lunghezza non superiore al metro e mezzo e i detentori devono avere al seguito la museruola, da applicare in caso di rischi.
- Coloro che conducono cani in luogo pubblico devono adottare ogni cautela per evitare che sporchino il suolo e dotarsi di appositi mezzi per rimuovere le deiezioni.
-Divieto di maltrattare gli animali e utilizzarli per combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate, nonchè di addestramento volto ad esaltarne l'aggressività.
A cura della Dr.ssa Martina Chiapasco
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giovedì 21 gennaio 2010
Matematici con le ali………..
Alcuni ricercatori dell’Università di Padova, Trento e Saskatchewan (Canada) hanno recentemente pubblicato sulla rivista Biology Letters, della Royal Society, i risultati di un curioso studio: sembra che volatili di differenti specie (pulcini di pollo, di 5 giorni d’età!, e nocciolaie di Clark adulte) siano in grado di identificare, in base alla posizione ordinale, un oggetto inserito in una fila insieme ad altri identici, allineati e disposti perpendicolarmente di fronte all’animale. Se poi la fila viene ruotata di 90°, nessun problema: il risultato è lo stesso!. In buona sostanza i ricercatori sostengono che gli animali “reclutati” per l’esperimento siano in grado di riconoscere l’oggetto grazie alla loro capacità di “contare” o, se si preferisce, di “far di conto” con un metodo molto simile a quello adottato dagli uomini ovvero partendo da sinistra e procedendo verso destra!.
Ovviamente prima di lanciare proclami sulle migliori capacità matematiche dei volatili rispetto all’uomo, i ricercatori hanno avvertito della necessità di approfondire ulteriormente l’argomento, per valutare altresì l’attendibilità di un’ipotetica origine evolutiva comune tra le due specie.
In un tempo di dilagante e, soprattutto, preoccupante (!) analfabetismo sembra che tutti, ma proprio tutti, bipedi e non, abbiano qualcosa da insegnarci!.
A cura della Dr.ssa Martina Chiapasco
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mercoledì 20 gennaio 2010
Salvaguardiamo i cani di razza così da garantire un miglioramento del benessere anche per chi “puro”non è: notizie dall’Inghilterra.
Il Dr. P.Bateson, Professore all’Università di Cambridge e Presidente della Società di Zoologia londinese, ha condotto recentemente uno studio, della durata di 10 mesi, sulle razze canine volto a stabilire lo stato attuale dell’arte (diffusione, gestione, cura) e soprattutto a delineare nuove “linee guida” tali da garantire un “miglioramento”generale nell’ambito del benessere animale. Per condurre questa “inchiesta”, il Professore ha coinvolto allevatori, veterinari liberi professionisti, accademici specializzati in “benessere animale”, istituzioni, gruppi cinofili, proprietari di cani. Il report finale, redatto dallo stesso Bateson, ha sollevato diverse questioni inerenti il benessere dei cani in generale, al di là dell’essere di razza o meticci.
Punti importanti, applicabili e in taluni casi “già" applicati” in Italia, sono ad esempio i controlli obbligatori morfo funzionali e sanitari sui riproduttori, pratica che in Italia, come ci ricorda il Dr.Vezzoni (Presidente FSA), va sotto il nome di Riproduzione Selezionata; la necessità, ed è questo uno dei punti salienti, di rivedere gli standard di razza in funzione del benessere e della salute dei cani e non più dell’’estetica, spesso causa di selezioni esasperate e contro natura!; il ruolo centrale dei veterinari come referenti per stabilire a livello medico-sanitario quali sono le malattie a cui determinate razze risultano più predisposte, gli interventi “preventivi” possibili e anche le regole base sulla gestione dell’animale in base all’età, la taglia, la razza, lo stile di vita.
L’inchiesta inglese, quindi, non vuole essere un atto pubblicitario a favore dei cani di razza, ma è di fatto un’inchiesta dettata dal buon senso e dalla conoscenza profonda del mondo cinofilo e che, si spera, possa servire a porre maggiore attenzione verso i cani, di razza e non, non come oggetti “di mode”, ma quali soggetti degni di cura e rispetto.
A cura della Dr.ssa Martina Chiapasco
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domenica 17 gennaio 2010
Cisti Iridee
Si possono riscontrare sia nel cane che nel gatto.
Si tratta spesso di reperti occasionali e si presentano come formazioni tondeggianti, singole o multiple, marroni o nere. Possono essere mono o bilaterali, libere o mobili in camera anteriore o, meno frequentemente, in camera posteriore.
Le cisti iridee possono collassare e apparire come uno strato di pigmento adeso all’endotelio corneale o alla capsula anteriore del cristallino.
La principale diagnosi differenziale deve esser posta nei confronti del melanoma: le cisti iridee sono mobili, transilluminabili e hanno margini netti. I melanomi si presentano come masse solide non transilluminabili.
In genere non è necessaria una terapia. Qualora le dimensioni delle cisti dovessero aumentare a tal punto da invadere l’asse visivo o venire a contatto con l’endotelio corneale danneggiandolo, è possibile intervenire chirurgicamente . La tecnica più semplice per la rimozione della cisti è l’aspirazione con ago sottile inserito attraverso la zona limbare.
A cura della dott.sa Valentina Declame.
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mercoledì 13 gennaio 2010
Tour virtuale clinica veterinaria borgarello
Finalmente siamo arrivati con i filmati, visita la nostra clinica e vieni a trovarci ti aspettiamo!
Qui potrai vedere i vari locali della clinica, la cura e l’attenzione che riponiamo nei particolari per far sentire sempre a proprio agio i nostri pazienti: il loro confort ci sta molto a cuore, porta il tuo cane o gatto a visitarci.
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La nostra casa è un luogo sicuro per gli amici a quattro zampe?
medicinali ad uso umano
insetticidi
cibo "casalingo"
rodenticidi
medicinali ad uso veterinario
piante
agenti chimici
prodotti per pulire
metalli pesanti
fertilizzanti
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domenica 10 gennaio 2010
Anagrafe canina nazionale
Forse non tutti sanno che: l'anagrafe canina nazionale è il registro dei cani identificati con microchip o tatuaggio in Italia.
Si tratta di una banca dati, alimentata dalle singole anagrafi territoriali, che intende fornire on line i riferimenti utili per rintracciare il luogo di registrazione di un cane smarrito e il suo legittimo proprietario, nel rispetto della tutela della privacy del cittadino.
L’anagrafe nazionale è realizzata dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con le amministrazioni regionali, che vi riversano i dati locali. Al suo avvio, conta il 30 per cento dei cani regolarmente iscritti nelle anagrafi territoriali. L’iscrizione è dunque automatica e a cura dell’amministrazione competente.
Oltre a rendere più facile la restituzione al proprietario, il sistema delle anagrafi, nazionale e territoriali, istituito con l’accordo Stato-Regioni del 6 febbraio 2003, garantisce la certezza dell’identificazione del cane, rappresenta un efficace strumento di dissuasione degli abbandoni, favorisce studi e interventi per la prevenzione e cura delle malattie degli animali.
La consultazione della banca dati è libera. Chi trova un cane smarrito, digitando il codice a 15 cifre del microchip o quello tatuato, può risalire all’anagrafe di provenienza del cane e trovare numeri utili e sportelli a cui rivolgersi per rintracciare il proprietario. E’ possibile effettuare la lettura del microchip, per ottenere il codice, presso i servizi veterinari delle Asl e gli ambulatori veterinari privati muniti dell’apposito lettore.
Dopo la prima fase di avvio la Banca Dati Nazionale è stata arricchita con nuove informazioni relative all'animale quali la specie (cane, gatto, furetto), la razza e il sesso.
Le regioni si stanno adeguando all’invio delle ulteriori informazioni con diverse tempistiche: attualmente Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Provincia di Trento, Sardegna, Valle d’Aosta inviano i dati secondo il nuovo tracciato record concordato.
Per queste Regioni, quindi, sarà possibile visualizzare, una volta inserito il codice dell’identificativo (microchip o tatuaggio) le informazioni relative alla specie, razza e sesso dell’animale.
Tratto dal sito del ministero della salute
A cura dello staff.
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giovedì 7 gennaio 2010
Fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale è una aritmia che origina da focolai atriali ectopici multipli.
E’un’espressione atriale rapida, disorganizzata, caotica che sostituisce la fisiologica attività sinusale e che comporta una conduzione atrio-ventricolare completamente imprevedibile e di conseguenza un ritmo ventricolare generalmente irregolare. La frequenza atriale si presenta elevata di 350- 600 bpm ed il nodo atrioventricolare funziona da filtro lasciando passare solo una parte di questi impulsi, ma in maniera non regolare (ritmo irregolarmente irregolare). La Fibrillazione atriale può essere conseguente a malattie cardiache come endocardiosi grave, cardiomiopatia dilatativa, neoplasia atriale e malattie cardiache congenite, oppure può rappresentare la complicazione di alcune malattie non cardiache, tra cui la dilatazione-torsione gastrica, o essere la conseguenza di malattie che determinino delle alterazioni significative del tono vagale. Nei cani di grossa taglia e gigante, la fibrillazione atriale può anche essere presente in assenza di un danno strutturale del miocardio ( fibrillazione atriale isolata ).
Nella maggior parte dei casi è infatti una dilatazione atriale sinistra che riesce a dar luogo al disturbo attraverso due meccanismi:
a) acquisizione di una “massa critica atriale” (indispensabile per il mantenimento della fibrillazione) che scatena focolai ectopici multipli;
b) allungamento del tempo di conduzione intra- ed interatriale che favorisce fenomeni di rientri caotici (questo allungamento dapprima si traduce elettrocardiograficamente nella comparsa di onde P di tipo “mitralico” e con blocchi A-V di 1° grado; soltanto in un secondo tempo compare la FA).
I rilievi clinici più rilevanti sono la percezione attraverso la palpazione di un itto cardiaco di elevata frequenza e molto irregolare per ritmo ed intensità e all’ auscultazione di una marcata variabilità dell’intensità dei toni cardiaci; in genere il secondo tono può essere assente e si può apprezzare il terzo tono. Se poi pensiamo che stiamo auscultando una frequenza intorno a 200 o più, non si è più in grado di diversificare le varie strutture sonore e si apprezza solo l’ irregolarità.
Altro reperto importante, acquisibile attraverso la combinata auscultazione cardiaca e palpazione del polso femorale, è quella relativa ad una frequenza dell’attività ventricolare maggiore di quella del polso periferico (“pulsus deficiens”). Tale reperto è in relazione al fatto che alcune contrazioni sistoliche cardiache non riescono ad aprire le semilunari aortiche o comunque danno luogo ad una modesta gittata sistolica.
Dal punto di vista elettrocardiografico la FA si caratterizza per:
· Non vi sono onde P visibili
· Non vi sono onde di flutter
· L’attività atriale è assente o è caotica sia in ampiezza sia in frequenza (onde f)
· I complessi QRS sono normali per la derivazione in esame
· L’intervallo R-R è variabile
· Alternanza elettrica
– Fibrillazione atriale.
L’approfondimento ecocardiografico, oltre che offrire una visualizzazione diretta dell’aritmia, ne permette una valutazione qualitoquantitativa delle cause e delle conseguenze. In presenza di una estrema dilatazione atriale ad esempio si osserva assenza di movimenti delle pareti; una scansione transmitralica in M-mode rileva una M mitralica che ha perso la sua seconda branca, rendendo evidente la mancanza di sistole atriale.
Il rapporto tra atrio sinistro e dimensione dell’ostio aortico (AS/Ao), solitamente intorno a 1,3, è nettamente superiore a 1,6.
Ruolo principale dell’ecocardiografia in corso di FA non è comunque quello di permettere la diagnosi del disturbo, ma di metterne in evidenza soprattutto l’eziologia; ecco dunque che diventa possibile osservare un rimaneggiamento valvolare in corso di endocardiosi mitralica, un assottigliamento parietale, una dilatazione cavitaria ed una diminuita contrattilità senza interessamento valvolare in corso di cardiomiopatia dilatativa. Ancora con l’ecocardiografia è possibile prendere atto di come avviene la gittata cardiaca sinistra (funzionalità sistolica sinistra), anche in rapporto all’evoluzione ed eventualmente al trattamento.
La fibrillazione atriale se non viene adeguatamente controllata, può causare un danno miocardico ed una miocardiopatia dilatativa secondaria.
La terapia è indirizzata proprio a rallentare la frequenza cardiaca nelle fibrillazioni ad alta penetranza ventricolare. I farmaci usati sono: digitale, β-bloccante, calcioantagonista e amiodarone.
• DIGOSSINA
L’efficacia della digossina in fase acuta risulta relativa a causa della sua breve azione. L’azione primaria del principio attivo è rappresentata da un aumento del tono vagale. Tuttavia in un soggetto stressato con aumento del tono simpatico risulta preferibile l’utilizzo di altre molecole.
Nell’uomo, per la diagnosi delle tachiaritmie sopraventricolari viene utilizzata l’adenosina che esercita effetto a livello del nodo atrioventricolare attenuando le correnti di ioni calcio in entrata. A livello diagnostico, l’assenza di un circuito di rientro viene confermata in base al fatto che dopo somministrazione di adenosina la tachicardia sopraventricolare continua ma la frequenza ventricolare rallenta. Nonostante l’adenosina sia un principio attivo largamente studiato nel cane, la sua reale efficacia non è ancora stata provata.
Terapia antiaritmica in fase cronica (somministrazione orale)
La digossina riduce la velocità di conduzione a livello del nodo atrioventricolare e incrementa la forza di contrazione miocardica.
Agisce inibendo l’attività della pompa sodio potassio della membrana cellulare ( effetto inotropo positivo )
Ha un metabolismo epatico ed escrezione renale.
DOSAGGIO
Cane 0,005-0,01 mg/kg BID, PO (dose calcolata sul peso “magro”)
Gatto gatti di peso 2-3 kg: 1/4 cpr 0,125 mg q48h, OS
gatti di peso 4-5 kg : 1/4 cpr 0,125 mg SID, OS
Il controllo della digossinemia va effettuato dopo 7 giorni dall’inizio della terapia e valutato periodicamente. Occorre monitorare il peso, l’appetito, eventuali alterazioni ECG, elettroliti sierici e funzionalità epato-renale. La digossina è controindicata in caso di patologie epatiche e renali, di dimagramento, di cachessia e in caso di cardiomiopatia ipertrofica. Se la risposta ventricolare non è stata controllata con la digossina, è opportuno somministrare anche atenololo ( 0,5 – 1 mg/ Kg sid o bid ) od il propanololo ad un dosaggio contenuto ( 0,3 – 1,5 mg/kg tid ). La dose dei β-bloccanti viene progressivamente aumentata fino a che la frequenza ventricolare non sia controllata in modo adeguato; nel cane la frequenza ideale dovrebbe essere inferiore a 140-160 bpm. Utilizzando la dose efficace più bassa sarà possibile ridurre l’effetto inotropo negativo dei farmaci β-bloccanti. Nelle fasi iniziali, se la fibrillazione atriale è molto rapida, alla digossina può essere affiancato il diltiazem ( 1-3 mg/kg tid ). Questo farmaco, diversamente dai β-bloccanti, non riduce la contrattilità ventricolare in maniera marcata. Il diltiazem è molto utile anche nel trattamento della fibrillazione atriale dei gatti e spesso, in questa specie, può essere utilizzato quale unico agente. La lidocaina dovrebbe essere evitata poiché aumenta la velocità di conduzione A-V e determina un aumento della risposta ventricolare.
A cura della Dott.ssa Daniela Ferrari
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martedì 5 gennaio 2010
Uomo-animali: alleati nella ricerca contro il cancro
la comparazione di materiale oncologico umano e animale proveniente dal medesimo territorio e quindi caratterizzato dalle stesse condizioni ambientali. Il carattere multidisciplinare del progetto è confermato dalle caratteristiche dei suoi partner scientifici:
l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, presso la quale dal 2000 è attivo il Centro di servizi interdipartimentale Stazione per la tecnologia animale (Sta), che ha in corso ricerche in campo oncologico, infettivo, vaccinale oltre allo studio di apparati medici e nuove biotecnologie, e l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Lazio e Toscana. Al Servizio veterinario dell’Az.Usl Roma B è affidata la gestione logistica legata alla raccolta dei campioni presso le oltre cinquanta strutture veterinarie che insistono nel territorio di suo competenza, coordinando l’attività dei colleghi libero-professionisti che, aderendo al progetto, provvederanno alla raccolta del materiale patologico, alla compilazione delle rispettive schede anamnestiche e al successivo invio ai laboratori dell’Izs.
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venerdì 1 gennaio 2010
Una donna in casa nostra!!!!
Quando Bimby e' entrata nella nostra famiglia, la situazione era ormai insostenibile sotto molti aspetti e … temevamo il peggio !!! Innanzitutto, il solo fatto di introdurre una povera, ingenua, timida creatura in un gruppo di 13 vecchi, scellerati e prepotenti zitelli castrati avrebbe potuto scatenare una serie di violente reazioni misogine: inseguimenti, botte e totale segregazione razziale ! La storia contava ormai un folto numero di vittime poco illustri, gattine magre ed affamate, arruffate e paurose, praticamente selvatiche, tenute nell’ombra da fratelli e cugini violenti che si ricordavano di loro solo all’ora dei pasti ( un piatto in piu’) o quando volevano divertirsi un po’ inseguendole e facendole urlare di terrore.
Inoltre, essendo in quel momento in atto una serie di lotte intestine fra i vari componenti del clan per la riaggiudicazione dei vari ranghi, introdurre un nuovo componente avrebbe potuto peggiorare la già critica situazione. Vecchie e nuove antipatie, continue offese, sgarbi e gelosie già da qualche tempo imperversavano nel gruppo come un virus dilagante e noi, vittime del sistema...giù a pulire!!! Invece, una rossa tutto pepe ha fatto il suo regale ingresso nella comunità portando una ventata di allegria ed ora, tutti, interni ed esterni, ammaliati dalle sue grazie, l'adorano.
I 4 rossi, pur avendo sotterrato la madre da diversi anni, sono fermamente convinti di aver ricevuto FINALMENTE una sorellina dalla cicogna. Soprattutto Nocciolino, che da diversi anni serbava dentro un grosso magone per la perdita della vera sorellina grigia a cui era attaccatissimo, tanto da diventare inspiegabilmente epilettico alla sua scomparsa, ora ha ritrovato la gioia di vivere adorandola e proteggendola continuamente. I vecchi screzi con altri individui ... dimenticati !! Ora gestisce un solido ed affiatato gruppetto di giovani marmotte in cui tutti giocano in pace ed armonia. Al suo interno, dopo mesi di zuffe e ... altro a nostre spese ... e' stato accolto a zampe aperte persino il suo più acerrimo e storico nemico, Sir Arthur. Contro di lui, per anni, quando erano solo vicini di casa, prima cioe’ che Artu’ fosse abbandonato ed adottato da noi, aveva ripetutamente ed accanitamente rischiato la vita saltando da una ringhiera all’altra per cercare di eliminarlo. Ora invece … ecco fiorito un affettuoso sodalizio. E che dire delle vecchie ostilità fra interni ed esterni ? Ora tutto ruota armonicamente intorno a lei !
Il segreto di tutta questa mielosa convivenza? Tanta dolcezza, leccatine ed abbracci verso tutti, ma anche severità e rigore. Comandare senza darne l'impressione. Controllare con occhio insieme dolce e severo eventuali negligenze. Ormai tiene a bada sin noi e guai a far piangere o arrabbiare chiunque nella sua cerchia : come un siluro, si fionda sul primo pezzo di carne scoperta e ci affonda spietatamente i suoi piccoli affilati dentini ! Impossibile ormai intervenire sulle piu’ semplici manutenzioni, come il taglio unghie, senza rischiare l’assalto. A lei viene concesso tutto senza discutere: letti e poltrone si svuotano al suo arrivo, giochi e cibo vengono sottratti con quattro moine, anche le prede...finiscono inevitabilmente a lei (e che ringhi!!). E' un anno che e' con noi e...il suo soprannome? ScacciaGattiAcchiappaPiatti !
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